In palazzi principeschi o signorili, chi sovrintende alla servitù e al buon andamento della casa.
La funzione di sovrintendente della casa che, presso i Franchi, spettava originariamente a uno schiavo, passò ad assumere particolare importanza nella casa merovingia e si accrebbe con il progredire dell’autorità dei re dei Franchi. Tanto divenne potente che, quando iniziò il decadere della stirpe merovingica sotto i re fannulloni, il m. (o maestro di palazzo) divenne la prima dignità dello Stato, ebbe l’amministrazione delle pubbliche finanze, partecipò con il re all’amministrazione della giustizia, si batté moneta con il suo nome, fu il capo dei commendati del re e si attribuì il titolo di dux, princeps et subregulus Francorum. L’antagonismo sorto tra i due m. della Neustria e dell’Austrasia, in cui si era diviso il regno franco, culminò con la vittoria di Pipino, detto di Héristal (687), m. austrasiano, sul m. della Neustria. Pipino divenne m. di tutta la Francia. Un suo discendente, Pipino il Breve, riuscì a farsi eleggere re dell’assemblea dei Franchi (751) ponendo fine al potere, ormai soltanto nominale, della stirpe merovingia.
Nel 16° e 17° sec., ufficiale di artiglieria al quale era affidata la custodia del materiale.