LONGHI (o De Longis)
Antica famiglia feudale di origine lombarda, diramata in Lombardia, in Liguria e nel Veneto e successivamente a Roma. Il ramo più potente e storicamente più importante fu l'originario dei conti di Casaloldo, di Montichiari, di Sarazino e di molti altri feudi nell'agro bresciano e mantovano.
L'origine di quei conti è assai oscura e discussa, avendo essi stessi preteso di essere già investiti del comitato bresciano fin dal 974 per opera di Ottone II; altri riferendone l'origine ai conti di Sabbioneta e di Desenzano; altri ancora identificandoli con i conti Ugoni progenitori dei Gonzaga. Il loro cognome gentilizio de Longis, appare ripetutamente nei documenti fin dal 1167, anno nel quale tre conti L., fratelli, cominciando a cedere alla pressione del sorgente comune, accordarono alcuni privilegi ai loro vassalli di Montichiari. Questa concessione è l'indizio e il prodromo di una fierissima e accanita lotta tra il comune di Brescia e questi feudatarî del suo territorio, lotta che è solo brevemente interrotta dalle vicende della prima Lega lombarda. Durante questa fu console di Brescia e uno dei rettori della Lega appunto un conte Azzo de Longis. Ma terminata la Lega, la lotta con il comune di Brescia riprese, né posò se non con il triplice bando contro i vinti conti i cui feudi e le cui giurisdizioni passarono in potere di Brescia.
I L. si rifugiarono nelle città vicine, specie in Bergamo e in Mantova, alcuni conservando, altri perdendo i titoli feudali e il dominio, ma sempre mantenendo il nome gentilizio e il ricordo della comunanza di origine nell'identità fondamentale dell'impresa gentilizia (il leone rampante). In Bergamo la famiglia riacquistò potenza specie dopo l'elevazione alla porpora cardinalizia di Guglielmo de Longis, già cancelliere di Carlo II di Angiò e creato cardinale del titolo di S. Nicola in Carcere da Celestino V. Il ramo dei L. di Roma, marchesi di Fumone, derivato da quello di Bergamo, è estinto nella linea maschile, ma prosegue con la riassunzione del nome nella linea femminile.
Bibl.: L. Fè d'Ostiani, I conti rurali di Brescia, in Arch. storico lombardo, XII (1899); G. Marchetti-Longhi, Pervetusta Fumonis Arx, in Arch. Soc. rom. di storia patria XLVII.