MAGGESE (fr. jachère; sp. barbecho; ted. Brachfeld; ingl. fallow)
Antica pratica di lavorazione del terreno, adottata specie nell'agricoitura estensiva e nei paesi aridi o sub-aridi, avente lo scopo di preparare la terra per la coltura dei cereali, particolarmente del frumento. Di regola consiste in una serie di operazioni eseguite in estate.
Il maggese tipico, detto maggese intero, completo, vergine, di sole, ben noto nelle regioni dove la coltura granaria s'alterna col riposo o pascolo, si pratica sul terreno riposato per uno o più anni e comprende una serie di lavori (da 3 a 8) eseguiti, per lo più con semplice aratro a chiodo, nel corso di quasi un anno da gennaio a novembre. Detta serie di lavori ha l'effetto di rendere soffice il terreno, di liberarlo dalle erbe infestanti, di favorire la penetrazione e la ritenzione dell'acqua meteorica e anche di arricchire il terreno di sostanze fertilizzanti. Dove il terreno è di qualità migliore o il clima non molto arido, si praticano invece il mezzo maggese o il maggese verde o coltivato. Il primo ha inizio in primavera avanzata, aprile o maggio, dopo aver esercitato il pascolo vernino e primaverile o dopo avere fatto uno sfalcio d'erba; il secondo consiste nella coltivazione di una pianta (fava o altra leguminosa da granella, granturco, ecc.) che esige molti lavori e lascia il terreno migliorato principalmente per effetto dei lavori. Il maggese intero, che implica la rinunzia alla produzione di un'annata, ha maggiore efficacia e convenienza nei terreni piuttosto poveri e molto aridi.