FORESTI, Lodovico
Nacque a Bologna il 27 marzo 1829 da Federico e da Adelaide Brunetti. A vent'anni si iscrisse alla facoltà di medicina, proseguendo gli studi a Firenze, dove si trasferì nel 1849 per motivi politici. Ritornato a Bologna in data non precisabile conseguì la laurea e iniziò la carriera di medico. La professione non sembrava essergli congeniale: secondo G. Capellini, che ebbe frequentazioni con la famiglia Foresti, il F. abbandonò l'attività di medico in seguito alla morte di un suo paziente, della quale si riteneva responsabile. Trovò conforto dapprima, e poi interesse, nella ricerca naturalistica, in particolare nello studio dell'ornitologia.
L'arrivo a Bologna intorno al 1860 del Capellini, che ricoprì la prima cattedra bolognese di geologia (cui era annesso l'insegnamento della paleontologia), le lezioni e le escursioni organizzate nell'ambito dell'istituto di geologia, cui dal 1862 partecipò attivamente, indirizzarono definitivamente il F. verso gli studi palcontologici.
Nel luglio del 1863il F. si recò a vedere alcuni resti fossili notati nella zona di Riosto, vicino a Bologna: si trattava di un teschio ed altre ossa che ad un primo esame sembravano appartenere ad un sirenoide del genere Halitherium; l'anno dopo anche il Capellini andò ad esaminare quei fossili ancora in posto, incassati nella roccia, ma non ebbe modo di darne una esatta interpretazione. Dopo un lungo e accurato lavoro di ricupero, finalmente il F. poté studiare con metodo comparativo tali reperti, giungendo nel 1865alla conclusione che si trattava di un sirenoide distinto dal genere Halitherium e dalle specie fino ad allora conosciute, in particolare della specie ritrovata a Montpellier. Lo stesso Capellini concordava con l'identificazione dei resti del sirenoide come appartenenti al genere Felsinotherium, da lui istituito, la cui specie - nuova - in onore dell'allievo, venne denominata "Foresti".Del Capellini il F. divenne assistente per l'insegnamento della geologia nel 1866 e conservò tale incarico fino al 1891. Contribuì allo studio, alla risistemazione, catalogazione e conservazione delle collezioni paleontologiche - anche di interesse storico - che si trovavano nel Museo di geologia e paleontologia, rifondato e diretto dallo stesso Capellini e da lui collocato nel 1871, in una sede definitiva che è quella attuale.
Nel 1864 il F. entrò a far parte dell'Accademia delle scienze di Bologna come "alunno", e il 25 apr. 1872 fu nominato accademico onorario. Nel 1882 era tra coloro che votarono per lo statuto della Società geologica italiana, che lo annoverò tra i primi soci e, nel 1891 lo nominò consigliere insieme con l'amico C. Fornasini.
Dalle osservazioni di campagna, dagli specimina che raccolse ma anche dallo studio delle collezioni disponibili nel museo il F. acquisì notevoli conoscenze sulla fauna terziaria di invertebrati fossili del Bolognese, soprattutto Gasteropodi e Lamellibranchi. Il suo contributo non si limitò all'aspetto descrittivo e sistematico della paleontologia del terziario, anche se molto preciso nell'individuazione dei caratteri diagnostici delle forme fossili sia per una corretta identificazione di specie note, sia per la determinazione di quelle nuove. Il F. infatti non credeva che la ricerca paleontologica si esaurisse nel reperimento di specie nuove: un maggior numero di forme fossili è ovviamente funzionale ad una migliore definizione della fauna terziaria ed è in linea con l'atteggiamento che caratterizza gran parte della ricerca paleontologica a partire dai primi decenni del XIX secolo; ma cercò piuttosto attraverso i fossili una ricostruzione dello status e del divenire delle condizioni ambientali che hanno consentito ad una - o più - specie la vita e una data durata nel tempo. Il suo sforzo maggiore era pertanto orientato verso lo studio delle faune fossili nella loro relazione con i sedimenti cui sono associate.
Il notevole grado di indipendenza dalla concezione tradizionale dei fini della paleontologia è un tratto significativo della ricerca scientifica dei F., ma è anche espressione di libertà interiore, coerente con gli ideali politicosociali da lui professati.
Il F. morì a Bologna il 23 maggio 1913.
Opere: Catalogo dei molluschi fossili pliocenici ddk colline bolognesi, in Mem. dell'Acc. delle scienze di Bologna, s. 2, VII (1867), pp. 543-637; ibid., s. 3, IV (1873), pp. 295-378; Cenni geologici e paleontologici sul Pliocene antico di Castrocaro, ibid., s. 3, VI (1875), pp. 521-574; L'uomo preistorico in Monte Fezzano, in Rend. dell'Acc. delle scienze di Bologna, 1875-76, pp. 40-44; Cardiurn Ferri For., in Boll. della Soc. malacol. ital., III (1877), pp. 58; Le marne di San Luca e di Paderno e i lorofossili, in Rend. dell'Acc. delle scienze di Bologna, 1877-78, pp. 26-36; Contribuzione alla conchiologia fossile italiana, I, in Mem. dell'Acc. delle scienze di Bologna, s. 3, X (1879), pp. 111-129; Dell'ostrea Cochlear (Poli) e di alcune sue varietà, ibid., s. 4, I (1880), pp. 545-553; Contribuzione alla conchiologia terziaria italiana, II, ibid., s. 4, III (1881), pp. 403-418; Contribuzione alla conchiologia terziaria, III, ibid., V (1883), pp. 301-316; Descrizione di una nuova forma di Marginella, in Boll. della Soc. malacol. ital., XI (1885), pp. 11-15; Sul Pecten Histrix Dodeg…, Melee, in Boll. della Soc. geol, ital., IV (1885), pp. 97-101; Sopra alcuni fossili illustrati e descritti nel Musaeum metallicum di Ulisse Aldrovandi, ibid, VI (1887), pp. 81-116; Alcune forme nuove di Molluschi fossili del Bolognese, ibid., pp. 359-367; Di una varietà di Strombus coronatus Defr. e di un'altra di Murex Tondanus Lk. del Pliocene di Castel-Viscardo (Umbria), ibid, VII (1888), pp. 27-33; Del genere Pyxis Meneghiniie di una vanetà di Pyxis pyxidata (Br.), ibid., VIII (1889), pp. 264-269; Sepia Benii Foresti, ibid, IX (1890), 341-343; Di una nuova specie di Pholadorriya pliocenica, in Boll, della Soc. malacol. ital., XVI (1891), pp. 80 ss.; Di alcune varietà della Melania Verri De Stef., ibid., pp. 74-79; Enumerazione dei brachiopodi e dei molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna, II, ibid, XVIII (1893), pp. 185-240, 241-413; Enumerazione dei brachiopodi e dei molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna, III, ibid., XIX (1895), pp. 240-262, in collab. con G. Scarabelli Gommi Flamini; Sopra alcuni fossili raccolti nei colli fiancheggianti il fiume Santerno sulle vicinanze di Imola, in Boll. della Soc. geol. ital., XVI (1897), pp. 201-241; Statistica delle cremazioni eseguite in Europa nel secolo XIX, 1876-1900, Bologna 1901.
Fonti e Bibl.: G. Capellini, G. Capellini professore a Bologna. Ricordi autografici 1861-1871, Imola 1910, pp. 70 ss.; Id., Ricordi, Bologna 1914, II, pp. 75 ss.; D. Pantanelli, L F., in Boll. della Soc. geol. ital., XXXI (1913), pp. CV-CVIII; International personal bibliographie 1800-1943, a cura di M. Arnim - A. Kiesermann, Stuttgart 1952, p. 387; Geologists and the history of geology..., II, a cura di W.A.S. Sarjeant, London-Basingtoke 1980, p. 1023.