Le province europee dell'Impero romano. Le province germaniche: Kaiseraugst
Il castrum di K. (lat. Castrum Rauracense, Rauraci ) sorse all’inizio del IV sec. d.C. sul Reno, nell’area a est della città bassa di Augusta Raurica (Augst), come quartiere generale della legio I Martiorum e per garantire il guado del fiume.
Si trovò a essere nell’orbita di potere del generale gallo Magnenzio, che nel 350 d.C., ucciso Costante imperatore d’Occidente, si fece proclamare a sua volta imperatore, finché nel 353, ormai sconfitto, si diede la morte. Negli anni successivi al 350 il sito fu più volte attaccato dagli Alamanni e da qui Costanzo II e Giuliano l’Apostata organizzarono la difesa. Dopo la partenza delle truppe romane intorno al 400, il sito continuò a essere abitato e divenne sede vescovile. Del castrum restano visibili il muro di cinta rinforzato con torri poligonali e difeso da un fossato, un grande edificio rettangolare a sudovest (horreum) e a nord-ovest le terme con pianta a L; a nord-est rimane la chiesa paleocristiana costruita intorno al 400, a pianta rettangolare, absidata e con il battistero sul lato nord. La necropoli ha rivelato lastre tombali e iscrizioni databili fino al VI-VII sec. d.C.
Alle incursioni degli Alamanni si deve probabilmente la formazione di vari depositi, tra i quali spicca un prezioso rinvenimento avvenuto nell’inverno 1961-62 presso una torre, a 60 m dall’angolo sud-ovest del castrum. Grazie alle monete e ai lingotti marcati con il ritratto di Magnenzio si può datare il momento dell’interramento tra 350 e 351 d.C. Il complesso consiste in 257 pezzi d’argento, dei quali 186 monete e medaglioni del tempo di Diocleziano, di Costantino e dei suoi figli, tre lingotti, un pezzo di lamina con il bollo EXC MOC (Escudit Moguntiaci “... ha battuto in Magonza”), una statuetta di Venere e un servizio da tavola (cucchiai, colini da vino, oggetti da toilette, un candelabro, quattro bicchieri, quattro scodelle per salse, una ciotola). Si distinguono un catino baccellato con al centro motivi geometrici e vegetali e sul retro l’iscrizione NVNN FE P III (Nunnius fecit pondo III), un bacile con al centro una stella a sei punte e motivi vegetali e due piatti da pesce, dei quali uno porta inciso il nome MARCELLIANO, che ricorre anche su alcuni cucchiai e sul candelabro. Numerosi i piatti, alcuni dei quali lavorati a niello e dorati: uno più piccolo con medaglione centrale e due grandi inornati, su uno dei quali è graffito P ROMVLO (“a Publio Romulo”). Segue un pezzo con palmette stilizzate sul bordo perlinato, scanalature alle pareti e al centro una stella a otto punte e motivi vegetali; sul retro l’iscrizione EVTICIVS NAISI P V (“Euticius di Naissus, 5 libbre”). Un altro piatto mostra sul bordo scene di caccia alternate a motivi geometrici e vegetali e nel medaglione centrale una scena con eroti alla pesca su sfondo architettonico; il retro porta due incisioni con nomi propri, AQVILINI e FONT(eii?), e un’indicazione di peso: P XV MVNC (pondo XV minus uncia una). Un grande piatto ottagonale mostra incise lungo il bordo, con una fila di perle e ovuli, 10 scene separate da colonnine tortili della vita di Achille, dalla nascita fino al suo nascondiglio a Sciro, e nel medaglione centrale, delimitato da una fila di perline e foglie d’acanto, la scoperta dell’eroe da parte di Ulisse. Sul retro un’iscrizione (Pausylypou Thessalonikes L IE) indica come esecutore Pausylypo di Salonicco e il peso (15 libbre). Infine un grande vassoio rettangolare riccamente decorato porta nel mezzo una scena dionisiaca delimitata da un fregio di foglie con al centro Arianna fiancheggiata da Bacco e da un Satiro.
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