larve
Animali in via di sviluppo
Moltissimi animali, al momento della nascita e nelle prime fasi dello sviluppo, assomigliano poco ai loro genitori. La forma del corpo, l’alimentazione e il comportamento li identificano come protagonisti di un mondo a parte, diverso da quello delle popolazioni adulte. Queste forme giovanili vengono chiamate larve e si riscontrano negli organismi – vertebrati o invertebrati – sia terrestri sia acquatici
Immaginiamo che genitori umani mettano al mondo un bambino con sei arti, quattro occhi e una proboscide. Si parlerebbe della nascita di un mostro, non di un essere umano... Eppure, per moltissimi animali è norma il fatto che i figli vengano al mondo con un aspetto profondamente diverso da quello dei genitori e intraprendano uno sviluppo, più o meno lungo, prima di assumere la forma definitiva. Tale trasformazione (metamorfosi) può essere graduale oppure improvvisa. Per esempio, le larve di molti pesci (avannotti) assumono la forma definitiva progressivamente, man mano che aumentano di volume e quando è completamente regredito il sacco del tuorlo che ha consentito loro di sopravvivere nutrendoli. La larva di una farfalla (bruco), invece, smette improvvisamente di nutrirsi e passa a una fase dormiente (pupa) nel giro di poche ore. Dopo un periodo più o meno lungo di trasformazione interna, la pupa si apre e lascia emergere la farfalla.
Si potrebbe pensare che le larve siano embrioni, o meglio feti, prodotti da un parto prematuro o da una schiusa precoce delle uova. In alcuni casi ciò è vero: per i pesci le forme giovanili rappresentano una strategia della specie per produrre un grande numero di figli, contando sulla probabilità che qualcuno sopravviva. In molti casi però, tale spiegazione non è sufficiente: varie larve possiedono adattamenti (adattamento animale) che le rendono assai efficienti per svolgere un certo ruolo nell’ambiente. E allora, qual è il loro significato?
Il significato evolutivo e funzionale della larva sta nel diverso ruolo che essa svolge negli ecosistemi rispetto all’adulto. Prendiamo per esempio le farfalle, insetti che generalmente si nutrono di nettare: le loro larve sono erbivore. Lo stesso avviene nelle rane, anfibi insettivori che svolgono un ruolo di predatori: le loro larve (girini) si nutrono generalmente di alghe o di detriti vegetali. Si tratta quindi di uno sdoppiamento nei costumi di vita fra adulto e giovane, che conduce l’individuo a cambiare le sue risorse alimentari nel momento in cui si trasforma in adulto. Questo fenomeno consente alla specie di sfruttare due diversi insiemi di risorse alimentari e quindi, come si dice in ecologia, di occupare nicchie trofiche diverse. Complessivamente, quindi, la rana può contare sia sugli insetti sia sulle alghe, poiché entrambe queste risorse vengono sfruttate in modo equilibrato nelle due fasi della sua vita: i primi solo dagli adulti e le seconde solo dalle larve.
In un bicchiere di acqua marina si nascondono migliaia di organismi microscopici che costituiscono la componente più piccola del plancton (alimentare, rete). Fra questi troviamo numerose larve di invertebrati marini, molte delle quali hanno avuto l’attribuzione di un nome da parte degli zoologi che le hanno identificate. Per esempio, le larve dei ricci di mare e delle ofiure (che assomigliano a miniature della Torre Eiffel vengono chiamate plutei).
Le larve di altri Echinodermi, le stelle marine e i cetrioli di mare, si chiamano rispettivamente brachiolarie e auricularie.
Le trocofore, larve degli Anellidi, dei Molluschi Gasteropodi (lumache di mare) e di altri gruppi imparentati con essi hanno la forma di una trottola, con un ciuffo di ciglia in alto e una corona di ciglia che le attraversa nel mezzo, come una cintura. I veliger sono invece le larve dei Molluschi Bivalvi (vongole, cozze) e già possiedono i due lobi che daranno origine ai lembi del mantello su cui si svilupperanno le valve della conchiglia.
Tutte queste forme larvali, che si lasciano trasportare dalla corrente, rappresentano un’importante strategia per la diffusione di specie marine poco mobili. Infatti sia gli echinodermi che i molluschi sono animali bentonici, ovvero vivono sul fondale, e sono pertanto privi di mezzi di dispersione rapida.
Perciò alla dispersione ci pensano le larve, grazie al movimento delle correnti che le porta a colonizzare nuovi ambienti o mantenere uno scambio di geni tra le popolazioni.