Scrittrice e attivista politica tedesca (n. 1814 - m. 1871). Figlia di un pastore protestante, all’età di diciassette anni fu costretta ad accettare un matrimonio combinato (con un industriale inglese), secondo il costume dell’epoca. Tuttavia A. aveva idee decisamente all’avanguardia per i suoi tempi: credeva nell’amore al di fuori del vincolo coniugale, nella democrazia e nell’uguaglianza tra i sessi. Visse seguendo i propri principi e valori, incurante delle critiche e dello scherno di cui era bersaglio: divorziò, prese parte alla rivoluzione del 1848, fu autrice di poesia e prosa (si ricorda il romanzo parzialmente autobiografico Revolution und Contrerevolution, 1849) e, cacciata da Berlino, continuò “a dare scandalo” a Bremen (insieme con il secondo marito, che l’ha sempre sostenuta). Controllata (se non perseguitata) dalle autorità e criticata anche dai primi movimenti femministi dell’epoca, riuscì comunque a fare la differenza; oggi i critici concordano nell’affermare che l’opera di A. ha contribuito alla nascita della letteratura femminista.