LESENA (fr. saillie de pilier; sp. refuerzo de pilar; ted. Pfeilervorlage; ingl. pilaster strip)
Leggero risalto del muro con funzione prevalentemente decorativa; se usata come elemento dell'ordine architettonico si compone, come la colonna, di tre parti: capitello, fusto e base, e segue ordinariamente le stesse proporzioni (v. colonna; ordini; ecc.).
Mentre l'uso della mezza colonna aggettante dal vivo del muro rimonta al secolo IV o V a. C. nelle disposizioni pseudoperiptere, l'uso abituale della lesena non sembra molto anteriore al periodo dei Flavî, del quale ci restano interessanti esempî, tra cui uno dei più notevoli è quello dell'ultimo ordine del Colosseo. Tuttavia il suo tipo si può ricollegare a quello delle ante (v. anta) così diffuse nell'architettura greca, o anche ai non infrequenti pilastri a pianta quadrata.
Tra i molti esempî di lesena, intesa come proiezione della colonna sul muro retrostante, pervenutici, notevoli quelli degli avanzi del Foro di Nerva, dell'Arco di Traiano a Timgad e dell'Arco degli Argentarî al Foro Boario (202 a. C.), nel quale ultimo la lesena è adorna della caratteristica candeliera secondo una forma decorativa che sarà poi cara agli artisti del primo Rinascimento.
Nei periodi paleo-cristiano, bizantino e romanico rari ne sono gli esempî, mentre invece ne sussistono alcune rappresentazioni, di cui una caratteristica scolpita nel sarcofago dell'arcivescovo Felice (705-723), in S. Apollinare in Classe a Ravenna. Fu impiegata per far risaltare la distinzione delle tre navate sui prospetti delle chiese romaniche, come ad es. nella cattedrale di Modena, o anche per determinarne gli spigoli, nel qual caso però fu fatta voltare anche sui fianchi dell'edificio perdendo quindi la sua funzione decorativa e passando a quella più statica di pilastro. Nelle costruzioni chiesastiche ogivali italiane il suo uso è limitato quasi esclusivamente agl'interni, dove risulta talvolta quale elemento dei pilieri, mentre più spesso si slancia al disopra di quelli a sostegno dei voltoni della nave maggiore.
La suddivisione dei prospetti di palazzi e di chiese in telai rettangolari, caratteristica del Rinascimento, accanto al più semplice motivo dello sviluppo orizzontale, segna un periodo di larghissimo uso di questo elemento architettonico, di cui in principio la fantasia degli artisti varia l'espressione decorativa, per poi riportarla alle forme semplici e alle proporzioni fisse degli ordini.
Gli architetti del Seicento, nella ricerca di effetti plastici di grande rilievo, la sostituirono sui prospetti delle chiese, dapprima con la mezza colonna, poi con i tre quarti di colonna o con la colonna inalveolata, quindi con la colonna libera, alla quale ultima, anche in quel periodo, tornò talvolta ad accoppiarsi. Il Borromini ne fece uso spesso nelle sue fabbriche, specie nel prospetto dell'oratorio dei Filippini in Roma, in cui la lesena appare nelle sue più varie applicazioni, preludendo a forme decorative che gli artisti del Settecento, valendosi della duttilità dello stucco, porteranno al massimo sviluppo. Molto la usò, riprendendo i motivi del Palladio, il periodo neoclassico.
Nelle fabbriche moderne che mostrano la struttura portante ha frequenti applicazioni in riquadri rispondenti alla cellula cementizia.
Bibl.: E. Bosc, Dictionnaire raissonné de l'architecture, Parigi 1877.