LIPO (anche Li T'ai-Po)
Poeta cinese, nato verso il 698 d. C. nella Cina occidentale, morto nel 762. Viaggiò verso oriente fino allo Shantung. Fondò un gruppo di giovani poeti, "i sei oziosi del bosco di bambù". Nel 742 giunse alla capitale Ch'ang-an, e fu accolto dall'imperatore. Nello splendore della corte visse libero e spensierata, scrivendo versi. Le avventure e gli episodî della sua vita formano il soggetto di novelle, romanzi e drammi popolari. Esiliato dalla corte per gl'intrighi di eunuchi, si ritirò in un nuovo gruppo di "otto immortali bevitori"), e, dice la leggenda, morì annegato, mentre, ebbro, cercava di abbracciare la luna riflessa nel fiume.
Egli è considerato come il più grande poeta della Cina. Le sue strofe sono di fattura perfetta, le immagini vive e originali. Anche le sue brevi prose poetiche sono limpide e pure. Scrisse circa un migliaio di poesie. Una delle migliori edizioni è quella del 1758. E. von Zach, in Asia Major, I-V, Lipsia 1924-1930, ne ha intrapreso una traduzione completa.
Bibl.: P. Amiot, in Mémoires concernant les Chinois, V, Parigi 1776; A. Zottoli, Curcus litteraturae Sinicae, V, Shanghai 1882; A. Bernhardi, in Mitteilungen des Semin. für Or. Sprachen, Berlino 1916; A. Waley, in Asiatic Review, 1919; A. Forke, Blüten chinesischer Dichtung, Magdeburgo 1898.