BOTTARO, Luigi
Nato a Savona il 15 ott. 1819, entrò nella Congregazione della Missione il 13 genn. 1835 e venne inviato nel novembre dello stesso anno a Piacenza all'apostolico collegio di S. Lazzaro per gli studi di teologia, storia, diritto e morale. Emessi ivi i voti monastici nel marzo 1838, venne ordinato diacono nel 1841. Ritornato a Savona nel 1843, dopo l'ordinazione sacerdotale, mentre gli veniva affidato nel collegio savonese della Missione l'insegnamento di matematica, si occupò attivamente dei problemi scolastici e sociali della città, intervenendo a favore della contrastata creazione di un asilo infantile. Spirito liberale, il B. considerò l'istruzione professionale come mezzo di emancipazione popolare e propugnò un cattolicesimo aperto alle esigenze di una cultura moderna.
Rimane a testimoniare questa posizione un discorso da lui pronunciato il 6 nov. 1845 nella chiesa dei cappuccini di Genova, ove dice che "vero scisma, vera eresia del nostro secolo è pretendere di inimicare la Chiesa all'incivilimento, la scienza alla religione, che viene in tal modo solennemente disonorata" (Ne' solenni uffici di espiazione pei benefattori degli asili d'infanzia, Genova 1845).
Proposta nel 1844 dalla Società economica d'incoraggiamento all'industria, all'agricoltura e al commercio la fondazione di una scuola di fisica e chimica applicate alle arti e ai mestieri, il B., aiutato da un altro insegnante del collegio, Luigi Sbuttoni, la promosse e la sostenne. Della sua collaborazione a questa scuola, la prima di tal genere istituita negli Stati sardi, si conservano due discorsi: uno letto per l'inaugurazione (Savona 1844), l'altro per l'apertura del terzo anno scolastico (ibid. 1846). Ma più importanti per conoscere la preparazione scientifica e pedagogica del B. sono i Sunti delle lezioni di fisica applicata all'industria ed economia,dette nel terzo anno della Scuola Tecnica (Savona 1847). Ancora nel campo dell'istruzione professionale, il B. appoggiò, nel 1849, la creazione di una scuola serale di sistema metrico decimale, sostenuta dal comune.
Nonostante che l'attività di questi anni fosse prevalentemente di indirizzo didattico, il B. non abbandonò gli studi filosofici, fedele all'ideale di un umanesimo integrale, che abbracciasse il, pieno sviluppo delle facoltà umane. Rappresentante dell'indirizzo rosminiano, fu tra i soci più ragguardevoli dell'Accadernia di filosofia italica fondata nel 1850 in Genova da T. Mamiani. Assidua fu la sua partecipazione alle discussioni, in special modo con dissertazioni concernenti la filosofia morale e a sua cura fu stampato nel 1861 il terzo volume dei Saggi dell'Accademia.
La sua preparazione nel campo filosofico gli valse la cattedra di filosofia razionale al civico ginnasio di Genova, che diresse in seguito quando fu mutato in ginnasio nazionale. Occupò tale posto fino al giugno 1861, allorché intervenne nel conflitto tra autorità pubblica e gerarchie ecclesiastiche genovesi, causato dal rifiuto di alcuni insegnanti di tendenze clericali a partecipare alla cerimonia, indetta per il 2 giugno dal comune di Genova per celebrare la prima ricorrenza della festa nazionale del Regno d'Italia. Il B. insorse criticando i provvedimenti presi dalla giunta municipale nei confronti di costoro in una lettera aperta al sindaco Gavotti in cui, a fondamento della sua posizione, si appella ai principî del liberalismo inteso come universale tolleranza (All'ill. sig. il marchese Gerolamo Gavotti,sindaco della città di Genova).
Grazie all'intervento dell'amico N. Tommaseo presso l'allora ministro della Pubblica Istruzione F. De Sanctis, il B. poté vedere annullato il conseguente decreto di trasferimento ad Ivrea e avere l'incarico di logica e antropologia all'università di Genova. Il 5 dic. 1861 lesse la sua prolusione Delle relazioni dell'antropologia coi sistemi sociali (Genova 1861).
Tuttavia, nonostante la sua attività e l'appoggio del Tommaseo, non riuscì ad ottenere la nomina ad ordinario e due anni dopo gli venne anche revocata quella a professore straordinario.
Tra i numerosi scritti filosofici di questo periodo citiamo: Letture di logica e metafisica tratte dai più illustri contemporanei italiani e seguite da brevi cenni storici sui più rinomati filosofi, Savona 1856; Letture di filosofia morale tratte dai più illustri contemporanei italiani, Genova 1862; Principi sociali dimostrati al popolo, Genova 1862; Delle origini umane. Sunto di alcune lezioni d'antropologia nell'Università di Genova, Genova 1862; Se la civiltà corrompa i costumi, in Saggi dell'Accademia di filosofia italica, III, pp. 109 ss.
Nel 1859 aveva fondato il giornale L'Amico, per "la difesa dei principi sociali, morali e religiosi, in ordine al progresso, alla libertà, all'indipendenza, alla grandezza d'Italia", valendosi dell'assidua collaborazione del Tommaseo che vedeva nel periodico il difensore della "libertà vera e della schietta religione". Dal 1862, coadiuvato dalla sorella Fortunata, scrittrice e validissima collaboratrice delle sue iniziative, pubblicò La donna e la famiglia, rivista mensile pedagogica e letteraria, a cui collaborarono il Tommaseo e R. Lambruschini. Con entrambi i giornali egli operò in parallelismo con i genovesi Annali cattolici (1863-65), trasformati poi a Firenze nel 1865 nella Rivista universale, da cui nacque nel 1879 la Rassegna nazionale.
Trasferitosi a Parigi, curò dal 1867 l'edizione francese della sua rassegna educativa (La femme et la famille), che ebbe larga diffusione anche in altre città d'Europa. Tornato a Genova, vi fondò nel 1879 Il consigliere delle famiglie, quindicinale che si occupava in modo piano e accessibile di quanto poteva concorrere al benessere morale e materiale della famiglia.
Negli anni seguenti il B. si dedicò quasi esclusivamente all'attività di scrittore. Tra le sue numerose opere, tutte di carattere moralistico sul piano popolare e divulgativo, recensite con benevolenza dalla Civiltà cattolica, ricordiamo: Pensieri e consigli. Verità morali, San Pier d'Arena 1885; Bellezze e gioie cristiane, Genova 1885; Carità dei Fratelli, San Pier d'Arena 1885; Carità di Dio, ibid. 1885; La felicità nel Cristianesimo, ibid. 1885; Misteri umani, Torino 1885; Per essere amati, Genova 1885; Le mie vacanze in Val Vigezzo, San Pier d'Arena 1887; Dell'educazione cristiana: pensieri e consigli, ibid. 1887; Povertà e ricchezza, ibid. 1892; I due orfani, ibid. 1899; Piccola raccolta di racconti e novelle, ibid. 1901.
Il B. morì a Genova nel 1904.
Fonti eBibl.: Piacenza, Archivio Alberoni, Registro dei soggetti di Casa; Registro degli Ordinandi;Genova, Archivio Congregazione della Missione, Registro dei Novizi;F. Brunengo, Sulla città di Savona. Dissertazione storica cosparsa di amenità letterarie, II, Savona 1870, pp. 453-454; III, ibid. 1876, p. 146; Civiltà Cattolica, s. 12, X (1885), p. 585; XI (1885), p. 589; XII (1885), p. 339; s. 13, I (1886), p. 340; II (1886), p. 100; III (1886), p. 89; IV (1886), p. 91; VIII (1887), p. 582; E. Curotto, L'Accademia di filosofia italica fondata dal Mamiani in Genova nel 1850, Genova 1915, pp. 17, 31, 57; A. De Gubernatis, Dictionnaire international des écrivains du jour, Firenze 1889, p. 380; F. Noberasco, Savona nel decennio 1840-1850. Noterelle, Savona 1936, pp. 50 ss., 95;Id., I Savonesi illustri, Savona 1939, pp. 12 s.; A. Gambaro, F. Aporti e gli asili nel Risorgimento, I, Torino 1937, p. 621; E. Codignola, Pedagogisti ed educatori, Milano 1939, p. 93; I. Scovazzi, Savona e la Sabazia nel Risorgimento italiano, Varazze 1960-1961, pp. 104-137, 211 s., 221; S. Landucci, De Sanctis e Tommaseo. Lettere inedite, in Belfagor, XVII (1962), pp. 73 ss.