LAURO
Centro principale dell'omonima valle, in provincia di Avellino, sorge alle falde meridionali del Monte Cresta ed è legato geograficamente e storicamente a Nola. L'intero vallo di L. è interessato da presenze archeologiche tra il IV sec. a.C. e l'età tardo-imperiale. La ricerca condotta dopo il sisma del 1980 ha messo in luce, per l'età romana, una serie di insediamenti sparsi (ville rustiche poste su poggi) che confermano i dati epigrafici circa l'organizzazione del territorio in pagi e vici dipendenti da Nola.
L. distava da Nola 6 miglia; ritrovamenti si susseguono lungo tutta la linea che porta da Nola a L. e fino a Moschiano. Resti di strutture sono stati rinvenuti a Marzano di Nola, Pago, Domicella, Taurano e Moschiano. Accanto a una fase mal nota di IV sec. a.C. (Moschiano, tomba a cassa sannitica) e una poco nota di età repubblicana (Taurano località Fraconia, resti di ville) ben documentata è la fase di età tardo-repubblicana e della prima età imperiale (L., Pago, Domicella, Marzano e Taurano), mentre si va arricchendo il patrimonio di età tardo-imperiale, in generale con riutilizzo di strutture precedenti (Marzano; Moschiano, necropoli di S. Maria la Carità).
Gli insediamenti sono di carattere agricolo: verosimilmente anche in questa zona come nella vicina Avella era praticata la coltivazione delle nocciole ed è accertata in antico la coltivazione dell'olivo. Le scoperte di maggiore interesse vengono dalla zona collinare in comune di L. sulla strada che conduce a Taurano. Sono stati rinvenuti, più a valle, pochi resti di ima villa romana, con annesso impianto termale, del I sec. a.C.
La scoperta più interessante è quella della villa in località S. Giovanni del Palco, ai piedi del convento omonimo. Si tratta di un grandioso complesso di cui sono stati scavati c.a 1.400 m2, che riguardano in gran parte il settore termale. La villa, databile nella sua fase principale all'età tardo-augustea e tiberiana, ha subito rifacimenti nella seconda metà del I sec. d.C., per essere poi abbandonata alla fine del II sec. d.C. Solo il lato SE, ristrutturato a scopi agricoli, fu in uso fino all'eruzione del 472 d.C. La villa si dispone su 4 livelli sul pendio della collina, con la fronte porticata (come è verificabile per il livello inferiore sui lati SE e SO), secondo uno schema particolarmente ricorrente in Campania. La parte scavata, relativa a un nucleo ben definito, è posta a S dell'impianto principale (che doveva essere sotto il convento di S. Giovanni) al quale si collegava tramite scale. Il complesso si articola a NO su un'esedra con pitture di IV stile e un corridoio di accesso alla zona termale con pitture di III stile. L'impianto era alimentato dall'acqua piovana e da quella sorgiva. La parte più bassa, destinata ad ambienti panoramici, tra cui un triclinium estivo con ninfeo, venne in seguito trasformata in un frantoio. Di particolare interesse è il ninfeo, composto da una nicchia-fontana seguita da un corpo quadrato terminante in un'esedra semicircolare con le pareti scandite da nicchie e interamente decorato a mosaico in blu egiziano, tessere lapidee, conchiglie, schiuma di mare ed elementi tortili in pasta vitrea. La nicchia-fontana presenta due pannelli con uccelli su cesto di frutta e una balaustra con scene di caccia. Il mosaico, datato all'età tardo-augustea e tiberiana, ha stretti contatti con la pittura da giardino. Dato interessante per l'approfondimento delle conoscenze sui mosaici parietali è il rinvenimento di una patina pittorica sulle tessere lapidee, che doveva arricchire la policromia della composizione in piena corrispondenza con il disegno preparatorio.
Bibl.: CIL, X, 1238, 1278-80, 8047; J. Beloch, Campanien, Breslavia 1890, pp. 406-407; M. Della Corte, Domicella - ruderi di una villa rustica romana, in NSc, 1929, pp. 199-203; id., Lauro di Nola, ibid., p. 205; W. Johannowsky, L'attività archeologica nelle provincie di Avellino, Benevento e Salerno, in Atti del XXI Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1981, Taranto 1983, p. 361; id., Lauro, in Atti del XXII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1982, Taranto 1983, pp. 438-439; W. Johannowsky, E. Laforgia, Ricerche preliminari nel vallo di Lauro, Palma Campania 1983; E. Laforgia, Lauro di Nola, in Atti del XXIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1983, Taranto 1985, pp. 555-557; ead., Lauro di Nola. Le ville romane dell'età imperiale, Napoli 1986, pp. 90-95; R. D'Andria, La villa di Lauro di Nola: problemi di copertura, in La città e il recupero, Salerno 1988, p. 31, n. 4; E. Laforgia, La villa romana di Lauro di Nola, in Didattica e territorio, Nola 1990, pp. 125-130; ead., Restauro dei mosaici del ninfeo della villa romana di Lauro di Nola. Profilo archeologico ed indagini conoscitive, in Mosaici a S. Vitale ed altri restauri. Il restauro in situ dei mosaici parietali. Atti del Convegno Nazionale, Ravenna 1990, Ravenna 1992, pp. 177-1&2; P. Pastorello, Restauro dei mosaici parietali del ninfeo della villa romana di Lauro di Nola. Interventi conservativi e di restituzione sul testo critico, ibid., pp. 183-190.