LEONE Magistro (Λέων μάγιστρος)
Letterato e diplomatico bizantino del sec. IX-X. Della famiglia dei Choirosfaktai, fu promosso magistro poi proconsole e patrizio da Leone VI suo congiunto, sotto il quale compì tre ambascerie a Simeone, zar dei Bulgari, tra gli anni 893-904, e una quarta presso il califfo di Baghdad, durata tre anni (907-909). Al ritorno, per intrighi e calunnie di nemici fu esiliato. Dopo il suo richiamo, coinvolto nel tentativo di rivolta di Costantino Duca (913), fu recluso nel monastero di Studio.
Come la sua vita privata, così anche la sua estesa produzione letteraria fu esposta a violenti attacchi di Costantino Rodio e di Areta di Cesarea, da cui si difese con eguale violenza. Oltre all'epistolario, prezioso per le notizie sull'autore e sul suo tempo, ha scritto una Epitome della spiegazione del Vecchio e Nuovo Testamento, una Chiliostichos theologia, poesie liturgiche, anacreontiche e varî epigrammi. Anche il poemetto sulle Terme Pitie (Εἰς τὰ ἐν Πυϑίοις ϑερμά), attribuito a Paolo Silenziario, appartiene a L. M., il quale è stato confuso con Leone il filosofo, direttore e professore nell'università fondata da Barda nell'anno 863.
Bibl.: L'epistolario in Δελτίον τῆς ἰστορικῆς ἑταιρίας, I, iii, (1884), pp. 377-410; le anacreontiche presso Bergk, Poetae lyrici Graeci, 4ª ed., III, pp. 355-362; K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., Monaco 1897, p. 722; S. G. Mercati, Intorno all'autore del carme Εἰς τὰ ἐν ϑυϑίοις Θερμά, in Rivista degli studi orientali, X (1924), pp. 212-248.