lagare
Solo in Rime LIX 6 La sua vertute... / pregatel che mi laghi [" mi lasci "] venir pui. Di questa rara forma esisterebbe, secondo il Contini, un'ulteriore presenza in Rime dubbie VIII 2 Nulla mi parve mai più crudel cosa / di lei per cui servir la vita [lago], / ché il suo desio nel congelato lago / ed in foco d'amore il mio si posa, in un sonetto a G. Quirini in cui il Barbi congetturava [smago], " con scarsa probabilità, perché questa parola (col medesimo oggetto vita) è in rima anche nella risposta del Quirini, contro l'uso chiaramente intenzionale degli altri versi " che evitano simili calchi, e inoltre lago " è lezione dei manoscritti " (Contini).
Per la dimensione semantica della voce, il cui significato appare dunque " lasciare ", " abbandonare ", è da tener presente che si tratta di un arcaismo forse di origine francese (laiier) frequente nei dialetti settentrionali. Interessante attestazione quella nel Sermone di Pietro da Barsegapè (v. 86): " De le fruite k'èn là dentro / de cascaun possa mangiare; / un ge n'è ke' laga stare ", che potrebbe confermare l'ipotesi.