FENAROLI, Luigi
Nacque a Milano il 16 maggio 1899, da Giovan Battista e Elena Gandini: il padre, funzionario di banca, lo educò a quell'amore per la natura che lo accompagnò per tutta la vita, caratterizzandone l'opera. A soli diciotto anni durante la prima guerra mondiale fu arruolato come alpino nel battaglione "Saluzzo" e inviato al fronte. Si laureò a Milano in scienze agrarie nel 1921, con medaglia d'oro del ministero dell'Agricoltura.
Lavorò quindi come analista presso il laboratorio di chimica agraria; dal 1922 al 1925 fu assistente presso la stazione sperimentale del freddo di Milano, poi, per altri due anni, presso la cattedra di patologia vegetale. Si dedicò contemporaneamente ai suoi studi prediletti sulla flora e sulla vegetazione alpina e nel 1927 conseguì la libera docenza in botanica sistematica e fitogeografia.
Dal 1928 al 1932 resse la sezione di Iseo della cattedra ambulante di agricoltura; nel 1930, lo stesso anno del matrimonio con Ernestina Opizzi, partecipò quale botanico ed agrario ad un viaggio di studio nell'Africa occidentale portoghese, in Angola, sotto gli auspici della R. Società geografica italiana; due anni dopo, dal novembre 1932 al febbraio 1933, il F. seguì un'altra spedizione per la stessa società, per compiere studi naturalistici e agronomici nel Brasile amazzonico. Dal 1933 al 1946 fu vicedirettore della stazione sperimentale di selvicoltura di Firenze, retta da A. Pavari, maestro di numerose generazioni di forestali, e trasferì la famiglia in quella citta. Nel 1943 fu distaccato ed incaricato della direzione dell'istituto di sperimentazione per la pioppicultura di Casale Monferrato. Nel 1946 assunse la carica di direttore della stazione sperimentale di maiscoltura a Bergamo, dove si occupò principalmente della introduzione, costituzione, sperimentazione e diffusione dei mais ibridi; per aggiornarsi nello specifico campo opero anche per due anni, come genetista, presso l'università dell'Illinois. Questi studi, sistematicamente riportati sulla rivista Maydica - da lui stesso fondata, per la tecnica e la divulgazione maidicola - dal 1956 portarono notevoli benefici per l'agricoltura italiana, che poté moltiplicare la propria produzione e migliorare la qualità del mais.
Il F. operò in campi diversi, frequentando vari corsi di specializzazione: in criotecnica a Milano; in biologia alpina presso l'istituto "A. Mozzo" di Col d'Olm; in fitogeografia a Clermont-Ferrand e a Zurigo; in selvicoltura a Firenze e Vienna.
La sua specializzazione di genetista lo portò in Egitto nel 1956 per risolvere i problemi di miglioramento del mais; nel frattempo si occupò anche del miglioramento della patata e nel 1964 fu chiamato per consulenze in questo settore dal governo canadese. Diresse a Bergamo anche l'osservatorio meteorologico dell'Istituto centrale di meteorologia ed ecologia agraria e pubblicò periodicamente, in collaborazione con V. Nozzolini, i dati rilevati. Pur rimanendo a Bergamo dal 1968 al giugno 1974, quando fu collocato a riposo per limiti di età, assunse la direzione dell'istituto sperimentale per l'assestamento forestale e per l'apicoltura di Trento.
Poco prima del collocamento a riposo, su invito della Società internazionale di fitogeografia ed ecologia e della Società ecologica giapponese rappresentò l'Italia, insieme con S. Pignatti, al Simposio internazionale sulla gestione dell'ambiente tenutosi nel 1974 in Giappone.
Il F. ebbe numerosi riconoscimenti da accademie ed istituzioni scientifiche: socio dell'Accademia Colombiana di scienze esatte, fisiche-chimiche e naturali dal 1940; dell'Istituto equadoriano di scienze naturali, dal 1941; socio onorario della Società di scienze naturali del Trentino-Alto Adige dal 1941; socio dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Brescia dal 1943 e dal 1954 dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo; dal 1960 dell'Accademia nazionale dell'agricoltura di Bologna e dal 1961 della Accademia italiana di scienze forestali. Quale presidente del Comitato per le onoranze bresadoliane portò a compimento la pubblicazione delle tavole della Iconographia mycologica di G. Bresadola (I-XXVI, Milano 1927-33).
Appassionato della montagna (molti suoi lavori riguardano la flora e la vegetazione alpina), da giovane aveva fatto parte del Gruppo lombardo alpinisti senza guide, poi assorbito dal Club alpino accademico d'Italia del quale era stato uno dei fondatori. Era membro del consiglio direttivo e del comitato scientifico del Club alpino italiano e fu uno dei promotori e per molti anni vicepresidente della Fondazione per i problemi montani dell'Arco Alpino, presso l'università di Milano, nonché presidente del gruppo di lavoro neve e valanghe della fondazione stessa.
Fin dall'inizio ebbe cura di riportare su riviste scientifiche e di alpinismo come il Bollettino del Club alpino italiano e l'Alpe del Touring club italiano i suoi studi su vari aspetti della flora alpina: sulle genziane, sui rapporti tra il clima e la flora nell'ambiente delle Alpi, sul pino mugo. Nel 1932 a Milano pubblicò un'ampia opera di divulgazione scientifica, Flora delle Alpi e degli altri monti d'Italia: splendide le illustrazioni a colori e scientificamente rigorose le informazioni sulla sistematica delle specie alpine, completate da note bibliografiche e di nomenclatura. Si dedicò anche alle fiore montane locali con studi di rilievo che documentò in La flora della conca a Baitone (Milano 1924), La flora alpina delle rupi calcareo-dolomitiche del gruppo delle Grigne (ibid. 1926), La flora Bormiense (Firenze 1926), Sulgiardino alpino a Rosa De Marchi (ibid. 1936), Sulla vegetazione e la flora del gruppo Albigna-Disgrazia (ibid. 1936). Rilevanti, nel settore della botanica pura, le ricerche del F. sui generi Hieracium (A proposito di un nuovo Hieracium..., in Bull d. Soc. botanica ital., V[1935], 5, pp. 97 s.) e Cerastium (Additamenta Cerastiologica, ibid., pp. 97-99) e sul Ranuculus seguirei (Note sul Ranuculus seguirei vil., e una sua nuova varietà, ibid., IV-V[1926], pp. 93 s.), sulla distribuzione geografica del genere Trientalis (Sulla Trientalis europaea L. nel Trentino in Nuovo Giorn. botanico ital., n. s., XXXVI I [1930], p. 669) e Nuova stazione di Trientalis europaea L. in Italia..., in Bull. d. Soc. botanica ital., XV[1925], 2, pp. 46-53).
Questa sua multiforme attività non gli impedì di dedicarsi all'insegnamento presso le università di Milano, di Firenze, di Piacenza e presso l'Istituto agricolo coloniale di Firenze, tenendo corsi di botanica, fitogeografia, ecologia forestale, patologia forestale, alpicoltura, selvicoltura, agricoltura tropicale e subtropicale, selvicoltura coloniale. Fotografo abilissimo, sapeva cogliere gli aspetti caratterizzanti delle piante e della vegetazione, e poté così fornire le sue opere di numerosissime fotografie.
Morì a Bergamo l'8 maggio 1980.
Malgrado la sua carriera si fosse svolta, per quanto riguarda la ricerca ufficiale, nell'ambito di istituzioni a carattere agrario con un notevole contributo nello sviluppo dell'agricoltura e selvicoltura, il F. era fondamentalmente un naturalista e come tale era ben conosciuto, anche a livello internazionale, per gli studi accurati di botanica sistematica e per le numerose indagini fitogeografiche, che costituirono fin dall'inizio il suo maggiore interesse. Particolare attenzione pose ai problemi degli endemismi della Lombardia ed a quelli della protezione della natura.
Molto lavorò anche nel campo della botanica forestale, sia con ricerche originali (ne è esempio la serie di lavori sulla distribuzione del larice: IlLarice nelle Alpi orientali italiane, I, Il Larice nella montagna lombarda, in Pubbl. d. R. Staz. sper. di selvicoltura di Firenze, n. 5, 1936), sia con la divulgazione scientifica, espletata attraverso riviste dedicate ai problemi forestali e montani. Più tardi il F. allargò ulteriormente l'indagine scientifica in campo botanico, come si può rilevare soprattutto nella sua Flora delle Alpi (Milano 1955), un trattato completo con l'elenco di tutte le fanerogame alpine delle montagne italiane, che rinnovava ed ampliava quello già pregevole del 1932. A carattere divulgativo invece sono le pubblicazioni: Fiori della montagna (ibid. 1956); Flora mediterranea (ibid. 1962); Glialberi d'Italia (ibid. 1967). A questa vasta prospettiva di analisi si aggiunge una serie di monografie: Campanula elatinoides (ibid. 1955); Il paesaggio vegetale del lago d'Iseo e della Valle Camonica (in Monti e boschi, VI [1956], pp. 7-17), Una stazione di piante microtermiche in Val Cavallina, (Bergamo 1962; Campanula raineri, ibid. 1963; Itinerari naturalistici lombardi. Il gruppo del Monte Resegone (Prealpi bergamasche). Vegetazione e flora, in Monti e boschi, XX[1969], 1, pp. 17-32). Si occupò anche di funghi e completò numerose pubblicazioni a carattere divulgativo sull'argomento.
Questo amplissimo lavoro di ricerca comprende anche uno studio molto originale su L'indice di continentalità idrica come mezzo di rappresentazione delle caratteristiche climatologiche di stazione e la carta isepirica della montagna lombarda (in L'Universo, XVI[1935], pp. 957-968). Il F. in esso intende offrire, attraverso lo studio statistico della precipitazione atmosferica totale annua unito al dato altimetrico, una carta detta "isepirica": tale carta avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento per la valutazione della distribuzione vegetale e della possibilità di acclimatazione di alcune specie forestali. Del F. ci restano circa 300 scritti, dagli articoli su riviste divulgative e tecniche ad opere di impegno assai rilevante che riguardano tutti i campi nei quali aveva operato. Oltre a quelle ricordate, le opere più significative sono le seguenti: L'ontano minore od ontano verde, in L'Alpe, XX (1933), pp. 228-230; I pini della Sezione Cembra, ibid., XXI (1934), pp. 338-341; Il castagno, Roma 1945; Le palme, Firenze 1949; Il genere Populus e la sua importanza nella selvicoltura, Milano 1951; Luso della sterilità maschile nella produzione delle sementi ibride di mais, in Maydica, I (1956), pp. 12-16; Produzione delle sementi ibride di mais in Italia e norme tecniche di controllo e certificazione, ibid, pp. 67-70; I fiori della montagna, Milano 1956; Conosci l'Italia - La Flora (in collab. con V. Giacomini), ibid., 1958; Flora Mediterranea - Vegetazione e flora dei litorali italici e mediterranei, Milano 1962. Il mais, Bologna 1968; Actinidia, ibid., 1972; Alberi - Dendroflora Italia (in collab. con A. Gambri), Trento 1976.
Bibl.: A. Béguinot, Botanica (Enc. scient. monografica it. del XX sec.), Milano 1938, ad Indicem;Necrol. in Rev. valdotaine dhistoire natur., XXXIII-XXXIV (1979-1980), p. 259; in Atti dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo, XII (1980-81), pp. 883-889; in Informatore botanico italiano, XII (1980), pp. 293-303; in La Rivista del Club alpino italiano, CI (1980), pp. 9 s.; in L'Italia forestale e montana, VI (1980), p. 286.