VANNUTELLI, Lamberto
– Nacque a Roma il 24 giugno 1871 da Ugolino e da Adele Costa.
Frequentò per tre anni l’istituto ginnasiale Massimo alle Terme e l’anno per essere accettato all’Accademia navale presso l’istituto Verger, che gli permise di essere ammesso nel 1886 al primo corso della Regia Accademia navale di Livorno, dalla quale uscì con il grado di guardiamarina nel 1891. Poté allora imbarcarsi sulla pirofregata corazzata Regina Maria Pia e, dopo essere stato promosso sottotenente di vascello nel 1893, sull’incrociatore torpediniere Minerva, che stazionava allora a Massaua, da dove ebbe la possibilità di compiere brevi escursioni nei dintorni.
Rientrato in Italia frequentò il corso superiore presso l’Accademia, che concluse nel 1895, quando scrisse a Vittorio Bottego per chiedergli di poter prendere parte alla seconda missione che questo esploratore intendeva compiere in Africa orientale per fondare la stazione commerciale di Lugh e risolvere il problema riguardante il fiume Omo e gli affluenti di destra del Nilo, La sua domanda venne accettata e il 12 giugno il ministero degli Affari esteri lo mise a disposizione della Società geografica italiana, che lo aggregò alla spedizione Bottego con il compito di effettuare i rilievi astronomici e topografici necessari per determinare l’itinerario. Assieme a Bottego, a Carlo Citerni e a Maurizio Sacchi, Vannutelli partì da Napoli il 3 luglio, per raggiungere Massaua il 14. Iniziata la spedizione il 4 settembre, arrivarono a Brava il 1° ottobre e a Lugh il 14 novembre, spingendosi poi verso l’interno, inizialmente lungo il corso del Ganana, poi lungo il Daua, seguendo la carovaniera che da Lugh portava alla regione dei laghi equatoriali, toccando Neboi, Malcà-Dacà, Bua-Herera e Jabicio. All’inizio di maggio raggiunsero il lago Ciamò, nell’Etiopia meridionale, e pochi giorni dopo scoprirono un lago molto più grande ribattezzato Regina Margherita (oggi Turkana). Superate le montagne del Goge, la spedizione raggiunse le rive del fiume Omo il 29 giugno, arrivando il 30 agosto sul lago Rodolfo per scoprire che il corso dell’Omo terminava a quel punto perché non vi erano emissari. Nel mese successivo, Sacchi, presa la guida del gruppo che per primo intraprese la via del ritorno, si divise dal resto della spedizione portando con sé i reperti raccolti fino a quel punto, ma venne ucciso durante uno scontro con le popolazioni indigene nei pressi del lago Regina Margherita. Il resto della spedizione, mentre stava proseguendo in direzione ovest, verso il confine con il Sudan, alla ricerca delle sorgenti di un affluente di destra del Nilo, il Sobat, venne bloccato su ordine del negus Menelik I. Bottego, che cercò di aprirsi la strada con la forza raggiungendo l’isolato colle di Daga-Roba, nei pressi di Gidami, il 17 marzo 1897 fu attaccato da un gruppo di armati rimanendo ucciso, mentre Vannutelli e Citerni vennero fatti prigionieri: furono rilasciati il 6 giugno grazie all’intervento del maggiore Cesare Nerazzini, plenipotenziario italiano alla corte di Menelik, per raggiungere Addis Abeba il 22 giugno e rientrare a Napoli il 7 agosto.
Nel dicembre dello stesso anno Menelik inviò alla Società geografica tre casse di documenti e collezioni di grande interesse, tra cui quasi tutti i taccuini di Bottego che, assieme a quelli di Sacchi e ai loro appunti personali, permisero a Vannutelli e a Citerni di redigere il resoconto della spedizione (L’Omo..., 1899), presentato dai suoi autori come «un racconto genuino di fatti, descrizione fedele di cose vedute, esposizione semplice e piana di osservazioni eseguite» (p. XVI). Il resoconto era arricchito da numerose fotografie realizzate durante il viaggio, solo in parte però restituite alla Società geografica dal capitano Federico Ciccodicola, regio rappresentante del governo italiano in Etiopia, e da sei carte contenenti gli itinerari, una carta d’assieme e uno schizzo geologico, e completato da sei appendici contenenti osservazioni astronomiche e meteorologiche, e cenni sulle raccolte geologiche e sulle collezioni zoologiche redatte da specialisti di queste discipline.
Promosso tenente di vascello nel settembre del 1897, alla fine del 1899 Vannutelli si imbarcò sull’incrociatore protetto Elba per raggiungere l’Estremo Oriente, rimanendo in Cina per i due anni successivi. Rientrato in Italia a bordo dell’ariete torpediniere Liguria , prese servizio presso l’ufficio del capo di Stato maggiore della Marina. Nel 1903 sposò Elisa Carra, da cui ebbe una figlia che nel 1945 fu uccisa in Corsica dai francesi. Tra il 1904 e il 1907 Vannutelli tornò a disposizione della Società geografica per compiere due missioni in Asia Minore, descritte e raccontate in due volumi (In Anatolia, 1905, e Anatolia meridionale e Mesopotamia, 1911). Nella prima, che si svolse fra l’aprile e il settembre del 1904 con l’obiettivo di studiare i prodotti e i mercati di quelle regioni, operò sul versante settentrionale dell’Asia Minore, toccando i principali porti di quell’area fino a Trebisonda e a Batum, per spingersi poi nell’interno fino ad Angora e a Erzerum e tornare di nuovo sul mare a Batun, passando attraverso la Transcaucasia russa. Nella seconda, che si svolse fra il maggio e il dicembre del 1905, attraversò l’Anatolia meridionale e la Mesopotamia, spingendosi probabilmente anche nelle isole dell’Egeo.
Negli anni successivi Vannutelli comandò le torpediniere Nibbio e Canopo e venne promosso capitano di corvetta nel 1910, quando assunse il comando di una squadriglia di torpediniere. Nel 1911-12 prese parte alla guerra italo-turca al comando dell’incrociatore ausiliario Città di Catania; nel 1913 fu promosso capitano di fregata e nominato vicecomandante dell’incrociatore corazzato San Giorgio.
All’entrata in guerra dell’Italia si trovava presso il comando del Dipartimento marittimo di Taranto e dal settembre del 1914 assunse il comando in successione dei cacciatorpedinieri Carabiniere ed Espero, e delle relative squadriglie. Nel 1917 divenne capitano di vascello e a partire da quello stesso anno ricoprì l’incarico di addetto navale a Washington D.C. sino alla fine della guerra, quando prese servizio presso il ministero della Marina. Divenuto membro del Consiglio superiore della Marina, venne collocato in servizio ausiliario speciale nel 1923 e fu promosso contrammiraglio nel 1926, quando fu collocato a riposo con il grado di ammiraglio di divisione per raggiunti limiti di età. Negli anni Trenta lavorò per un breve periodo di tempo presso la banca d’affari inglese Barclays.
Morì a Roma il 5 aprile 1966.
Opere. Narrazione del viaggio compiuto dalla seconda spedizione Bottego, in Rivista marittima, XXX (1897), pp. 178-189; Relazione preliminare sui risultati geografici della spedizione condotta dal capitano V. Bottego nell’Africa orientale, in Bollettino della Società geografica italiana, XXXIV (1897), pp. 320-330; Conferenza sulla seconda spedizione Bottego nell’Africa orientale, Roma 1898, pp. 199-223 (con C. Citerni); Intorno all’ultima spedizione Bottego (conferenza), in Atti del Terzo Congresso geografico italiano tenuto in Firenze dal 12 al 17 aprile 1898, I, Firenze 1899, pp. 221-236; L’Omo. Viaggio d’esplorazione nell’Africa orientale, Milano 1899 (con C. Citerni); Un’escursione nel Cekiang settentrionale, in Bollettino della società geografica italiana, s. 4, 1900, vol. 1, pp. 535-542; La Regina Vittoria e le scienze geografiche, ibid., 1901, vol. 2, pp. 467-477; In Anatolia, Roma 1905; Cenni sulla produzione del cotone in Asia Minore, in Bollettino della Società geografica italiana, s. 4, 1906, vol. 7, pp. 859-863; Notizie su alcuni vilayet dell’Asia Minore riassunte, ibid., pp. 1145-1164; Nella Turchia asiatica, ibid., 1907, vol. 8, pp. 201-229; L’isola di Rodi, ibid., 1909, vol. 10, pp. 1145-1164; Anatolia meridionale e Mesopotamia, Roma 1911; L’enigma di Elisina Carra e la sua vita intima (1875-1950), Roma 1951 (biografia della moglie pubblicata in un numero limitato di copie); Sguardo retrospettivo sulla mia vita nella Marina, Roma 1959.
Fonti e Bibl.: Documenti di Vannutelli o a lui relativi si possono reperire nell’Archivio dell’Ufficio storico della Marina, nell’Archivio storico diplomatico del ministero degli Affari esteri, nell’Archivio storico del ministero dell’Africa italiana, nell’Archivio storico della Società geografica italiana, nell’Archivio dell’Istituto italo-africano e nell’Archivio della famiglia Citerni, a Scarlino (Grosseto).
A. Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Dall’Unità alla marcia su Roma, Roma-Bari 1976, ad ind.; L. Ciacci, Rodi italiana 1912-1923. Come si inventa una città, Venezia 1991, pp. 35 ss.; A. Francioni, Medicina e diplomazia. Italia ed Etiopia nell’esperienza africana di Cesare Nerazzini (1883-1897), Siena 1999; G. Monina, Il consenso coloniale. Le Società geografiche e l’Istituto coloniale italiano (1896-1914), Roma 2002, ad ind.; A. Umiltà, Gli italiani in Africa, a cura di G. Barani - M. Bonati, Reggio Emilia 2004, ad ind. (in partic. pp. 491-497); C. Masetti, Il contributo della Società geografica italiana alla conoscenza delle Sporadi meridionali e dell’isola di Rodi. Le missioni esplorative di L. V. (1906) e di Alessandro Martelli (1912), in Atlante geostorico di Rodi. Territorialità, attori, pratiche e rappresentazioni (1912-1947). Per una geografia del colonialismo italiano, a cura di M. Arca Petrucci, Roma 2010, pp. 182-203; P. Alberini - F. Prosperini, Uomini della Marina italiana, 1861-1946, Roma 2015, ad vocem.