LIBIA (XXI, p. 57)
Confini e area. - Il confine tra la Libia e il Sudan Anglo-Egiziano è stato stabilito col protocollo del 30 luglio 1934: il tracciato segue il 25° meridiano Est (confine con l'Egitto secondo l'accordo 6 dicembre 1925) dal 22° al 20° parallelo, quindi volge ad ovest ad angolo retto seguendo il 20° parallelo fino all'incontro col 24° meridiano; di qui con un altro angolo retto volge a sud fino a 18°45′ lat. N. dove incrocia la linea di confine con l'Africa Equatoriale Francese e il Sudan. Restano in territorio libico una parte del Gebel Auenát con alcuni pozzi, il Gebel Scezzi e il Gebel Ierghedida; in territorio sudanese resta il Gebel Kissu. Il confine fra la Libia e l'Africa Equatoriale Francese (confine meridionale) fu stabilito con l'accordo italo-francese del 7 gennaio 1935; esso da Tummo al punto di intersezione fra il 18°45′ lat. N. e il 24 long. E. dovrebbe seguire una linea retta, salvo talune deviazioni attraverso il massiccio del Tibesti; tuttavia esso non è stato ancora delimitato sul terreno, come non è delimitato il confine fra Tummo e la zona di Gat. Resta in ogni modo in territorio italiano il versante nord-est del Tibesti con cinque o sei località abitate, tra le quali Tavara, Tunni e Guezendi.
L'area totale della Libia risulta, secondo dati ufficiali, di 1.754.000 kmq. e la popolazione, secondo il censimento del 21 aprile 1936, di 839.524 ab. Secondo il r. decr. 3 dicembre 1934 la Libia forma un unico governo generale, diviso in quattro commissariati provinciali - denominati senz'altro provincie nel 1936 - e in un Territorio militare del Sud.
Il seguente prospetto contiene i dati statistici fondamentali:
Degni di rilievo sono anche i risultati del censimento 1936 per quanto riguarda la distribuzione degl'indigeni secondo la stabilità e secondo le religioni professate.
Da notarsi la diminuzione del numero dei nomadi rispetto ai dati, pur non sempre completi ed esatti, che prima si possedevano.
Progressi delle conoscenze. - La conoscenza della Libia ha fatto negli ultimi anni notevoli progressi, specialmente per le regioni interne. Dal 1933 è stata ripresa con grande attività l'opera di rilevamento topografico, che ha come programma l'esecuzione di una carta al 100.000 di tutta la Tripolitania settentrionale (A nord del parallelo 31°40′) in 36 fogli e della parte peninsulare della Cirenaica; di una carta al 400.000 basata su rilievi speditivi, in 15 fogli e di una carta riassuntiva al milionesimo. Della carta al 100.000 (iniziata già, con operazioni limitate, nel 1914-15) furono finora rilevati circa 35 fogli, 17 in Tripolitania (dove hanno trovato largo impiego i procedimenti fotogrammetrici) e altrettanti in Cirenaica. Della carta al 400.000 sono compilati 16 fogli, abbraccianti un'area di circa 600.000 kmq.; della carta al milionesimo, che comprenderà 9 fogli, sono allestiti i 6 della Tripolitania e uno della Cirenaica.
Di grande importanza sono stati poi i rilievi speditivi eseguiti dalla missione Marchesi nel retroterra cirenaico e particolarmente nella zona di Cufra (8200 kmq. rilevati al 100.000) e nell'area desertica più a mezzogiorno fino ad Auenát (180.000 kmq. rilevati al 400.000).
L'Istituto idrografico della R. Marina ha compiuto e pubblicato il rilievo batimetrico del Mare delle Sirti, eseguendo un numero imponente di scandagli con procedimenti acustici.
Per la conoscenza del Sahara italiano hanno avuto grande importanza le missioni della R. Accademia d'Italia, soprattutto quelle di A. Desio, che ha potuto anche raccogliere elementi per comporre un quadro d'insieme della geologia della Libia. Il massiccio di Auenát è stato oggetto di ripetute esplorazioni. La R. Società Geografica Italiana ha compiuto l'esplorazione del Sahara italiano occidentale, in tutti i campi, dalla geologia all'archeologia, dalla morfologia alle condizioni antropiche ed economiche, mediante otto spedizioni successive, fra loro collegate (1932-35) e ha pubblicato i resultati in un ampio e documentato volume. Essa ha iniziato anche l'esplorazione del Sahara orientale (missione Monterin, 1935), che sarà presto completata con un programma organico di lavori.
Altre missioni e studî hanno contribuito alla conoscenza delle condizioni climatiche (Fantoli), faunistiche (Zavattari, Scortecci, quest'ultimo anche nella zona dei Tassili, 1936), antropogeografiche (Scarin). Anche studiosi stranieri hanno compiuto esplorazioni e ricerche, largamente aiutati dalle autorità italiane.
In un convegno di geografi italiani tenuto a Tripoli nel 1936 è stato riassunto lo stato delle conoscenze sulla Libia nei varî campi che interessano direttamente o indirettamente la geografia. Alla raccolta e coordinazione dei materiali per la conoscenza del paese provvede ora un Museo di storia naturale istituito a Tripoli, mentre l'Ufficio studî della Libia, che ora è unificato con sede in Tripoli, continua la pubblicazione dei suoi bollettini semestrali.
Colonizzazione agraria ed altre attività economiche. - I terreni attualmente indemaniati sommano a 770.000 ha. dei quali 440.000 indemaniati negli ultimi anni; quelli in concessione superano i 167.000 ha. Nella Libia occidentale le aziende agricole superano il numero di 525, con 1500 famiglie coloniche (circa 10.000 persone) e circa 1200 case costruite. Negli ultimi anni notevolissima è stata l'attività dell'Ente per la colonizzazione della Libia, che possiede già oltre 155.000 ha. di terreni nella Libia occidentale e 15.000 in Cirenaica. Qui sono sorti nuovi villaggi agricoli nella piana di Barce e sul Gebel (Villaggio Duca degli Abruzzi, villaggio Luigi Razza, ecc.), mentre sul Gebel tripolino si è iniziata nel 1935 la colonizzazione di una vasta zona nei dintorni di Tarhuna.
L'area ad uliveto supera oggi i 56.500 ha., dei quali oltre 29.000 a coltura specializzata; il numero degli ulivi esistenti si calcola a 2 milioni dei quali 700.000 indigeni. L'area a mandorleto si avvicina a 29.000 ha. (in massima parte a coltura consociata) con circa 1.300.000 alberi; l'area a vigneto abbraccia circa 8000 ha. con 21 milioni di piante.
Il patrimonio zootecnico si calcola oggi a 810.000 ovini (di cui 600.000 in Tripolitania), 470.000 caprini (dei quali 400.000 in Tripolitania), 60.000 bovini (49.000 in Tripolitania), 35.500 asini (30.000 in Tripolitania), 9000 cavalli e 57.000 cammelli (dei quali 48.000 in Tripolitania). Il patrimonio zootecnico, che ha subito le conseguenze, in Tripolitania, di recenti periodi di forte siccità, in Cirenaica, della situazione interna e delle operazioni militari, è in via di rapida ricostituzione. La Libia occidentale potrebbe nutrire oltre un milione di ovini, l'orientale 2 milioni; il numero delle capre potrebbe essere raddoppiato. Una grande stazione zootecnica è stata creata a Sidi Mesri presso Tripoli.
Per quanto riguarda la pesca, il numero delle tonnare in esercizio nella Libia occidentale è salito a 10 nel 1936; esse hanno dato circa 1.240.000 quintali di tonno, per un valore di quasi 8 milioni di lire. La pesca delle spugne, esercitata da armatori in maggioranza italiani, è diminuita sulle coste cirenaiche, mentre ha ripreso dal 1936 nelle acque della Libia occidentale. Nel 1936 ha dato intorno a 60.000 kg. di prodotti, pari a circa 7 milioni di lire.
Tra le industrie, quelle che hanno assunto maggiore sviluppo negli ultimi anni sono la manifattura dei tabacchi che assicura un reddito annuo di quasi 7 milioni di lire, l'industria vinicola (10.000 hl.), in rapido aumento, e l'olearia.
Commercio e porti. - Il commercio di importazione è stato negli ultimi anni in forte ascesa: nella Libia occidentale è salito da 153.043.000 lire nel 1933 a 198.334.000 nel 1935 e a 263.253.000 nel 1936; nella Libia orientale da 125.069.000 nel 1933 a 199.752.000 nel 1935. Il commercio di esportazione tende pure ad aumentare, ma meno rapidamente: L. 28.068.000 nel 1933, 36.120.000 nel 1935 nella Libia occident.; 14.185.000 nel 1933 e 25.032.000 nel 1935 nella Libia orientale. I maggiori aumenti nelle esportazioni sono segnati dalle pelli crude, dalla lana naturale e dal tonno. Il movimento dei porti principali per il 1935 è dimostrato dalla tabella a pie' di pagina. Prevale, come si vede, la navigazione a propulsione meccanica; quella a vela ha un'importanza ormai del tutto secondaria. La bandiera italiana assorbe più di nove decimi del traffico.
Nella Libia occidentale Tripoli ha un'assoluta prevalenza sugli altri porti, il che è giustificato anche dall'attrezzatura portuale, ormai completa. Seconda a grande distanza, per movimento di merci e viaggiatori, è Misurata; seguono Sliten e Sirte. Nella Libia orientale, Bengasi non assorbe che la metà del movimento merci e tre quinti del movimento passeggeri. Seguono Tobruk e Derna; a gran distanza Apollonia. I lavori per il miglioramento del porto di Bengasi procedono tuttavia alacremente: è pressoché ultimata la soprastruttura del molo principale.
Comunicazioni. - Non è emersa, negli ultimi anni, la necessità della costruzione di nuove linee ferroviarie in Libia, perché l'estendersi della rete delle camionabili e il conseguente sviluppo del traffico automobilistico sopperiscono alle necessità economiche e a quelle del movimento dei forestieri. La rete stradale permette ormai di percorrere la Libia in ogni direzione fino al più lontani presidî meridionali. L'opera più imponente è la grandiosa strada litoranea libica, lunga 1822 km., completata nel marzo 1937 e solennemente inaugurata da Mussolini, la quale assicura le comunicazioni dalla frontiera della Tunisia a quella dell'Egitto: circa 800 km. di essa sono stati costruiti ex-novo negli ultimi anni, tutto il resto è stato completamente rinnovato e riattato. Ai servizî della strada provvede un corpo di 350 cantonieri nazionali (oltre a 450 indigeni), che vengono impiegati anche in aziende agricole e pastorali annesse alle cantoniere. Un Ufficio speciale per la Strada è stato costituito a Tripoli alle dirette dipendenze del governo. Le linee automobilistiche in servizio pubblico regolare comprendono i tronchi: Tripoli-Misurata-Sirte; Tripoli-Garian-Iefren-Nalut; Tripoli-Tarhuna-Beni Ulíd; Bengasi-Agedabia; Bengasi-Cirene-Derna (con doppio itinerario) per uno sviluppo complessivo di 1550 km. Vi sono inoltre due linee di gran turismo: la Tripoli-Nalut-Gadámes (680 km.) e la Tripoli-Gabes-Tunisi.
Le comunicazioni aeree, gestite dall'Ala Littoria, sono ottime e il loro movimento è in continuo incremento. La linea più importante è la Roma-Napoli-Siracusa-Tripoli; segue la Tripoli-Sirte-Bengasi. Un'altra linea, Roma-Siracusa-Bengasi, proseguendo poi per l'Egitto e il Sudan, provvede alle comunicazioni con l'Impero. Di recente costruzione sono i grandi aeroporti di Castel Benito (Tripoli) e Benina (Bengasi).
Il movimento turistico è pure in grande aumento, determinato dall'interesse per il paese in sé stesso e per l'imponente opera di avvaloramento compiutavi, non meno che dalle stupende vestigia della romanità, che scavi e restauri grandiosi mettono ogni anno meglio in luce. Richiamano i forestieri anche la fiorentissima Fiera campionaria e la corsa automobilistica detta di Tripoli. L'industria alberghiera ha fatto grandissimi progressi ed offre ospitalità larga e sontuosa, non solo nei maggiori centri, come Tripoli e Bengasi, ma a Homs, al Garian, a Iefren, Gadámes, Sirte, ecc. L'assoluta sicurezza di tutto il paese permette ai privati di percorrerlo fino a contemplare gli aspetti più tipici del deserto.
Bibl.: T. Sillani, La Libia in 20 anni di occupazione italiana. Scritti raccolti da T. Sillani, Roma 1932; A. Desio, Schizzo geologico della Libia, Firenze Ist. geogr. milit. 1933 (con carta al 4.000.000 e con ricca bibliogr.); A. Piccioli, La nuova Italia d'Oltremare, Milano 1934, voll. 2; E. Scarin, Le oasi del Fezzan, Bologna 1934; E. Zavattari, Prodromo della fauna della Libia, Pavia 1934; R. Accademia d'Italia, Missione scientifica a Cufra, I-III, Roma 1934-35; N. Puccioni, Antropometria delle genti della Cirenaica, a cura dell'Uff. Studi, voll. 2, Firenze 1934, 1936; E. Scarin, I confini della Libia, in Rivista Geografica Italiana 1935; A. Belardinelli, la Ghibla, Tripoli, Uff. Studi, 1935; R. Graziani, La riconquista del Fezzan, Milano 1935; B. Pace, La Libia nella politica fascista, Messina 1935; I. Despois, La colonisation italienne en Libye, Parigi 1935; id., Le Djebel Nefousa (Tripolitaine). Étude géographique, ivi 1935; R. Società Geografica Italiana, Il Sahara Italiano. Parte I: Fezzan e Oasi di Gat, Roma 1937; Rendiconto del Convegno dei geografi italiani a Tripoli, pubbl. negli Atti della Soc. Ital. Progr. Scienze, XXV Riunione, IV, fasc. 1°, Roma 1937.
Ordinamento (p. 58).
Governo e amministrazione. - La Libia risulta dalla fusione delle due preesistenti colonie della Tripolitania (v., XXXIV, p. 370) e della Cirenaica (v., X, p. 417), preparata con l'istituzione del governatore unico mediante il r. decreto 24 gennaio 1929, n. 99, e disposta col r. decreto 3 dicembre 1934, n. 2012; il suo territorio si è alquanto ampliato e meglio delimitato per effetto dell'accordo italo-anglo-egiziano del 20 luglio 1934 e dell'accordo italo-francese del 7 gennaio 1935.
La Libia è retta da un governatore generale, alla cui immediata dipendenza sono il segretario generale, che, sovrintendendo ai servizî civili e politici secondo le sue direttive, lo coadiuva e lo sostituisce in caso di assenza o di impedimento, e il comandante delle truppe, che è il suo consulente nelle questioni militari; gli uffici sono costituiti dal gabinetto, dalla segreteria particolare e dalle direzioni di governo. Presso il governatore si trovano la consulta generale e il consiglio di governo, nonché altri varî organi consultivi, come il comitato tecnico per l'esecuzione delle opere pubbliche, il comitato per l'edilizia e l'urbanistica, ecc. Organi dell'ordinamento corporativo sono i consigli coloniali delle corporazioni istituiti col r. decreto 29 aprile 1935, n. 2007.
La colonia si divide nelle quattro provincie di Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna e nel Territorio militare del Sud con capoluogo in Hun; a capo di ogni provincia è un prefetto e a capo del territorio militare è un comandante. Ciascuna provincia si divide in commissariati, residenze e viceresidenze; a capo del commissariato è un commissario, della residenza un residente, della viceresidenza un viceresidente. Il territorio militare, che potrebbe essere diviso in zone, costituisce attualmente una zona sola divisa in cinque sottozone. In ogni provincia è istituito un consiglio amministrativo provinciale presieduto dal prefetto. Sono sedi di municipio i centri abitati di notevole importanza e il capoluogo del territorio militare, il municipio è retto dal podestà, nelle località più importanti assistito da una consulta e coadiuvato da un vicepodestà. Le popolazioni nomadi e seminomadi della colonia sono ripartite in tribù e, dove occorra, in sottotribù, subordinate ai rispettivi capi designati nei modi tradizionali e, in seguito a tale designazione, nominati dal governatore; le tribù possono essere raggruppate in confederazioni. Le popolazioni indigene sedentarie dei centri urbani sono ripartite in quartieri e quelle rurali in frazioni; a ciascun quartiere e a ciascuna frazione è preposto un capo (muchtar), assistito da un notabile musulmano (imām).
Ordinamento giudiziario. - L'ordinamento giudiziario della Libia è stabilito dal r. decreto 27 giugno 1935, n. 2167, integrato dal r. decreto di pari data, n. 2168. La giustizia civile, nelle cause non deferibili ai tribunali confessionali, è esercitata dagli arbitri conciliatori, dai tribunali civili e dalle loro sezioni distaccate, nella maggior parte del territorio della colonia, dalle giudicature nelle località dove l'istituzione dei tribunali non sia possibile, e dalla corte d'appello di Tripoli; le controversie fra musulmani relative allo statuto personale, al diritto di famiglia, al diritto successorio e alle pratiche religiose sono giudicate dai tribunali sciaraitici e dai tribunali sciaraitici superiori, mentre le controversie fra cittadini libici israeliti circa lo statuto personale, il diritto di famiglia e le pratiche religiose sono giudicate dai tribunali rabbinici. La giustizia penale è esercitate dai tribunali, dalle giudicature, dalla corte d'appello di Tripoli e dalle corti d'assise di Tripoli e di Bengasi.
Diritto. - Per il diritto vigente nella colonia, v. colonia (X, pagina 824).
Acquisto della cittadinanza. - Nella legge organica per l'amministrazione della Tripolitania e della Cirenaica (26 giugno 1927, n. 1013), con gli articoli 29 a 34 fu regolato l'acquisto della cittadinanza libica.
La qualità di cittadino libico fu attribuita: a) al figlio, dovunque nato, di padre cittadino italiano libico, o, nel caso questi sia ignoto, di madre cittadina italiana libica; b) alla donna maritata a un cittadino italiano libico; c) ai nati in Tripolitania o in Cirenaica, dovunque residenti, che non siano cittadini italiani metropolitani o cittadini o sudditi stranieri in conformità alle leggi italiane, presumendo nato in Tripolitania o in Cirenaica il figlio di ignoti ivi trovato (art. 29). La legge stabilisce, inoltre, una presunzione di cittadinanza italiana libica per tutte le persone che hanno la loro residenza in Tripolitania o in Cirenaica e che non siano cittadini italiani metropolitani oppure cittadini o sudditi stranieri (art. 30). Ai cittadini italiani libici che abbiano o trasferiscano la loro residenza all'estero fu vietato di acquistare la qualità di sudditi o cittadini stranieri senza averne avuto autorizzazione con regio decreto; essi perdono poi la qualità così acquistata per il fatto di trovarsi nel territorio della Tripolitania o Cirenaica, del Regno o delle altre colonie italiane (art. 32). Infine, ai cittadini italiani libici può essere concessa su loro domanda la cittadinanza metropolitana, seguendo, per quanto possibile, la procedura stabilita dalla legge 13 giugno 1912, n. 555, e dal relativo regolamento, purché abbiano tutte le seguenti condizioni generali: 1. aver compiuto 21 anni di età; 2. non essere poligami; 3. non essere mai stati condannati per reati implicanti la perdita di diritti politici; 4. avere almeno superato l'esame di promozione dalla terza classe elementare italiana, e una almeno delle seguenti condizioni speciali: a) aver servito con fedeltà e con onore nel Regio Esercito o nella Regia Marina o nella Regia Aeronautica o in un altro corpo militare dello stato; b) essere titolare di una funzione pubblica governativa o di una pensione corrisposta dallo stato; c) essere insignito di una decorazione o di una distinzione onorifica concessa dallo stato; d) essere nato da un cittadino italiano libico divenuto cittadino metropolitano, quando il richiedente avesse già oltrepassato il 21° anno di età (articoli 33 e 34).
Forze armate. - Anche nella Libia, come nell'A. O. I., le forze armate comprendono unità metropolitane e unità indigene.
Le prime sono costituite: a) dal XX e XXI corpo d'armata (con sede rispettivamente a Tripoli e a Bengasi) su 2 divisioni ciascuno: "Sabrata" e "Sirte" in Tripolitania e "Cirene" e "Marmarica" in Cirenaica. Ogni divisione comprende: 1 Stato maggiore, 2 reggimenti fanteria e 1 reggimento artiglieria; b) da 2 gruppi RR. CC. e zaptiè con sede a Tripoli e Bengasi. Le truppe indigene comprendono: a) battaglioni libici; b) 1 reggimento di artiglieria libica; c) gruppi di squadroni "Savari" e "Spahis"; d) 1 squadrone "Meharisti"; e) "compagnie sahariane" dislocate nel territorio del comando militare del Sahara Libico (Territorio militare del sud) e costituite ciascuna da 1 sezione aerea, 1 sezione autocarratae 1 sezione meharisti.
Per la marina è istituito 1 comando della Regia Marina della Libia, con sede a Tripoli, dal quale dipendono la base navale di Tobruk e le sedi di Tripoli e Bengasi. Per l'aeronautica è istituito il comando superiore d'aviazione della Libia, con sede a Tripoli.
Finanze. - Aumento delle entrate ordinarie e parallelamente delle spese ordinarie, e diminuzione delle spese straordinarie, astraendo da quelle militari, caratterizzano l'andamento dei bilanci della colonia, rivelandone l'accresciuta attrezzatura e valorizzazione. Il particolarmente notevole ingrossamento delle cifre per il 1935-36, primo esercizio del bilancio unificato della Tripolitania e Cirenaica, oltre che al suddetto continuo progresso economico, è indubbiamente connesso alle circostanze eccezionali derivanti dalla campagna etiopica. Per il 1936-37 e per il 1937-38 non si hanno ancora i risultati: si avverte che le previsioni sono molto lontane dal vero, dato che in esse molti capitoli sia dell'entrata (per es., aziende speciali), sia della spesa, si inseriscono solo per memoria, non potendosene prevedere l'ammontare (in milioni di lire).
La cresciuta attività della colonia, oltre che dall'andamento della produzione e del commercio, risulta anche dal continuo progresso del movimento generale bancario.