L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'area germanica: Amburgo
Città (lat. Hammonia) tra le più importanti della Germania settentrionale. Il suo centro storico tra il 1947 e il 1959 fu oggetto di scavi sistematici.
Sono stati rinvenuti i buchi di palo e i resti di costruzioni in legno relativi a un villaggio che precedette il nucleo originario della città, costituito dal castello di Hammaburg. Di esso si ha notizia nell’825 e la sua costruzione si fa risalire a Carlo Magno. Le indagini archeologiche ne hanno rintracciato il perimetro e parte delle strutture: di forma quasi quadrata (130 m ca. di lato), era circondato da fossati e il muro difensivo era realizzato con terra e pali di legno. Riguardo alle strutture interne, sono state rinvenute solo piccole costruzioni, simili a casematte, lungo il lato interno delle mura, oltre alle tracce di una chiesa al centro del circuito da identificarsi con l’Ansgarkirche, la chiesa battesimale che nella prima metà del IX secolo fu elevata al rango episcopale. La posizione del centro fortificato in prossimità del confine danese ne fece il centro propulsore dell’attività missionaria della Chiesa verso i Paesi del Nord Europa. A sud dell’insediamento militare e religioso si aggiunse un nuovo abitato, che si sviluppò in seguito alla realizzazione di un porto ricavato dall’ampliamento dell’alveo di un affluente del fiume Alster. L’abitato, in parte indagato, si componeva di case di piccoli artigiani e commercianti, con la sola eccezione di una casa colonica. Nell’845 il centro fu distrutto da un assalto a sorpresa dei Danesi; in seguito a questo avvenimento, la sede diocesana fu unita a quella di Brema e trasferita in quest’ultima città. La ricostruzione dovette essere in gran parte compiuta sotto il vescovo Adaldago (937-988), in quanto nel 964 il Capitolo della città accolse in esilio il papa Benedetto V. Nel 983 il centro fu nuovamente distrutto. Nell’XI secolo con il vescovo Adalberto (1043-1072) l’attività vescovile, che aveva fatto della città un nodo fondamentale della politica missionaria nel settentrione, raggiunse il culmine con la fondazione di un Patriarcato del Nord. Nello stesso secolo il centro fu parzialmente fortificato da una struttura in legno e terra; nel 1072 fu nuovamente assalito dagli Slavi.
Con il XII secolo la vita di A. cambiò in modo sostanziale e sul suo ruolo religioso presero definitivamente il sopravvento gli interessi commerciali ed economici. La definitiva colonizzazione della Germania settentrionale aveva inoltre messo fine alla sua funzione di posto di confine. La nuova condizione si concretizzò sul piano urbanistico nella creazione di una città nuova (Neustadt) accanto all’antico centro episcopale (Altstadt). Tra il 1120 e il 1140 a sud dell’antico abitato si costituì un insediamento di commercianti stranieri e nel 1188 il conte Adolfo III di Holstein concesse a un consorzio d’imprenditori di costruire un porto sulla riva occidentale dell’Alster. In seguito alle dispute tra gli Staufen e i Welfen, A. e l’Holstein rimasero per ventisei anni sotto il domino danese. Riottenuta la libertà, la città ebbe una fase di enorme sviluppo che interessò tutto il XIII secolo; in quegli anni A. divenne uno dei principali promotori della Lega anseatica e nel 1241 fu stipulato l’accordo con Lubecca. L’area compresa tra la città vecchia e quella nuova fu progressivamente occupata da nuove costruzioni: nel 1235 i francescani vi costruirono il convento di S. Maria Maddalena, l’anno successivo i domenicani quello di S. Giovanni. Nella parte meridionale si trovava il quartiere commerciale con la chiesa di S. Caterina (Katharinenkirche) e più a est quello dei piccoli artigiani e dei trasportatori. Nel 1290 nel punto di sutura tra vecchia e nuova città fu costruito il municipio. Il rilevante ruolo economico continuò a far crescere la città per tutto il XIV secolo, tanto che nel 1400 essa poteva contare, su una superficie di 80 ha, 8000 abitanti.
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