Levi
Levi Beppo (Torino 1875 - Rosario, Santa Fe, 1961) matematico italiano. Laureatosi a Torino nel 1896 con C. Segre, lavorò poi con V. Volterra e approfondì i lavori di E. Noether estendendo alle superfici algebriche i risultati da questa raggiunti sulle curve algebriche. Nel 1897 pubblicò sugli «Annali di matematica pura ed applicata» l’importante articolo Sulla riduzione delle singolarità puntuali delle superfici algebriche dello spazio ordinario per trasformazioni quadratiche, in cui dimostrò che ogni superficie algebrica è birazionalmente trasformabile in un’altra priva di singolarità. Tale risultato faceva parte dei cosiddetti teoremi di desingolarizzazione, che furono al centro dell’attività scientifica di Levi, la quale precorse e accompagnò l’impetuoso sviluppo della geometria algebrica. In analisi, definì in particolare la proprietà di convergenza monotona che porta il suo nome (si veda: → Lebesgue, integrale di). In logica e teoria dei fondamenti, nella memoria Fondamenti della metrica projettiva (1904), stabilì, a partire dalla nozione di punto e di congruenza tra coppie di punti, una serie di assiomi che gli permisero una rappresentazione per coordinate di tutta la geometria proiettiva “nelle sue parti essenziali”, indipendentemente da ogni nozione di cardinalità. Professore di geometria proiettiva e descrittiva presso l’università di Cagliari (1906-10), nel 1938 a causa delle leggi razziali del regime fascista fu espulso dall’università di Bologna, dove allora insegnava, e, l’anno successivo, emigrò in Argentina dove fu nominato direttore dell’appena costituito Istituto di matematica dell’università del Litoral, a Rosario, dove insegnò fino alla morte.