LIVINALLONGO (in ted. Buchenstein; A. T., 24-25-26)
E l'alta valle del Cordevole, dalle sorgenti di questo affluente del Piave sino alla confluenza di esso con i torrenti Fiorentina e Pettorina, il quale ultimo esce dalla forra di Sottoguda. È una valle piuttosto angusta, vestita di abeti, che il torrente, spumeggiando, percorre in una profonda incisione. Per mezzo d'importanti passi (tra i quali quelli di Pordoi, 2239 m.; Campolongo; 1875 m.; e Falzàrego 2105 m., sono i più considerevoli) essa comunica con le valli dell'Avisio (Val di Fassa), del Gader (Val Badia) e del Boite (Cortina d'Ampezzo).
La valle, giovane nel senso morfologico della parola, è scavata nei classici terreni triassici delle Dolomiti, in alto fiancheggiata da ripiani e da falde poco inclinate, su cui trovano posto le sedi umane e le coltivazioni. Raggiungono una considerevole altezza i centri di Varda, 1689 m.; Arabba, 1002 m.; Andraz, 1413 m.; Pieve di Livinallongo, 1465 m. Si coltivano un po' di cereali, di patate e di canape. Per la sua relativa strettezza e perché subito a valle delle confluenze summenzionate il Cordevole scorre in un solco più ampio, il Livinallongo forma un'individualità abbastanza distinta; e ciò può spiegare in parte il fatto della sua separazione dall'Agordino e dal Cadore (dal 1373, in cui fu ceduto dai Carraresi ai duchi d'Austria, fino al 1918, salvo il breve periodo in cui Napoleone aveva riunito Livinallongo al regno d'Italia). La valle è celebre presso i geologi per la scoperta fattavi da un professore slesiano, Ferdinando Richthofen, al Piccolo Settsass, o Sasso Staccato (2575 m.), e che valse a interpretare queste formazioni dolomitiche come costruzioni coralline avvenute nel mare triassico. Ma non meno memorabile è divenuta per le operazioni di guerra di cui sono stati teatro i monti che la coronano (mina del monte Sief, epiche lotte al Col di Lana).