BONINCONTRI, Lorenzo
Nacque a San Miniato il 23 febbr. 1410. Partecipò giovanissimo alla lotta contro i Fiorentini, sotto il cui dominio si trovava la sua città. Processato, fu bandito nel 1432 e si rifugiò prima presso il campo dell'imperatore Sigismondo allora in Toscana e poi prese servizio come soldato di ventura con Francesco Sforza. Fu presente nel 1436 alla conquista di Montefiascone e in questa occasione venne gravemente ferito. Verso il 1450 andò a Pisa, dove aveva alcuni poderi, poi a Roma, e infine a Napoli, presso Alfonso d'Aragona: qui rimase fino al 1475.
Del lungo soggiorno del B. a Napoli - dove con ogni probabilità ricoprì una carica militare di una certa importanza - abbiamo scarse notizie. Nel 1458, per la peste che colpì la città, morirono la moglie Cecilia e due dei suoi tre figli. In questi anni il B. cominciò a dedicarsi all'astrologia, intraprendendo lo studio dell'Astronomicon di Manilio, che ricopiò di sua mano da un codice prestatogli dal Panormita. Inoltre, con l'aiuto dell'astrologo catanese Tolomeo Gallina, gettò le fondamenta dei suoi poemi e commenti astrologici; ma non risulta che abbia mai insegnato questa materia a Napoli. Godette anche dell'amicizia del Pontano, che lo qualificò "familiaris meus", gli indirizzò alcune poesie latine, ne ricordò in alcuni carmi la felice vita coniugale e, infine, scrisse il suo epitaffio celebrandolo come "nobilis astrologus". Sembra che in questo periodo, e anche prima, il B. si esercitasse nella poesia latina, benché rimangano pochissime delle elegie composte in quegli anni. Dopo il 1458, data anche della morte di Alfonso d'Aragona, il B. pensava sempre più a tornare in Toscana, e, mentre scriveva opere storiche o poetiche per Alfonso e per Ferdinando, si rivolgeva anche a Lorenzo de' Medici dedicandogli un poema in esametri latini.
Nell'aprile del 1475 il B. fu riammesso in patria e andò in ottobre a Firenze. Grazie ai comuni studi si legò presto in amicizia col Ficino (che lo elenca tra i suoi "familiares" e lo chiama "poeta astronomicus, astronomusque poeticus"), e dalla cattedra di astrologia nello Studio lesse l'Astronomicon (1475-78), di cui preparò il commento che, perfezionato negli anni seguenti, uscì a Roma nel 1484. Ma il soggiorno fiorentino fu breve. Forse a causa della congiura dei Pazzi, il B. lasciò Firenze e accettò l'invito di Costanzo Sforza di Pesaro, capitano dell'esercito fiorentino nella guerra di Ferrara, di accompagnarlo in qualità di astrologo (1479-80). Alla morte di Costanzo (1483), per il quale aveva cominciato a scrivere una vita di Muzio Attendolo, il B. rimase per qualche tempo presso il figlio Giovanni Sforza, e si spostò quindi a Roma nel 1484, dove venne accolto nell'Accademia Pomponiana e ricevette la laurea poetica il 21 aprile di quell'anno. Godette la protezione di papa Sisto IV, da cui fu chiamato alla cattedra di astrologia nello Studio, e del cardinale Raffaele Riario, il quale lo esortò a perfezionare e a pubblicare il suo commento su Manilio. In questi anni il B. portò a termine l'opera su Muzio Attendolo, che dedicò al cardinale Ascanio Sforza, e compose quattro libri di versi latini, i Fasti, iniziati per Sisto IV e terminati nel nome del suo nuovo protettore Giuliano Della Rovere, presso il quale il B. rimase fino alla morte. Questa avvenne a Roma, pare, nel 1491, perché difettano sue notizie dopo il luglio di quell'anno. P. Cortesi, nel suo De hominibus doctis, composto nel 1489, parla del B. come morto di recente, ma deve essere o errore o aggiunta posteriore (ma cfr. Thorndike, p. 407).
Opere ed edizioni. La prolifica produzione storica, poetica, astrologica del B. si può così dividere: 1) Lirica giovanile (anteriore al 1450). Il B. parla nei suoi Commentaria di elegie amorose, ma sono perdute. Due elegie più tarde si conoscono: una a poeta ignoto (Bibl. Apostolica Vaticana, Vat. Barb. lat. XXX, 104), e una a Lorenzo de' Medici (Descriptio meae vitae)premessa ai Rerum naturalium libri. 2) Opere storiche (1450-85): De ortu Regum Neapolitanorum (altrimenti conosciuto col titolo Historia utriusque Siciliae), storia dei re di Napoli dai Normanni agli Aragonesi (1041-1436) in dieci libri, dedicata ad Antonello Petrucci; edizione parziale (fino al 1348) del Lami, Deliciae Eruditorum, V, VI, VIII, Florentiae 1739-1740. Chronicon sive annales ab a. 903 ad a. 1458, storia più vasta di Napoli fino alla morte di Alfonso d'Aragona; edizione parziale (per il periodo 1360-1458) pubblicata dal Muratori nei Rerum Italicarum Scriptores, XXI, Mediolani 1732. Sforciae vita, cioè la vita di Muzio Attendolo Sforza (inedita: si legge nel cod. Lat. 11088 della Biblioteca Nazionale di Parigi). Sembra che sia stato questo l'ordine della composizione delle tre opere, che sono legate insieme in parte letteralmente. Purtroppo mancano non solo edizioni integrali, ma anche studi sulle fonti. L'articolo fondamentale del Bollea è rimasto senza seguito. 3) Poesie astrologiche (1469-91): Rerum naturalium... libri (1469-72), poema in esametri latini dedicato a Lorenzo de' Medici; tratta la natura del mondo e dell'uomo, e l'influsso degli astri, ed è di argomento teologico-filosofico anziché astrologico. Edito a Basilea (Winter) 1540, e 1575 (nel vol. II delle Opere del Gaurico). De rebus coelestibus (1472-75), poema in tre libri dedicato a Ferdinando d'Aragona, tratta l'essenza della Trinità e di ciascuna delle tre persone, della lotta fra Dio e gli angeli, del corso e delle proprietà delle stelle e dei pianeti. Pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1526, dal Gaurico (I. A. e fratres de Sabio), e ristampato nelle due edizioni di Basilea dei Rerum Naturalium. Più tardi (1484-91) il B. scrisse (o terminò) i suoi Commentaria su questi due poemi: non ne esiste nessuna edizione, e si conservano manoscritti nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, Laur. Pl. XXXIV, 52, nella Bibl. Apost. Vaticana, Vat. lat. 2844, e Urb. 703, e nella Bibl. Ambrosiana di Milano, Ambros. R. 12 sup. Fastorum sive Dierum solemnium christianae religionis libri IV (1484-91); "la materia non è che il calendario della Chiesa, tanto nel suo contenuto astronomico, quanto in quello sacro" (Soldati, 1903), ma deve anche molto a Iacopo da Varazze, a Tibullo e a Ovidio. Fu stampato a Roma nel 1491 da S. Planck (Hain, 3631). Pronostici per vari anni tra il 1485 e il 1491 (cfr. Gesamtkatalog der Wiegendrucke, IV, 4908-12). Per il proemio al vaticinio per l'anno 1489 vedi anche P. Landucci Ruffo, pp. 193 ss. 4) Opere astrologiche in prosa (1477-91): L. B. in Manilium commentum (col testo dell'Astronomicon), Romae 1484. Pare che il commento originario fosse fatto dal B. su un esemplare dell'edizione del 1474, già posseduto dallaLaurenziana (Bandini, II, 76) e poi "portato via da'Francesi" (Della Torre), ora forse nella Biblioteca Nazionale diParigi. Chi possedeva nel '500 l'esemplare dell'edizione del 1484, ora nella Bibl. Bodleiana, evidentemente ne voleva fare una ristampa a giudicare dal titolo e dalle molte correzioni. Commento al Centiloquio di Tolomeo, ed Excerpta ex Quatripartito Ptolomei, scritti a Firenze nel 1477 c. e rimasti inediti (Biblioteca Laurenziana, Laur. pp. XXIX, 3), Tabulae astronomicae (composte insieme con Camillo Leonardi nel 1480), Expositio super textum Alcabici,De vi et potestate mentis humanae Modena, (Bibl. Estense, cod. α F, 6, 18; il De vi et potestate è stato pubblicato ora da P. Landucci Ruffo, pp. 177 ss.). Tractatus electionum, composto nel 1489 e stampato in fondo all'edizione degli opuscoli astrologici di J. Schoener, Norimbergae 1539 (per la dedica ad Ascanio Sforza, vedi ora P. Landucci Ruffò, pp. 189 ss.). Integer tractatus de revolutionibus nativitatum, scritto nel 1491 e dedicato a Giovanni Sforza di Pesaro. Ne esiste una edizione s. n. tip. "ad F. Colotium" (cfr. P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Milano 1952 [ristampa], I, pp. 202-03; II, ser. 2, p. 103). Il Mazzuchelli accenna ad altre due opere (De Aequinoctis; Oratio de Pheobo et Saturno)che non sembrano essere del B., come pure non è suo l'Atlante attribuitogli dal Della Torre (al riguardo Soldati, 1906, p. 132 n. 3).
Se il B. non è da paragonare per la poesia astrologica con un Pontano o un Marullo, la sua opera in questo campo non fu senza importanza. Il Cortesi lo riconosce esplicitamente ("in quo genere ita laboravit, et praestitit, ut esset ex tota Italia ad eum concursus"), e uno studioso più recente, l'Uzielli, ha voluto giustamente sottolineare l'importanza dell'esposizione di Manilio per la diffusione di idee cosmografiche esatte. Ma l'aspetto forse più interessante della sua figura, anziché quello strettamente scientifico o quello poetico, sembra stare nell'incontro tra la scienza pagana e una filosofia cristiana platonizzante.
Fonti e Bibl.: Per la vita del B. troviamo notizie importanti negli Annales e nei Commentaria. Per il ritorno a Firenze e relativo documento si veda G. Uzielli, Assoluzione di L. B. dalla condanna di ribellione, in Arch. stor. ital., s. s, XXIV (1899), pp. 92-96. Fonti per la sua vita sono anche M. Ficino, Opera, Basileae 1576, 1, pp. 655, 750, 787, 858, 937; G. Pontano, Opera, Basileae 1588, III, p. 2635; Id., Carmina, Bari 1948, pp. 66, 95, 204, 449; P. Cortesii De hominibus doctis, Florentiae 1734, p. 54. Per la letteratura sul B. ricordiamo L. A. Muratori, Rerum Italic. Script., XXI, Mediolani 1732, pp. 3-5; G. Lami, Deliciae Eruditorum, V, Florentiae 1739, pref.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 2393-2396; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VI, 2, Modena 1790, pp. 403-406; G. Uzielli, Paolo dal Pozzo Toscanelli iniziatore della scoperta d'America..., Firenze 1892, pp. 79-90, 148-169, 172-176; Id., La vita e i tempi di Paolo dal Pozzo Toscanelli, Firenze 1894, pp. 530-543; A. Della Torre, Storia dell'accad. platonica, Firenze 1902, pp. 681-687 (con particolare riguardo all'influsso del platonismo); B. Soldati, La poesia astrologica nel '400, Firenze 1906, pp. 105-198 (il migliore e più ampio studio sul B., con indicazioni di mss. ed edizioni, ma che va integrato e corretto con le opere che seguono); Id., Gl'inni sacri d'un astrologo del '400, in Miscellanea di studi in onore di A. Graf, Bergamo 1903, pp. 405-429 (sull'ultimo soggiorno romano del B. e i Fasti); L. C. Bollea, Per l'edizione delle opere storiche di L. B., in Arch. muratoriano, X (1911), pp. 580-588 (ricco di notizie di mss., per cui vedi anche T. De Marinis, La bibl. dei re d'Aragona, Milano 1952, II, p. 34); L. Thorndike, History of magic and experimental Science, IV, New York 1934, pp. 405-412; V. Rossi, Il Quattrocento, Milano 1933, pp. 484 s.; A. Perosa, Studi sulla formazione delle raccolte di poesiedel Marullo, in Rinascimento, I (1950), 2, p. 139 e n. 2 (per i rapporti col Marullo); P. Landucci Ruffo, L.B. e alcuni suoi scritti ignorati, in Rinascimento, s. 2, V (1965), pp. 171-194; Encicl. Ital., VII, sub voce.