Le province europee dell'Impero romano. Le province iberiche: Segovia
Città della Spagna centrale. Dapprima sotto il controllo della tribù degli Arevaci, fece parte dell’Hispania Tarraconensis e ottenne lo status di municipium sotto Domiziano.
Sopravvivono i resti di un grandioso acquedotto, datato alla fine del I sec. d.C., costruito con blocchi granitici, senza impiego di malta legante, a un’altezza massima di 29 m, con 166 arcate, per un percorso di 728 m. Nella seconda decade del VII sec. d.C. subì l’invasione musulmana, che causò un parziale spopolamento. Un’inversione di tendenza si registrò quando Alfonso VI sottrasse la regione ai musulmani (1085) e il conte Raimondo di Borgogna assunse il governo della città (1088). La città medievale, cinta da mura, si componeva di un centro urbano e di un distretto territoriale più ampio. Nel XII secolo appariva come un agglomerato di villaggi, ma si presume che esistesse già la rocca fortificata. Questa divenne residenza regale a partire da Alfonso VIII (1158-1214) e, attraverso significativi ampliamenti, giunse a prefigurarsi come l’Alcázar. Intorno alla piazza d’armi erano situati gli appartamenti regi: a nord un salone e due ambienti laterali che introducevano in una galleria coperta a capriate; a ovest il mastio o Torre del Homenaje.
A partire da Alfonso XI (1312-1350) la galleria fu chiusa da un muro e vennero costruite stanze di collegamento tra la torre e il centro del palazzo. Vicino all’Alcázar sorgeva la cattedrale di S. Maria, l’ospedale e il palazzo vescovile. Sono riconoscibili quartieri residenziali (dei canonici, dei cavalieri, dei mori) e un piccolo quartiere commerciale nei pressi della piazza del mercato. La più antica chiesa romanica è forse S. Juan de los Caballeros, a impianto longitudinale con navata centrale ampia e quelle laterali strette. Nell’XI secolo fu dotata di transetto, di tre absidi e di una torre; la galleria porticata fu aggiunta presumibilmente alla fine del XII o nel XIII secolo. Interventi simili, anche se ascrivibili al XIIXIII secolo, si osservano nella chiesa di S. Esteban. A S. Martín, che già prima del 1140 disponeva di uno scriptorium, nel XII secolo fu aggiunto un transetto nello stile del Camino de Santiago e un portale decorato con sculture; risale al XIII secolo la costruzione della galleria porticata e al XIV quello della torre precedentemente incendiata.
Al di fuori della cinta muraria, S. Millán fu ricostruita negli anni 1112-1123 sulla chiesa preesistente, di cui è conservata solo la torre, secondo il modello della cattedrale di Jaca; la cupola deriva però più direttamente da modelli cordovani. La chiesa di S. Justo, dalla pianta molto semplice a una navata con abside semicircolare, fu costruita, forse alla fine dell’XI secolo, con muratura irregolare. Per ospitare degnamente una scultura di legno di Cristo giacente risalente alla metà del XII secolo, fu edificata una torre a tre piani. Vennero inoltre realizzate nella seconda metà del XII secolo, da una bottega che attingeva alla tradizione mozaraba, delle pitture murali a tempera. Si distinguono nel catino absidale le rappresentazioni del Pantokrator e dei vegliardi dell’Apocalisse, nella volta del presbiterio quella dell’Agnus Dei, nel registro inferiore della medesima volta quelle della Passione che proseguono sulla parete dell’abside. La chiesa di Vera Cruz, così denominata in quanto depositaria di una reliquia del lignum crucis, secondo la tradizione fu fondata dai Templari. Esternamente si presenta con un profilo dodecagonale, con tripla abside, torre e lanterna. Internamente si articola in un nucleo centrale e in un deambulatorio.
A. García y Bellido, s.v. Segovia, in EAA, VII, 1966, p. 155.
G. Alföldi, Die Bauinschriften des Aquäduktes von Segovia und des Amphitheaters von Tarraco, Berlin - New York 1997, pp. 1-55.
I. Ruiz Montejo, s.v. Segovia, in EAM, X, 1999, pp. 506-13 (con bibl. prec.).
M.R. Lucas Pellicer, Mosaicos del sitio de Los Mercados en Duratón (Segovia), in Homenaje a José M. Blázquez, IV, Madrid 1999, pp. 275-87.