La genesi e lo sviluppo della civilta greca. Tessaglia
di Luigi Caliò
La Tessaglia (gr. Θεσσαλία; lat. Thessalia) confina a sud con l’Etolia, la Focide e la Doride, da cui è separata dalle Termopili e dal massiccio dell’Oeta, con la Macedonia a nord, da cui è separata dal massiccio dell’Olimpo, a ovest con l’Epiro, il cui confine è segnato dal Pindo. Caratteristica della regione è la grande pianura tessala, circondata da una catena montuosa che si stende al centro della regione e irrigata dai fiumi Peneo ed Enipeo, dove si coltivavano cereali e si praticava l’allevamento di cavalli, pecore e buoi.
La regione mostra tracce di frequentazione che risalgono al Paleolitico, che si concentrano soprattutto nella zona di Larissa, sulle sponde del fiume Peneo (Paleolitico medio) e intorno al moderno villaggio di Megali Monastiri. La piana orientale della Tessaglia rimane frequentata durante tutto il Neolitico, con un aumento sostanziale dei siti occupati, tra cui si distinguono l’insediamento di Sesklo, occupato a par- tire dal Neolitico antico e quello di Dimini che nel Neolitico medio presentava un sistema difensivo dell’abitato. All’inizio dell’età del Bronzo in Tessaglia continua sostanzialmente la stessa situazione del periodo precedente, con una diffusione dei siti occupati nelle zone pianeggianti della regione. L’area, durante tutta l’età del Bronzo, si può considerare come una provincia di cultura elladica, anche se mostra diversi caratteri in comune con la Macedonia e accoglie elementi di origine settentrionale. Si conoscono numerosi siti occupati stabilmente in età micenea, tuttavia alcuni fattori, come la diversità delle pratiche funerarie con la Grecia continentale e con il Peloponneso, rendono problematico parlare di Tessaglia micenea, nonostante la regione accolga numerosi elementi di tale cultura. Le diversità tra la cultura materiale tessala e quella delle coeve regioni greche sono notevoli anche nell’età del Ferro, pur in un clima di forti scambi tra le due aree; così in questa fase in Tessaglia è diffusa una ceramica tipicamente locale, influenzata tuttavia dal Geometrico attico ed euboico, che viene importato e imitato localmente. Fibule di bronzo di tipo beotico vengono affiancate a una classe più tipicamente tessala. La Tessaglia sembra essere, come già in periodo miceneo, un punto di incontro di tradizioni culturali diverse.
A partire dalla fine dell’VIII sec. a.C. si assiste a un processo di urbanizzazione e alla fondazione dei primi nuclei urbani delle poleis di periodo storico, probabilmente da mettere in relazione con l’arrivo delle prime popolazioni tessale, che iniziano in questa epoca un processo di espansione nell’intera regione che terminerà solo all’inizio del VI sec. a.C. Le antiche popolazioni sono sottomesse e i loro membri ridotti allo stato di Penesti, che corrisponde a quello degli Iloti spartani. A partire dal 700 a.C. circa la Tessaglia si apre ai mercati orientali che modificano profondamente la cultura materiale dell’area. In genere l’epoca arcaica è caratterizzata dalla presenza nelle poleis di regimi aristocratici legati alle grandi famiglie di proprietari terrieri, come quella degli Aleuadi a Larissa e degli Skopades a Krannon, e da una società ancora legata a una organizzazione tribale. In questo periodo si formano le quattro grandi province in cui è divisa la Tessaglia di periodo storico: la Pelasgiotis a nord-est, la Hestiaotis a nord-ovest, la Thessaliotis a sud-ovest e la Phthiotis a sud-est. Si tratta della Tetrade che caratterizza più specificamente lo spazio occupato dai Tessali, ma accanto a questi nuclei erano stanziate alcune popolazioni non tessale, i Perieci, che gravitavano intorno allo stato tessalo: i Magneti a est, i Perrebi a nord, i Dolopi a sud-ovest, sui monti del Pindo e a sud, nella valle dello Sperchios, gli Aeniani e i Malieni.
Nel VII sec. a.C. si data il primo koinòn che riunisce le città della Tessaglia, il cui primo stratega fu Aleua di Larissa e che aveva come santuario federale quello di Atena Itonia in Thessaliotis. L’inizio del VI sec. a.C. vede la fine di questo lungo processo di formazione della Tessaglia storica; insieme ai Perieci la federazione tessala ebbe un ruolo fondamentale nell’anfizionia delfico-pilaica, in cui ha la maggioranza dei voti soprattutto nel periodo successivo alla sua partecipazione alla prima guerra sacra (600-590 a.C.) contro la città di Kirrha. Il prestigio del koinòn in questo periodo è testimoniato anche dai rapporti privilegiati che lo legarono alla figura di Pisistrato e alla sua famiglia e dai contatti tra il koinòn e città greche come Corinto o Sparta, oltre che dal tentativo della Lega tessala nel 575 a.C. di espandersi verso sud ai danni della Beozia. In questo momento vasi attici e corinzi, monete e oggetti di lusso sono importati in Tessaglia dalle regioni della Grecia centrale e del Peloponneso. Durante la seconda guerra persiana la decisione presa da parte dei Greci di attestare la linea difensiva alle Termopili e non nella valle di Tempe, come chiedevano i Tessali, abbandona ai Persiani la regione che, di conseguenza, si sottomette al Gran Re.
Il V secolo vede un consolidamento della posizione preminente della città di Larissa che di fatto governava il koinòn attraverso la presenza sistematica dei componenti della famiglia degli Aleuadi nella carica di tagòs, cioè di capo militare della federazione; in questo periodo si datano anche le prime emissioni monetali a Larissa e a Phere, seconda città della lega che a partire dalla fine del V sec. a.C. con la tirannide di Lycophron e poi di suo figlio Giasone contrasta l’egemonia di Larissa sul koinòn; Giasone nel 374 a.C. diventa il primo stratega della confederazione proveniente da Phere e, dopo il suo assassinio, gli succede Alessandro, definitivamente sconfitto da Pelopida nella battaglia di Cinoscefale (364 a.C.). Alla metà del secolo Larissa diventa ufficialmente la capitale del koinòn.
Filippo II di Macedonia, sollecitato dagli Aleuadi di Larissa, pone definitivamente fine alla libertà della Tessaglia invadendo la regione nel 354 a.C., sottomettendo Phere nel 353 a.C. e Larissa nell’anno successivo. Filippo riorganizza politicamente il koinòn tessalo e ne assume la massima carica prendendo su di sé il comando militare della federazione, la concessione delle rendite federali, il controllo dei Perieci. Nonostante l’appoggio dato dalla Tessaglia ad Atene dopo la morte di Alessandro Magno, la regione rimane sotto il controllo della Macedonia fino al 197 a.C. Nel 294 a.C. Demetrio Poliorcete fonda la città di Demetriade attraverso un sinecismo; la nuova fondazione doveva permettere al re un maggiore controllo della Tessaglia e delle regioni della Grecia continentale.
Dopo la vittoria di Flaminino, la Tessaglia è organizzata in una serie di confederazioni che successivamente vengono ridotte a due: quella dei Tessali e quella dei Magneti. Entrambi i koinà, organizzati intorno alle città di Larissa, Demetriade, Tebe di Phtiotis e Hypata e comandati da strateghi, curavano i rapporti tra la regione e lo Stato romano. L’intera area nel 148 a.C. confluisce nella provincia romana di Achaia e dopo la battaglia di Farsalo, Cesare le concede la libertà dai tributi grazie alla fedeltà della Tessaglia alla sua causa. Poco si conosce della regione in età imperiale. Nel II secolo la Tessaglia è annessa alla provincia di Macedonia e con Diocleziano si mette fine definitivamente ai due koinà formando una provincia unica.
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di Anthi Efstathiou
La città ellenistica di D. (Strab., IX, 5, 14-15) si trova 1,5 km a sud della moderna città di Volo. Essa sorse su un sito risalente all’età neolitica; nella penisola a nord-est di D. si sviluppò infatti un importantissimo centro preistorico, noto come Magoula Pefkakia. Nel 294 a.C. Demetrio Poliorcete unificò i piccoli villaggi della zona allo scopo di creare una città forte sia dal punto di vista economico che politico nel cuore di un’area strategica. Demetrio e i re di Macedonia suoi successori utilizzarono D. come base strategica per interferire politicamente e attaccare militarmente la Tessaglia e la Grecia Meridionale. D. raggiunse il massimo splendore come centro commerciale e politico tra il 217 e il 168 a.C., come dimostrano le monete rinvenute negli scavi e il gran numero di nomi e di stati menzionati dagli epitaffi e dalle iscrizioni delle lapidi. A D. si stabilirono, per vivere e lavorare, genti provenienti dalla Grecia continentale e dalle isole, come la Tracia, la Macedonia, l’Epiro, l’Acarnania, la Beozia, Creta, Samo, ecc., ma anche dall’Asia Minore, dalla Siria e dall’Egitto.
L’attività di scavo a D. ebbe inizio alla fine del XIX secolo e prosegue ancora ai nostri giorni. La città antica era protetta da possenti mura, erette con la tecnica pseudo-isodoma. La cinta ci è pervenuta intatta per quasi tutto il suo perimetro (8 km ca.), fatta eccezione per un’ampia parte della zona settentrionale in prossimità del porto. L’acropoli è posta nella parte nord-occidentale, sul punto più alto della città. Le torri della parte orientale furono frettolosamente riparate e ampliate probabilmente agli inizi del I sec. a.C., nel corso della guerra mitridatica. In questa occasione le celebri stele dipinte, prelevate dai cimiteri della città, furono utilizzate come materiale da costruzione per colmare lo spazio tra le vecchie torri e il loro prolungamento. I mattoni di fango che le ricoprivano le hanno peraltro protette dall’umidità e dalla luce e hanno creato condizioni favorevoli alla loro conservazione. I soggetti dei dipinti si ispirano alla vita quotidiana; compaiono scene relative all’addio al defunto, al banchetto funebre, alla preparazione della salma della defunta da parte della sua schiava. A volte sono illustrate le cause della morte, come appare nella lapide di Hediste, morta durante il parto. Altre scene, più rare, riguardano guerrieri o cacciatori. Compaiono anche decorazioni più semplici, come nastri rossi legati con un fiocco o rosette.
D. fu progettata secondo il modello urbanistico ippodameo. Tra i monumenti di maggior rilievo sono da citare il teatro, la residenza reale (il cd. anaktoron), l’agorà sacra con il tempio di Artemide Iolkia, l’acquedotto romano, l’heroon. Le abitazioni private sono ampie, qualche volta dotate di cortile interno e peristilio, con stanze con dipinti murali, santuari e altari domestici, botteghe. A D. si veneravano divinità quali Apollo, Poseidone, Artemide, Atena, Eracle e successivamente le divinità egizie, come dimostrano antiche fonti scritte (Strabone), monete e altri reperti archeologici. Dopo il 168 a.C., con l’occupazione romana, la città ebbe dimensioni più ridotte: vi erano solo un quartiere in prossimità del porto settentrionale e un altro, meno esteso, vicino al porto sud-orientale. Nel quartiere settentrionale erano abitazioni con pavimenti a mosaico, terme e una basilica paleocristiana, conosciuta come la Demokratia, dal nome del suo donatore. Nell’area del quartiere meridionale, all’esterno delle mura, vi era un’altra basilica paleocristiana; entrambi gli edifici erano abbelliti da una ricca decorazione scultorea e da pavimenti a mosaico. D. fu abitata sino agli inizi del VII sec. d.C.
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