BOSSI, Luigi Maria
Nato a Malnate (Varese) il 30 dic. 1859da modesta famiglia, compì gli studi classici in seminario e quelli universitari a Pavia e Torino: qui, distintosi tra i più convinti promotori della locale clinica ginecologica sorta in seguito a un movimento di protesta studentesca da lui guidato, nel 1885 si laureò in medicina e chirurgia. Nello stesso anno vinse il concorso di assistente presso l'Ospedale maggiore di Milano; nel 1886 era a Torino, nel gabinetto di medicina legale del Lombroso, poi a Genova, assistente di ostetricia, dal 1887 al 1888.
Nel 1887 aveva conseguito la prima libera docenza in ginecologia istituita in Italia, con la tesi Involuzione uterinadopo il parto e suoi rapporti eziologici con le metropatie, e nel 1889-90, nominato direttore incaricato della clinica ostetrica di Genova, vi impiantava il reparto ginecologico.
In questo periodo, oltre a promuovere la pratica e lo sviluppo degli ambulatori ostetrico-ginecologici e a dare impulso alla Società ligure delle levatrici, al fine di elevare professionalmente il livello delle ostetriche, il B. istituiva la guardia ostetrica per le partorienti povere a domicilio, alle quali, nel 1892, creata a Genova una clinica propria, riservava la metà dei posti disponibili. Preposto nel 1894 alla scuola clinica e ostetrica di Novara, dava vita anche qui al settore ginecologico.
Cinque anni dopo era di nuovo a Genova, quale direttore effettivo della clinica ostetrica e ginecologica dell'università, incarico ricoperto fino al 1918 quando, fatto oggetto di una misura disciplinare dal Consiglio superiore dell'istruzione per imputazioni di carattere morale, il ministero ne deliberò la sospensione per due anni dell'ufficio di professore ordinario di ginecologia.
Il B. si era difeso dalle imputazioni e aveva querelato l'Avanti! per il modo con il quale il giornale aveva riferito sul giudizio del Consiglio superiore. In tale occasione infatti si parlò anche di manovre politiche, dato che accanto alla professione e alla ricerca scientifica il B. era venuto esplicando una vivacissima attività politica, fin da quando, studente, collaborava al Proximus tuus, uno dei primi giornali socialisti in Italia. Iscritto contemporaneamente a Genova al partito repubblicano e a Varese a quello socialista, optò per quest'ultimo quando fu eletto deputato per la XXI legislatura per il collegio di Varese. A Montecitorio si batté con successo per il ripristino del Policlinico di Roma e per l'attuazione in Italia di un nuovo regolamento ostetrico.
Allo scoppio della prima guerra mondiale si qualificò subito come uno dei più accesi interventisti, svolgendo un'assidua propaganda in tal senso specialmente a Milano, con riunioni e conferenze a fianco degli esponenti dei fasci, e a Como, del cui Consiglio provinciale era membro. Divenuto presidente del Fascio interventista genovese, sin dai primi mesi dopo l'entrata in guerra dell'Italia dette vita a Genova a una Lega italiana di azione antitedesca, assumendone la presidenza.
Sorta inizialmente per combattere la concorrenza economica germanica, valorizzando - dietro slogan di carattere patriottico - la produzione industriale nazionale, la Lega aveva presto assunto un carattere prevalentemente politico, e si era estesa a tutto il territorio nazionale, raggiungendo nel 1916 ben 42sezioni. In questo anno essa svolse un ruolo determinante nella campagna intrapresa dalle correnti interventiste per spingere il governo a dichiarare guerra alla Germania.
Tuttavia presto il B., accusato di aver concentrato nelle proprie mani la direttiva e l'azione della Lega per usarne al fine di personali interessi, si era trovato contro la maggioranza degli esponenti repubblicani genovesi che, espulsolo dalla presidenza del Fascio, uscivano nel novembre del 1916 dalla Lega. Ridottisi così di molto l'importanza dell'associazione e il prestigio personale del B., questi proseguiva tuttavia nella lotta politica, distinguendosi nei mesi successivi tra i più tenaci sostenitori di una politica di repressione ad oltranza contro i "nemici interni". Nel novembre del 1917 aveva promosso a Genova l'unione dei socialisti interventisti al fine di dar vita ad una organizzazione nazionale.
Il 1º febbr. 1919, quasi alla vigilia del processo intentato al quotidiano socialista, il B. veniva assassinato a Milano, sembra per motivi di gelosia, dal marito di una sua paziente.
Professionalmente il B. si distinse per contributi originali apportati alla clinica ostetrica e ginecologica, in particolar modo per il suo dilatatore meccanico, presentato al congresso medico internazionale di Berlino nel 1890, che consente di dilatare a sufficienza il collo dell'utero in qualsiasi periodo della gestazione e, nei casi di placenta previa, evita il taglio cesareo e le frequenti lesioni della vagina.
Sempre in campo ginecologico il B. sostenne la non contagiosità del cancro dell'utero, ricorrendo a un referendum su scala mondiale, e ne indicò la profilassi nelle operazioni conservatrici delle lesioni benigne; asserì che non in ogni caso è necessario interrompere la gravidanza della tubercolosa; e soprattutto richiamò l'attenzione degli studiosi sui molteplici fenomeni, da lui chiamati "crisi fisiologiche di gravidanza", riscontrabili nella donna incinta nei giorni corrispondenti ai periodi mestruali.
Convinto inoltre del danno sociale provocato dall'aumento degli aborti e delle altre pratiche maltusiane, ne trattò anche da un punto di vista psicologico, esortando i colleghi a contrastare energicamente quelle pratiche che riteneva tra l'altro responsabili di lesioni all'apparato genitale. Propose tuttavia l'interruzione della gravidanza delle donne francesi e belghe violentate da soldati tedeschi. Le teorie del B. incontrarono però opposizione negli ambienti competenti e non tutte le applicazioni cliniche di ordine tecnico da lui consigliate furono accolte con favore dai ginecologi italiani e stranieri: il suo pessario intrauterino, ad esempio, fu giudicato lesivo per i tessuti dagli autori tedeschi.
La sua teoria sui rapporti tra psicopatie femminili e malattie utero-ovariche, in base alla quale egli affermava che non poche donne considerate pazze guariscono mediante appropriato trattamento ginecologico, fu vivacemente dibattuta.
Membro di associazioni e accademie straniere e italiane, consulente medico della corte austriaca, fondatore e direttore dei giornali La ginecologia moderna per i medici e La ginecologia minore per le ostetriche, il B., oltre che di saggi specifici, fu autore di più di un centinaio di memorie, presentate a congressi medici e ostetrici e pubblicate soprattutto nella Gazzetta delle cliniche e nella Riforma medica. In esse si interessò sovente di questioni giuridico-sociologiche: così a proposito della polemica sulla introduzione del divorzio in Italia e sulla legge per il riconoscimento della paternità, problemi considerati anche sotto il profilo ginecologico.
Tra le principali opere del B. vanno ricordate: Sulla dilatazione meccanica immediata del collo dell'utero nel campo ostetrico, Milano 1900; Malattie utero-ovariche e malthusianismo, Milano 1905; Il mio metodo di parto artificiale rapido nelle cliniche o a domicilio, Milano 1906; A proposito di malattie utero-ovariche e psicopatie, Varese 1912; Die gynäkologische Prophylaxe bei Wahnsinn, Berlin 1912; Manuale di ostetricia per le levatrici, Milano 1913; In difesa della donna e della razza, Milano 1917; Isterismo e ginecologia, Milano 1917.
Fonti eBibl.: Archivio Centrale dello Stato, Casellario politico centrale, fasc. Bossi Luigi; Conflagrazione Europea, b. 23, Milano. Fascio;b. 62A, Lega Antitedesca; Presidenza del Consiglio,Guerra Europea, fasc. 19.3.26/2; Il lavoro (Genova), 3 febbr. 1919; Corriere della Sera, 2 febbr. 1919; Il Secolo, 2 febbr. 1919; G. De Paolis, Sul trattamento della placenta previa col metodo B., Genova 1903; P. Rovelli, Mondo intellettuale. Galleria dei nostri contemporanei nella cerchia delle scienze e delle arti: L. M. B., Berlino 1910; A. Parente, I vari doveri del medico odierno in difesa delle donne belghe e francesi violentate dai soldati tedeschi: note critiche sulla proposta del prof. L. M. B., Napoli 1915;R. Michels, Storia critica del movimento socialista in Italia, Firenze 1926, p. 194; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, p. 153; Enc. Ital., VII, p. 558.