La domesticazione degli animali e l'allevamento: mondo etrusco-italico
Alla ricostruzione delle pratiche di allevamento nel mondo etrusco-italico concorrono tre diversi tipi di documentazione: le fonti letterarie, i dati faunistici, il vasto repertorio di immagini presente nella documentazione artistica e artigianale. Le fonti letterarie, limitatamente all'Italia centrale, ricordano numerose mandrie di suini (Pol., XII, 4); greggi a Pisa e a Caere (Lyc., Alex., 1241), a Roselle (Liv., X, 4) e presso il Lago Vadimone (Plin., Epist., VIII, 20); buoi forti e resistenti al lavoro (Colum., VI, 1, 2), tra i quali di particolare qualità erano valutati quelli dell'agro falisco (Ovid., Am., III, 13; Fast., I, 84). I dati faunistici, durante l'età del Ferro, segnalano una presenza considerevole di caprovini e di suini a Luni sul Mignone (dove sembrano predominare i primi) e a Narce (dove la situazione risulta capovolta). In entrambi i centri i buoi sono ben rappresentati, ma continua ad essere presente il solo bue brachicero di piccola taglia. A Luni sul Mignone, in particolare, è stato notato un incremento, rispetto ai periodi precedenti, degli esemplari adulti, il che sembra alludere a un loro possibile sfruttamento come animali da lavoro, affiancati in questo uso dal cavallo e dall'asino. Nelle fasi orientalizzante e arcaica iniziarono a diffondersi, per poi affermarsi in maniera definitiva, pratiche di allevamento selettive, che portarono, tra l'altro, alla differenziazione in razze locali distinte per taglia e per attitudini. Si selezionarono cani per la caccia, altri per la difesa, altri ancora per la custodia delle greggi e delle mandrie. Tra i buoi vennero selezionate razze di taglia maggiore, con lunghe corna e grande resistenza ai lavori agricoli. Per l'allevamento dei cavalli si ebbe un'attenzione particolare: esemplari ad arti snelli, strettamente legati al cavallo arabo e ad altre razze orientali, si diffusero in relazione all'arte equestre, mentre le razze autoctone, discendenti da quelle dell'età del Bronzo, furono relegate alla sfera produttiva. Diffuso appare l'allevamento dei suini, la cui carne era utilizzata ampiamente nell'alimentazione; contemporaneamente erano presenti, tra le specie domestiche, gli animali da cortile (Columbidi, Fasianidi, Anatidi, ma non i Leporidi). Il terzo tipo di documentazione ‒ quello di carattere iconografico ‒ è particolarmente ampio, ma il suo impiego ai fini della ricostruzione dell'allevamento deve essere effettuato con notevole cautela. Indicazioni, comunque, se ne possono trarre: le scene incise su una situla d'argento dorato rinvenuta a Chiusi (650 a.C. ca.) mostrano una mandria di verri guidata da un porcaro. La stessa specie di animale ricorre nel fregio di una hydria a figure nere da Cerveteri (530 a.C. ca.), nell'ambito di una scena di preparativi per un sacrificio. Un'immagine di buoi al lavoro è offerta dal gruppo bronzeo, noto come Aratore di Arezzo (fine del V sec. a.C.).Resta da accennare al ruolo svolto dall'allevamento nell'ambito delle attività produttive: oggi si tende a valutarlo non marginale e interagente con l'agricoltura, secondo quanto era stato già intuito da Th. Mommsen per le origini di Roma. Si deve infatti tenere presente che alcuni animali, come si è visto, erano utilizzati nei lavori agricoli, mentre la carne di altri rappresentava una componente importante nell'alimentazione; né va dimenticato che il letame costituiva il concime necessario alle coltivazioni.
G. Barker, Archeologia del paesaggio ed agricoltura etrusca, in C. Cerchiai (ed.), L'alimentazione nel mondo antico. Gli Etruschi, Roma 1987, pp. 17-32; L. Caloi - M.R. Palombo - C. Romei, La fauna e l'allevamento, in Etruria meridionale. Conoscenza, conservazione, fruizione. Atti del Convegno (Viterbo, 29 novembre - 1 dicembre 1985), Roma 1988, pp. 51-57; A. Giardina, Uomini e spazi aperti, in E. Gabba - A. Schiavone (edd.), Storia di Roma, IV, Torino 1989, pp. 71-99; M. Cristofani, Agricoltura e allevamento, in Gli Etruschi. Una nuova immagine, Firenze 19932, pp. 74-83; J.-R. Jannot, Les représentations d'animaux dans l'imagerie étrusque, in Homme et animal dans l'antiquité romaine. Actes du Colloque (Nantes, 29 mai - 1juin 1991), Tours 1995, pp. 217-33.