BARTOLUCCI, Luigi
Nacque a Roma il 15 agosto 1788 da Vincenzo. Trascorsi i primi anni a Cantiano, nelle Marche, donde la famiglia era originaria, nel 1805 entrò nell'esercito francese, dove raggiunse presto il grado di tenente di cavalleria. Partecipò quindi alla campagna di Russia, entrando nello Stato Maggiore e diventando aiutante di campo del Murat; il suo valore gli valse la croce della Legion d'onore, quella dell'Ordine costantiniano e la promozione a capitano. Nel corso della ritirata cadde prigioniero e riacquistò la libertà nel 1814. Due anni dopo era a Roma capitano dei carabinieri pontifici, ma fu radiato dal corpo per aver sostenuto un duello. Intraprese in seguito un viaggio in Oriente: nel 1823 si trovava in Persia come colonnello dell'esercito persiano, ma dopo pochi mesi preferì rientrare in Italia. Trascorse a Cantiano il periodo dal 1824 al 1837, durante il quale si dimostrò attivo cospiratore, così da destare i sospetti delle autorità: il B., che era stato già arrestato nel 1819 per tumulti a Roma, fu arrestato di nuovo a Roma nel 1831, nel maggio 1833 a Perugia, quando fu messo in libertà vigilata, e infine nel 1837 ancora a Roma, dove fu condannato a ventun anni di prigione, che poté però mutare nell'esilio. Rifugiatosi in Francia, rientrò in Italia solo nel 1846, in seguito all'amnistia concessa da Pio IX, ai condannati politici. Nel 1848 partecipò alla campagna del Veneto quale comandante del II reggimento volontari (poi VI) della divisione Ferrari.
Il B. comandava la guarnigione di Padova, che aveva preparato alla difesa, quando gli giunse la notizia della caduta di Vicenza. Avendo deciso di continuare a resistere a Padova, inviò due ufficiali, tra cui M. Montecchi, da G. Pepe a Rovigo, per chiedergli di raggiungerlo e di mettersi a capo della resistenza. Pepe opinò, invece, che ci si dovesse dirigere a Venezia, e le truppe del B. uscirono da Padova: se la loro tumultuosa ritirata ebbe tuttavia un qualche ordine, lo si dovette, secondo la testimonianza del Montecchi, al Bartolucci.
Il collegio di Pesaro e Urbino lo elesse suo rappresentante all'Assemblea costituente romana, e in tale qualità nella seduta dell'8 febbr. 1849 il B. votò a favore dell'istituzione della repubblica. Il 10 dello stesso mese fu promosso generale di brigata onorario e destinato al comando della I divisione; nell'aprile ottenne l'effettività del grado come comandante la cavalleria, e il 30 maggio fu promosso generale di divisione. Fu anche presidente provvisorio della commissione di guerra nominata il 16 marzo e di un'altra che, con decreto del 26 dello stesso mese, aveva il compito di esaminare le domande di coloro che aspiravano a gradi della milizia. Al comando della cavalleria partecipò alle azioni contro le truppe napoletane fra il 10 e il 20 maggio. Durante l'assedio gli fu affidata la difesa della cinta sulla sponda sinistra del Tevere. Quando, il 30 giugno, Mazzini espose all'Assemblea la situazione militare della Repubblica, incitando alla resistenza, il B. prese dopo di lui la parola per dichiarare che, in base ai rapporti fatti da Garibaldi, riteneva ormai impossibile ogni ulteriore resistenza. Caduta la Repubblica romana, riprese, la via dell'esilio, dapprima in Inghilterra, poi a Nizza. Era appena rientrato in Italia dopo Villafranca quando morì a Tenda il 14 ag. 1859.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Miscellanea di carte politiche o riservate, nn. 1737, 3037; M. Montecchi, Fatti e documenti riguardanti la Divisione Civica e i Volontari... Documenti della guerra santa d'Italia, Capolago 1850, pp. 45-48; C. Rusconi, La repubblica romana, II, Torino 1850, p. 181; G. Spada, Storia della rivoluzione di Roma e della restaurazione del governo pontificio, III, Firenze 1869, pp. 298, 318, 661; G. Leti, La rivoluzione e la repubblica romana (1848-1849), Milano 1913, nn. 132, 346, 394, 438; E. Loevinson, Gliufficiali napoleonici dello Stato pontificio, Roma 1914, p. 8; G. Santini, Ancona nel 1848-'49, Macerata 1927, pp. 36, 43, 74, 75, 141 s., 146; D. e G. Spadoni, Uomini e fatti delle Marche nel Risorgimento italiano, Macerata 1927, pp. 107 s.; D. Luchetti, Il cav. L. B. generale della Repubblica romana del 1849, Gubbio 1941; E. Morelli, Tre profili, Benedetto XIV, P. S. Mancini, P. Roselli, Roma 1955, pp. 119, 122, 127; C. Spellanzon-E. Di Nolfo, Storia del Risorg. e dell'unità d'Italia, VII, Milano 1960, p. 546.