LAZIO (XX, p. 681; App. II, 11, pp. 170-71)
Nell'ultimo decennio non vi sono stati mutamenti nell'ordinamento delle province. L'aumento della popolazione negli ultimi sette anni è stato molto vario: prescindendo dalla prov. di Roma, il cui incremento di circa 350.000 ab. è dovuto quasi esclusivamente a quello della città, il maggior aumento ci è presentato dalla prov. di Latina, soprattutto per l'aflusso di nuovi coloni nella regione pontina; nelle altre province è molto modesto, anzi la provincia di Rieti mostra una diminuzione dovuta in gran parte a migrazioni verso Roma.
Economia. - L'economia agricola del L. ha fatto negli ultimi anni ulteriori progressi, come appare anzitutto dalla produzione del frumento, che nella media del quadriennio 1955-58 è salita a oltre 4,8 milioni di q. Ed è notevole che l'incremento non sia dovuto all'estensione dell'area coltivata, che è rimasta intorno alla cifra di 281-282.000 ha, ma bensì al rendimento unitario che è di circa 17 q per ettaro. Ma tale rendimento è variabilissimo nelle varie parti del Lazio. Tra le altre colture erbacee sono in incremento molto notevole talune colture orticole (carciofi, pomodori, cavoli e cardi, ecc.), la patata, la barbabietola. Tra le colture arboree è in grande incremento la vite, specie per l'estensione dell'area coltivata (nel 1958: 69.000 ha a coltura specializzata e 161.000 a coltura promiscua; le cifre corrispondenti nel 1947 erano 54.000 e 158.000); alla coltura specializzata si deve l'incremento della produzione, che nel 1958, anno favorevolissimo, fu di 6.750.000 q (4.350.000 nel 1946); ma essa presenta notevoli oscillazioni da un anno all'altro. La coltura dell'ulivo, assai danneggiata dalla gelata invernale del 1955-56, si è tuttavia ricostituita; nel 1958 essa si stendeva a 84.000 ha di coltura specializzata (quarto posto dopo Puglie, Calabria e Sicilia) ed a 78.000 ha di coltura promiscua (settimo posto). La produzione totale fu di 91.000 q, sempre assai bassa rispetto all'area coltivata, poiché, come è noto, nel Lazio i distretti veramente redditizî sono limitati. Tra le altre colture legnose si segnala l'incremento di alcuni alberi fruttiferi, specialmente del pesco. Tra i recenti progressi del Lazio è da segnalarsi la fioricoltura, per la quale specialmente una zona litoranea a sud di Civitavecchia va diventando una delle maggiori d'Italia. Il patrimonio zootecnico del L. è in notevole diminuzione: una valutazione del 1958 noverò 291.000 bovini, 180.000 suini, 975.000 ovini, 58.000 caprini, 62.000 asini, 19.000 cavalli. La diminuzione è da porsi in rapporto con la progressiva riduzione delle aree adibite al pascolo (soprattutto per ovini e caprini). Per contro è in sviluppo (non tanto per numero quanto per qualità) l'allevamento di vacche lattifere in regioni di recente bonifica. In incremento è l'allevamento del pollame, che conta ora alcuni centri specializzati (Aprilia, valle del Sacco, ecc.). Ma uno dei fatti più salienti che caratterizzano l'economia del L. nell'ultimo decennio consiste nei crescenti progressi delle attività industriali. Queste non sono incrementate dalla scoperta di nuove fonti di energia, ma traggono alimento da un aumento della produzione di energia elettrica. Nel 1958 il L. aveva 78 centrali idroelettriche con potenza installata di oltre 380.000 kW, cui si aggiungevano 25 centrali termoelettriche con potenza installata di 213.000 kW. La producibilità totale si avvicinava a 1500 milioni di kWh. Ma la regione richiede quantità ingenti di energia anche da altri centri di produzione d'Italia. Secondo il censimento industriale del 1951 il Lazio contava 34.296 ditte industriali con 293.121 addetti; tra queste solo 56 ditte con più di 500 addetti, ma queste totalizzavano 128.527 addetti. Ma le cifre del 1951 sono ormai molto superate. Grandi complessi industriali si sono formati non soltanto alla periferia di Roma, specialmente nei suburbî Tiburtino, Prenestino e Casilino (oltre che nel più vecchio quartiere industriale di San Paolo), ma in varie località lontane dal centro. Il complesso di Colleferro è in rapidissimo sviluppo; più recenti sono i complessi di Ponte Lucano e Guidonia, di Monterotondo Scalo, di Civitavecchia, di Pomezia e Aprilia. Ed è meritevole di nota il fatto che i prodotti delle industrie (chimico-farmaceutiche, meccaniche, agrarie, ecc.) non sono più a servizio assolutamente prevalente della città di Roma, ma si espandono ormai largamente in Italia; alcune industrie lavorano anche per l'estero. Connesso a questo sviluppo industriale recente è l'afflusso di popolazione non solo a Roma, ma in altre località del Lazio.
Comunicazioni e turismo. - La rete ferroviaria del L. non ha subìto mutamenti ma miglioramenti di servizî, specialmente per quanto riguarda la velocità nelle linee principali (3 ore da Roma a Firenze, 2 ore da Roma a Napoli). Sviluppo sempre maggiore assumono invece i trasporti automobilistici. Quelli irradianti da Roma, oltre 350, provvedono non solamente al collegamento con i comuni del Lazio, ma anche con centri della Toscana, dell'Umbria, delle Marche, dell'Abruzzo e Molise, della Campania. Vi sono linee giornaliere di lungo percorso, come quelle per Teramo, Ascoli, Campobasso, Napoli ed altre. Linee speciali, come Roma-Firenze, Roma-Perugia, ecc. hanno interesse turistico. Oltre a Roma, importanti nodi di servizî automobilistici sono Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina.
Di grande rilievo è anche il movimento turistico. A Roma nella media del quinquennio 1953-57 convennero più di un milione di italiani all'anno (1.070.400 nel 1958) e 675.000 stranieri. Ma mentre l'aliquota di italiani non presenta vaste oscillazioni, quella degli stranieri è in continuo e costante incremento: da 538.000 nel 1953 a oltre 886.000 nel 1957. L'incremento del turismo riguarda poi, oltre Roma (e dintorni) anche altri centri, come Viterbo, Cerveteri, Tarquinia, Latina, ecc. e dimostra una viva tendenza a penetrare in località prima pressoché infrequentate.
Bibl.: E. Migliorini, Collana di bibliografie geografiche regionali, I: Lazio, Napoli 1959; Camera di commercio di Roma, Annuario statistico di Roma e del Lazio, Roma 1950; Camera confederale del lavoro, Il Lazio. Caratteristiche geografiche, sociali ed economiche, Roma 1954.