mafiarsi
v. intr. pron. (spreg.) Farsi prendere dalla mafia e dalle sue strategie criminali.
• [tit.] Da «nostalgiare» a «mafiarsi», i neologismi di Francesco [testo] «Mafiarsi», «nostalgiare la schiavitù». Papa Francesco, vescovo di Roma, nel Te Deum di fine anno, ha coniato due neologismi nella nostra lingua italiana, che evidentemente diventa sempre più sua. Le «parole nuove» di Francesco, ribattezzate «bergoglismi», nella lingua spagnola, sono state raccolte da Jorge Milla, suo ex alunno, e pubblicate a metà del 2014 dal blog Terre d’America del giornalista Alver Metalli, amico strettissimo del Papa, e presentate sul quotidiano della Santa Sede, l’«Osservatore Romano». […] «Mafiarsi» è molto più esistenziale di «entrare nella mafia». «Mafiarsi» indica quasi uno stravolgersi della persona, che da una parte si «estrania a se stessa» e dall’altra si trasforma, prende i connotati della mafia. La parola suggerisce in chi ascolta proprio una torsione esistenziale, prima che sociologica o criminale. (Maria Antonietta Calabrò, Corriere della sera, 2 gennaio 2015, p. 9, Primo piano) • Nessuno premia i migliori, nessuno stanga i peggiori e, tantomeno, nessuno misura la qualità dei servizi resi ai cittadini. Poco lavoro, pochi soldi: questa è la formula che talvolta porta a «mafiarsi», come dice papa Francesco. Operazione facile tra una montagna di milioni di leggi, leggine, regolamenti, circolari interpretative, ricorsi, giurisprudenza. (Alberto Statera, Repubblica, 3 gennaio 2015, p. 1, Prima pagina) • nel «Te Deum» del successivo 31 dicembre [papa Francesco] ha sfornato mafiarsi (cioè assumere esistenzialmente, prima ancora che dal punto di vista criminale, l’habitus mafioso) (Mimmo Muolo, Avvenire, 27 marzo 2015, p. 3, Idee).
- Derivato dal v. intr. mafiare con l’aggiunta della part. pron. -si.
> bergoglismo.