MINIO PALUELLO, Lorenzo.
– Nacque a Belluno il 21 sett. 1907, da Michelangelo Minio e da Ersilia Bisson, in una nobile famiglia veneziana con antichi interessi per la scienza; dal 1929, per atto di adozione, i figli di Michelangelo assunsero anche il cognome Paluello.
Il M. si dedicò fin da giovane allo studio del greco, del latino e dell’ebraico, diplomandosi al liceo ginnasio Foscarini di Venezia e laureandosi poi nella facoltà di lettere e filosofia di Padova, nel 1929, con una tesi su «Teoria della storia e gnoseologia in Kant».
Ebbe tra i suoi maestri C. Marchesi, B. Terracini e soprattutto M. Valgimigli, a cui sempre rimase legato da vigorosa amicizia e con cui collaborò nella traduzione italiana dell’opera di Platone per l’editore Laterza, con la traduzione del Cratilo (Bari 1931).
A Padova lavorò come assistente di biblioteca fino al 1932, quando lasciò la città per recarsi a Parigi e perfezionarsi negli studi sul Medioevo, frequentando la Sorbona, l’École des hautes études e il Collège de France, dove seguì i corsi di É. Gilson. Al ritorno in Italia, nel 1933, incontrò una situazione molto difficile, aggravata dal suo rifiuto di aderire al Partito nazionale fascista. Insegnò in una scuola secondaria in Istria fino al 1935, quando fu escluso dall’insegnamento pubblico; il matrimonio con Magda Ungar, di origine ebraica, sposata nel 1938, rese la sua situazione ancora più pericolosa. Già in contatto con D. Ross, provost all’Oriel College di Oxford, ricevette da lui, nell’autunno del 1938, l’invito a trasferirsi in quella città dove giunse nel 1939, entrando a far parte della numerosa colonia di intellettuali costretti alla fuga dall’Europa continentale. Quando, nel 1940, l’Italia entrò in guerra il M. passò inizialmente un periodo di internamento di cinque mesi e mezzo nell’isola di Man, ma in seguito poté collaborare con il dipartimento della Difesa inglese.
Entrò a far parte dell’associazione Free Italy - Libera Italia ricoprendovi il ruolo di consigliere dal 1° ag. 1942 al gennaio 1943; l’associazione teneva una rubrica per Radio Londra e il M. curò le trasmissioni in italiano (le veline delle trasmissioni presentate tra il dicembre 1940 e il maggio del 1942 sono conservate presso la Fondazione Ezio Franceschini a Firenze). A questo periodo risalgono anche i suoi interventi politici di opposizione al fascismo, come i saggi sull’educazione in Italia (Education in fascist Italy, London 1946) e sui rapporti tra Italia e Germania (PENTAD [pseudonimo collettivo usato da P.P. Fano, A.F. Magri, L. Minio Paluello, R. Orlando, I. Thomas], The remaking of Italy, New York 1941; la paternità del contributo del M., The Germans and Italy, pp. 55-113, è stata confermata da I. Bulmer Thomas e dal materiale conservato presso la Fondazione Franceschini).
A Oxford, tra il 1939 e il 1945, collaborò con R. Klibansky alla realizzazione del Corpus Platonicum Medii Aevi, e preparò la tesi dottorale su «The methods of translator of philosophical works from Greek into Latin in the Middle Ages». Negli anni 1947-48 fu fellow al Warburg Institute a Londra e nel 1948 – conseguito il titolo dottorale a Oxford – fu senior lecturer di filosofia medievale dell’Oriel College, per poi divenirne reader (1956) e quindi professorial fellow (1962-75). Dell’Oriel College divenne infine emeritus and honorary fellow. Tenne, inoltre, le Barlow lectures a Londra, nel 1955, e – avendo vinto un concorso per professore ordinario – insegnò filologia medievale e umanistica a Padova nell’a.a. 1956-57, decidendo poi di tornare a Oxford.
Fu membro della British Academy (fellow dal 1957), dell’Institute for advanced study di Princeton (1969-70 e 1974-76), dell’American Medieval Academy (corresponding fellow dal 1970), dell’American Philosophical Society (foreign member dal 1971), dell’Académie royale des sciences, des lettres et des beaux arts de Belgique (dal 1975), dell’Accademia Patavina (dal 1977), dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti (dal 1980), della Oxford Dante Society e ricevette la medaglia del Collège de France nel 1975.
Negli ultimi anni della vita fu afflitto da una malattia che diminuì progressivamente le sue possibilità di lavoro e lo accompagnò fino alla morte, il 6 maggio del 1986, a Oxford.
Il suo maggiore contributo sia sul piano scientifico sia per l’impegno organizzativo che prestò all’opera, è legato all’Aristoteles Latinus, la grande collana di edizioni delle traduzioni latine medievali di Aristotele, promossa dall’Università cattolica di Lovanio e destinata a cambiare il volto della storiografia filosofica del Medioevo. Dal 1947 collaborò e fece parte del comitato di edizione, dando un contributo straordinario perché non cadessero nell’oblio le ricerche per la costituzione del catalogo dei codici aristotelici condotte, prima della guerra, da G. Lacombe, con A. Birkenmajer, M. Dulong ed E. Franceschini (di cui era stato amico fin dagli anni universitari). Nel 1959 divenne direttore dell’impresa (succedendo ad A. Mansion), per rimanerne alla guida fino al 1973 (quando gli succedette G. Verbeke). Nel periodo della sua direzione promosse e controllò numerose edizioni affidate a studiosi di tutto il mondo e instaurò uno stile di lavoro senza formalismi e orientato all’obiettività e all’efficacia. All’Aristoteles Latinus continuò a dare un aiuto decisivo fino al 1976.
L’opera si ispirava al principio che per conoscere il modo in cui l’aristotelismo aveva riconfigurato la cultura europea si doveva poter disporre di edizioni critiche delle traduzioni degli scritti aristotelici e si doveva comprendere il complicato mondo testuale che si era sviluppato intorno alle antiche traduzioni. Il M. dette al lavoro editoriale un grande impulso, precisando le diverse tipologie di traduzione aristotelica, introducendo la partizione tra la translatio vera e propria e le sue recensiones, mostrando le possibilità di incrocio tra le due principali forme (come avviene nel caso della traduzione dell’Etica Nicomachea di Roberto Grossatesta o in quello della Metafisica di Guglielmo di Moerbeke). Forte di questa consapevolezza, il M. precisò i diversi criteri di edizione da impiegare nella varie circostanze testuali, cercando di ottenere testi quanto più prossimi alla volontà originaria del loro autore, ma anche di dare conto dell’ampio réseau di recensiones che accompagnano una translatio, offrendone selezioni rappresentative. La direzione dell’Aristoteles Latinus gli dette, inoltre, l’opportunità di una fitta corrispondenza con la comunità scientifica, da cui venne un carteggio scientifico e personale attualmente solo in parte ricostruito.
Nell’ambito dell’Aristoteles Latinus il M. si occupò personalmente soprattutto dei testi logici (le edizioni dovute al M., ovvero quelle nelle quali il suo intervento scientifico fu rilevante, sono le seguenti: I, 1-5, Categoriae vel Praedicamenta. Translatio Boethii, Editio Composite, Translatio Guillelmi de Moerbeka, Lemmata e Simplicii commentario decerpta, Pseudo-Augustini Paraphrasis Themistiana, Bruges-Paris 1961; I, 6-7, Categoriarum supplementa. Porphyrii Isagoge, Translatio Boethii, et Anonymi Fragmentum vulgo vocatum «Liber sex principiorum», ibid. 1966; II, 1-2, De interpretatione vel Periermenias. Translatio Boethii, Translatio Guillelmi de Moerbeka, ibid. 1965; III, 1-4, Analytica priora. Translatio Boethii (recensiones duae); Translatio anonyma; Pseudo-Philoponi aliorumque Scholia, ibid. 1962; IV, 1-4 [2° e 3° ed. alt.], Analytica posteriora. Translationes Iacobi, Anonymi sive «Ioannis»; Gerardi et Recensio Guillelmi de Moerbeka, ibid. 1968; V, 1-3, Topica. Translatio Boethii, Fragmentum recensionis alterius et translatio anonyma, ibid. 1969; XI, 1-2 [ed. alt.], De mundo. Translationes Bartholomaei et Nicholai, ibid. 1965; XXXIII [ed. alt.], De arte poetica. Translatio Guillelmi de Moerbeka, Bruxelles-Paris 1968. Oltre alla revisione di Aristoteles Latinus. Codices, Pars posterior (Cambridge 1955), a lui si deve l’Aristoteles Latinus. Codices, Supplementa altera (Bruges-Paris 1961). Delle Categoriae e del De interpretatione, degli Analytica priora et posteriora, curò anche il testo greco nella «Scriptorum classicorum Bibliotheca Oxoniensis», di cui poté sensibilmente migliorare la lezione considerando anche le versioni siriaca, araba e armena, come pure alcuni commentari greci (Oxford 1949, 2° ed. 1956; ibid. 1964).
La linea generale della sua interpretazione della presenza di Aristotele nel Medioevo è segnata sul piano storico dal tentativo di valorizzare l’apporto specifico delle traduzioni dal greco; sul piano dell’ermeneutica filosofica mostrò grande attenzione al fatto che l’aristotelismo doveva consentire alla filosofia europea di dotarsi di una lingua tecnica, quasi formalizzata, che consentiva enormi progressi non solo nella filosofia morale e politica, ma soprattutto nella filosofia naturale. L’interesse per l’autocoscienza della lingua nella cultura filosofica (che è certo anche da porre in relazione ai suoi interessi di filosofia contemporanea) portò il M. a privilegiare gli studi di logica, ma pure lo orientò allo studio della semantica storica, a cui dette un contributo molto importante, anche attraverso la redazione dei meticolosi indici lessicali dell’Aristoteles Latinus e degli elenchi alfabetici bilingui, greco-latini e latino-greci, dotati di alcuni espedienti grafici che ne consentivano una lettura ipertestuale, utili fra l’altro all’identificazione dei traduttori e delle lezioni doppie (Spinosa). Anche gli studi su Dante lettore di Aristotele mostrano significative attenzioni nella direzione della semantica storica, attenzione che dette forse il suo miglior risultato nel saggio Sur la genèse du terme «scientifique» (in L’Âge de la science, III [1970], pp. 201-205), in risposta a un intervento di E. Benveniste.
Tra i suoi lavori più importanti vi sono ancora l’edizione del Phaedo, interprete Henrico Aristippo pubblicato nel Corpus Platonicum Medii Aevi. Plato Latinus (Londinii 1950). Studiò Abelardo, Adamo di Belsham, Boezio traduttore, la logica del XII secolo e Giacomo da Venezia, ma anche amò il tema della cultura filosofica di Dante e dedicò rilevanti ricerche a Remigio de’ Girolami (pubblicando estratti del De bono communi).
La bibliografia dell’opera del M. non è stata ancora interamente ricostruita. Si veda un primo tentativo in L. Minio Paluello, Luoghi cruciali in Dante. Ultimi saggi con un inedito su Boezio e la bibliografia delle opere, a cura di F. Santi, Spoleto 1993, dove, alle pp. 151-159, figura una bibliografia redatta dallo stesso M.; i suoi studi sono numerosi e dispersi in sedi diverse, ma si può ricorrere ad alcune raccolte: per gli scritti su Aristotele si veda in particolare Opuscula. The Latin Aristotle, a cura di H.J. Drossaart Lulofs, Amsterdam 1972; per gli studi danteschi (in parte tradotti in italiano), Luoghi cruciali in Dante, cit.; di grande rilievo anche Twelfth century logic. Texts and studies, I, Adam Balsamiensis Parvipontani ars disserendi (dialectica Alexandri); II, Abaelardiana inedita, Roma 1956-58. Di riferimento le voci a lui dovute per l’Encyclopaedia Britannica e per il Dictionary of Scientific Biography.
Fonti e Bibl.: Documentazione sulla vita del M. è raccolta in parte presso gli archivi dell’Aristoteles Latinus a Lovanio, ma soprattutto a Firenze, presso la Fondazione Ezio Franceschini, cui è stata affidata, insieme con la sua biblioteca, dai figli Roberto e Margherita Biller, nel 1991: si tratta di 75 buste con circa 200 fascicoli; di quaderni di appunti (circa 95 pezzi non numerati) e di altro materiale di lavoro (bozze dell’Aristoteles Latinus, talvolta con annotazioni, fascicoli dattiloscritti con indici, microfilm); nel carteggio vanno ricordati tra i mittenti oltre a M. Valgimigli, Franceschini e A. Mansion, Marie Thérèse d’Alverny, C. Dionisotti, R. Mynors, A. Pelzer, P. Michaud Quantin, G. Verbeke, G. Vuillemin-Diem. Tale documentazione è in buona parte inedita (si ricordi tuttavia l’edizione di una parte del carteggio in La scuola di Erse. Lettere e documenti di M. Valgimigli, E. Franceschini e L. M. P., a cura di G. Benedetto - F. Santi, Spoleto 1991). Per orientarsi nella documentazione della Fondazione Franceschini, è disponibile un Elenco di consistenza ed è in preparazione una Guida all’Archivio di L. Minio Paluello, a cura di C. Borgia (in parte già utilizzabile). Per la famiglia, cfr. M. P., in Libro d’oro della nobiltà italiana. 1990-1994, XXII, Roma 1994, pp. 128 s. Vedi inoltre: necr. in Speculum, LXII (1987); The Times, 8 maggio 1986. Per il significato storico della sua attività intellettuale, oltre ai saggi di R. Southern (L. M., pp. 3-8), di B. McGuiness (Il contributo di L. M. ad Oxford, pp. 9-12) e di J. Brams (L. M. P. et l’ «Aristoteles Latinus», pp. 13-25), apparsi in Luoghi cruciali, cit., si vedano: W. Kneale, L. M. P., 1907-1986, in Proceedings of the British Academy, LXXII (1986), pp. 441-454; O. Murray, Momigliano e la cultura inglese, in Rivista storica italiana, C (1988), 2, pp. 422-439; D.E. Luscombe, The study of Medieval philosophy in England in the nineteenth and twentieth centuries: an initial appraisal, in Gli studi di filosofia medievale tra Otto e Novecento. Contributo ad un bilancio storiografico. Atti del Convegno internazionale, … 1989, a cura di R. Imbach - A. Maierù, Roma 1991, pp. 131-139; C. Leonardi, Gli archivi dei filologi Ezio Franceschini e L. M. P., in Studi medievali, XXXIII (1992), pp. 856-860; Id., Gli archivi dei filologi Ezio Franceschini e L. M. P., in Specchi di carta. Gli archivi storici di persone fisiche: problemi di tutela e ipotesi di ricerca, Firenze 1993, pp. 23-29, 119; E. Cecchini, La filologia mediolatina in Italia nel sec. XX, in La filologia medievale e umanistica greca e latina nel secolo XX. Atti del Congresso internazionale, … 1989, Roma 1993, pp. 529-567; J. Brams, L’«Aristoteles Latinus»: bilan d’une édition internationale, in Actualité de la pensée médiévale. Recueil d’articles, a cura di J. Follon - J. McEvoy, Louvain-la-Neuve-Louvain-Paris 1994, pp. 57-68; G. Spinosa, Un accesso sinottico alle origini del lessico filosofico e colto moderno: gli indici dell’«Aristoteles Latinus», in Fabula in tabula. Una storia degli indici dal manoscritto al testo elettronico. Atti del Convegno di studio della Fondazione Ezio Franceschini e della Fondazione IBM Italia. Certosa del Galluzzo, … 1994, a cura di C. Leonardi - M. Morelli - F. Santi, Spoleto 1995, pp. 315-345; F. Santi, L. M. P., in Guida agli archivi delle personalità della cultura in Toscana tra ’800 e ’900: l’area fiorentina, a cura di E. Capannelli - E. Insabato, Firenze 1996, pp. 400-402; Lessico universale italiano, XIII, sub voce.
F. Santi