lemuri e galagoni
Scimmie della notte
I lemuri sono proscimmie, un sottordine dei Primati, e comprendono specie prevalentemente notturne, caratterizzate da un muso volpino, occhi grandi, coda lunga e zampe adatte ad arrampicarsi sui rami degli alberi. Vivono nelle foreste tropicali dell’Africa e dell’Asia, nutrendosi di frutti, piccoli vertebrati e insetti.
La maggior parte delle specie è notturna, territoriale e solitaria, ma esistono anche specie adattate a vivere in gruppo. Le proscimmie raggiungono la diversità più elevata nel Madagascar dove hanno dato luogo a un interessante fenomeno evolutivo
L’ordine dei Primati, al quale anche noi apparteniamo, si divide in due sottordini: Aplorrini (dal greco «naso asciutto») e Strepsirrini (dal greco «naso umido»). Il primo comprende le Scimmie (macachi, cercopitechi) e gli Ominidi (uomo, gorilla, scimpanzè e orango); il secondo, invece, riunisce varie famiglie complessivamente indicate come Proscimmie.
Tale parola si riferisce al fatto che questi animali mostrano diversi caratteri primitivi nella struttura scheletrica, evidenziabili anche nella forma volpina del muso. La forma prominente e lo stato perennemente umido del muso (come nei cani) indicano che l’olfatto ha ancora un ruolo assai importante nel comportamento degli Strepsirrini; gli Aplorrini invece si basano soprattutto sulla vista e sull’udito. Le dita però sono prensili, come in tutti i Primati. Poiché, per la maggior parte, si tratta di specie crepuscolari o notturne, gli occhi delle proscimmie sono assai grandi e dotati di una superficie riflettente, in modo da poter sfrut;tare la poca luce disponibile. I pa;diglioni auricolari sono bene sviluppati in modo da localizzare i rumori emessi dalle prede, che sono principalmente insetti, uccelli addormentati nei nidi, gechi e raganelle. Nel Madagascar, ;dove si riscontra la massima diversità di proscimmie, esistono anche specie diurne che probabilmente si sono adattate a questo nuovo stile di vita in tempi relativamente recenti. Complessivamente, le proscimmie comprendono 7 famiglie, 23 generi e una cinquantina di specie. Nel solo Madagascar, troviamo 5 famiglie, 13 generi e 30 specie.
Il Madagascar, grande isola situata nell’Oceano Indiano che dista da 400 a 600 km dalla costa africana, è stato il teatro di un interessante fenomeno evolutivo. Grazie all’antico isolamento geografico, i progenitori delle attuali proscimmie malgasce (cioè del Madagascar) hanno potuto evolversi in pace, senza la competizione con le altre scimmie e con un numero ridotto di predatori. Ciò ha dato luogo a molte linee evolutive diverse a partire da pochi progenitori (radiazione adattativa), cosicché queste proscimmie hanno imparato a sfruttare tutte le risorse alimentari dell’isola, adottando diversi stili di vita.
In questo modo, si sono evolute specie arboricole e terricole, notturne e diurne, piccole e grandi, agili e lente, con coda lunga o senza coda, adattate a mangiare diverse specie di frutti e di insetti. Per esempio, il catta (Lemur catta) è una specie diurna con abitudini sociali, che utilizza la lunga coda a barre bianche e nere come ‘bandierina’ per tenere uniti i membri della banda, proprio come i gruppi di turisti nelle visite organizzate. Invece, l’indri (Indri indri) vive solitario sugli alberi alti, è privo di coda ed emette richiami melodiosi, come quelli dei gibboni del Sud-Est asiatico. I lemuri nani (Cheirogaleus) e i lemuri topo (Microcebus) comprendono i più piccoli Primati esistenti al mondo: gli esemplari di taglia minore non superano la lunghezza di 14 cm, senza la coda, e il peso di 60 g.
Tutte le proscimmie del Madagascar sono endemiche, ovvero esclusive di quest’isola. Quando i primi uomini colonizzarono il Madagascar, vi trovarono ancora i lemuri giganti (Megaladapis) che raggiungevano il peso di un quintale ed erano equivalenti ai gorilla, dal punto di vista evolutivo ed ecologico. Ben presto, però, li sterminarono. Oggi troviamo ancora i piccoli lepilemuri (Lepilemur) che sono imparentati con i lemuri giganti e quindi vengono inseriti nella stessa famiglia, quella dei Megaladapidi.
Molti nomi ufficiali di animali sono stati ripresi dai cosiddetti nomi vernacolari, ovvero quelli assegnati loro dagli indigeni delle regioni in cui vivono. L’indri (Indri indri) e il sifaka (Propithecus) appartengono alla famiglia degli Indridi, sono entrambi diurni e prevalentemente vegetariani. Il primo è la più grande proscimmia vivente, arrivando a pesare circa 10 kg. I sifaka sono molto noti per gli spettacolari salti che compiono sulle zampe posteriori quando si muovono nel terreno.
L’ayè-ayè (Daubentonia madagascariensis) è una proscimmia dall’aspetto assai particolare e inquietante che la rende temuta e odiata dagli indigeni. Ciò è dovuto a una serie di caratteristiche come il pelo scuro e ispido, le orecchie da pipistrello, le mani adunche e le pupille piccole che fanno apparire lo sguardo freddo e insensibile. I malgasci di alcuni villaggi credono che questo animale sia portatore di morte e quindi lo perseguitano. Oggi è divenuto assai raro e rischia seriamente di estinguersi. Le dita (in particolare il terzo e il quarto) svolgono varie funzioni. Infatti, con esse l’animale si pulisce il pelo, beve, cerca le larve degli insetti nei tronchi marcescenti degli alberi e sotto le cortecce, estrae la polpa dai frutti e il tuorlo dalle uova.
Percorrendo di notte le piste che attraversano le foreste tropicali africane, può capitare di scorgere occhi grandi e luminosi che, riflettendo la luce dei fari, sembrano appartenere a mammiferi di grossa taglia. Invece, si tratta dei galagoni (Galago), veri e propri folletti della giungla, grandi come un topo o come uno scoiattolo. Di giorno dormono nelle cavità degli alberi e di notte fanno udire versi lamentosi mentre pattugliano il proprio territorio alla ricerca di frutti e insetti. Sappiamo pochissimo della vita nascosta di questi graziosi animali, di cui negli ultimi anni sono state scoperte nuove specie in base ai versi registrati. Sono state individuate tra le 11 e le 12 specie di Galagonidi, ripartite in 4 generi. Insieme a loro vivono anche i potti (Perodicticus e Arctocebus), appartenenti alla famiglia dei Loridi o Lorisidi, che si differenziano dai galagoni soprattutto per l’assenza della coda, le orecchie corte e i movimenti lenti. Questa famiglia è presente anche nelle foreste tropicali asiatiche, con due generi e tre specie. Si tratta dei nitticebi (Nycticebus) e dei lori (Loris), piccole proscimmie che somigliano a orsacchiotti di peluche ed esercitano un certo fascino sulle persone, soprattutto a causa del loro sguardo dolce. Per questo, vengono spesso vendute da commercianti locali ai turisti, alimentando un traffico illegale che quasi sempre provoca la morte degli animali. Infatti, per mantenere in vita i Loridi occorrono attenzioni particolari e grande esperienza, in quanto si nutrono soltanto di insetti, non sopportano i forti rumori e necessitano di un clima caldo-umido.
Nelle foreste del Sud-Est dell’Asia vivono i Tarsidi, una famiglia di piccoli Primati notturni, considerati anch’essi proscimmie. In realtà, le loro affinità evolutive non sono affatto chiare: la maggior parte degli zoologi li ritiene imparentati con gli Aplorrini, e quindi con le scimmie, anziché con gli Strepsirrini. In ogni caso, il loro aspetto è davvero particolare: le orbite sono estremamente grandi e hanno un diametro largo quasi quanto il cranio. Inoltre, i polpastrelli delle dita sono piatti e arrotondati, per aderire alla corteccia liscia degli alberi, cosicché le loro zampe appaiono simili a quelle delle raganelle. Il corpo dei tarsi è piccolo (circa 15 cm) e magro, quasi scheletrico, mentre la coda è sottile e molto lunga (fino a 25 cm). Ne esistono cinque specie, diffuse tra l’Indonesia e le Filippine. La più nota è il tarsio spettro (Tarsius spectrum) che deve il nome al suo aspetto bizzarro.