Le province europee dell'Impero romano. Le province galliche. Aquitania: Bordeaux
Città (lat. Burdigala) situata tra la riva sinistra della Garonna e una zona paludosa formata dai fiumi Peugue e Devèze, ai limiti dell’azione delle maree.
La prima occupazione umana è stata notata sul monte Judaïque e di Puy Paulin. Si tratta di un altopiano alluvionale allungato presso la Garonna alto una dozzina di metri. Scavi archeologici eseguiti tra il 1983 e il 1988 hanno rivelato, in più punti della città (Immeuble La France, place des Grands Hommes), una sequenza stratigrafica pressoché ininterrotta tra il IV sec. a.C. e il VI sec. d.C. Questo insediamento, allo stato attuale della ricerca, non supera i 6 ha ed è situato all’estremità dell’altopiano, a ridosso del fiume. È attorno a questo primo nucleo che si sviluppò la città gallo-romana di epoca augustea, sulla riva sinistra della Devèze e, nella seconda metà del I sec. d.C., sulla riva destra. Alla fine del II secolo la città copriva un’estensione di circa 170 ha.
L’organizzazione ortogonale del tessuto urbano non sembra posteriore all’inizio del I sec. d.C., ma fino a epoca recente (1980) il quadrilatero antico era poco conosciuto. Attualmente, sono stati identificati quattro decumani e due cardines. L’intervallo di circa 120 m fra i due assi permette di tratteggiare la rete urbana per la riva sinistra della Devèze. In più punti, però, gli agrimensori si sono adattati al terreno – lungo il fiume nell’Îlot Saint-Christoly, scavo del 1982 – e, per ragioni forse analoghe, hanno scelto orientamenti differenti sulla riva destra (scavi de La Victoire nel 1983 e di Parunis nel 1986). L’anfiteatro situato sotto place Gallien è stato, fino al 1982, il solo monumento pubblico conosciuto. Le ricerche per rintracciare l’ubicazione del foro e il suo complesso, come quelle per conoscere la distribuzione idrica, restano al momento senza risposta. L’evacuazione delle acque è illustrata solo da una fognatura voltata scoperta a Saint-Christoly nel 1982. Delle terme, attualmente le uniche, sono state scoperte in rue des Frères Bonte nel 1984 e 1985 tre grandi sale calde o tiepide, una piscina, una vasca, una galleria, delle latrine corrispondenti a due fasi costruttive (I e II sec. d.C.). L’impianto è stato distrutto alla fine del III secolo. Un edificio identificato come macellum è stato scoperto a Saint-Christoly sulla riva della Devèze. Un’installazione portuale eretta nel IV sec. d.C. è stata riconosciuta lungo questo fiume: banchine costruite in casseforme di legno riempite di macerie alternate a banchine di pietra costituite da elementi architettonici di recupero che danno sui magazzini.
La conoscenza dei luoghi di culto è scarsa e recente: una stele rappresentante forse Iuppiter, frammenti di un bassorilievo con i cavalli di Nettuno e un’iscrizione concernente un ex voto a Mercurio sono stati rinvenuti riutilizzati nelle banchine attorno alla Devèze presso l’Îlot Saint-Christoly nel 1982. La scoperta del Mitreo di Parunis nel 1986 ha rivelato la consistenza dei culti orientali nella regione bordolese, finora nota solo attraverso le sculture. Questo santuario, che testimonia l’apparizione del culto di Mitra a B. all’inizio del III sec. d.C., venne abbandonato nella seconda metà del IV secolo. Si tratta di un edificio ipogeo, orientato nord-sud che si componeva di uno spelaeum (aula di culto) e di un’abside-podium. La sala era divisa in tre parti, disposizione abituale per questo tipo di santuario. La statuaria conservata comprende un altare in altorilievo che mostra un personaggio con testa leonina (Aione, Arhiman o Crono-Saturno) e tre statue a tutto tondo (Cautes e Cautopates, compagni di Mitra, la nascita di Mitra dalla Madre Roccia).
La costruzione e la concezione dei differenti tipi di case variano a seconda delle epoche. Nel I sec. d.C. le abitazioni hanno pavimenti di tegole e muri costruiti da un impasto di argilla e paglia spezzettata (Immeuble La France, rue des Frères Bonte) con rivestimenti dipinti, pannelli neri e zoccolatura maculata (Saint-Christoly). Nel IV secolo, le case sono organizzate attorno a un atrium o a un giardino (Saint- Christoly). Il lusso che è stato notato – mosaici a decorazione geometrica, capitelli marmorei, colonne decorate – ricorda quello delle villae rurali contemporanee. Le vestigia archeologiche dell’artigianato sono rare: gli scarti di un atelier di un ebanista in rue des Frères Bonte, ateliers di bronzisti e di fabbri di I e II secolo in zona periferica in rue Iluguerie e in place des Grandes Hommes.
Lo studio del tracciato delle fortificazioni è stato ripreso nel 1989. Il periodo tra III e IV secolo sembra essere il terminus post quem della sua costruzione, datazione già proposta da C. Jullian. L’estensione del castrum era di circa 32 ha, ma alcuni settori abitati rimasero all’esterno. Gli scavi di questi ultimi dieci anni mostrano che la città nel IV e nel V sec. d.C. è ancora fortemente segnata dalla romanizzazione. Il mutamento interviene verso la fine del VI secolo. I resti di questo periodo sono ricchi e abbondanti, tra gli altri imitazioni della ceramica sigillata paleocristiana A, sigillata chiara africana, anfore orientali testimoni di un commercio a lunga distanza. Le abitazioni scoperte ad esempio a Saint-Christoly restano romane; mosaici, capitelli, ecc. compaiono fino a epoca tarda (VII-VIII sec. d.C.). La presenza cristiana è attestata nel castrum nel VI secolo con la chiesa paleocristiana di S. Maria (poi Fortunato) costruita tra il 560 e il 580, scoperta sotto Notre-Dame de la Place.
C. Jullian, Histoire de Bordeaux depuis les origines jusqu’en 1895, Bourdeaux 1895.
R. Etienne, Histoire de Bourdeaux, I. Bourdeaux antique, Bourdeaux 1962.
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