L'archeologia delle pratiche funerarie. Sud-Est asiatico
Le aree funerarie oggetto di scavi estensivi nel Sud-Est asiatico sono in numero ancora troppo esiguo per consentire un'analisi esaustiva della distribuzione degli spazi o per definire con certezza quali siano, al loro interno, le zone di maggiore o minore ricchezza e importanza. Per quanto attiene a tale campo della ricerca archeologica, infatti, non vi è nulla di paragonabile alla vastità e alla completezza degli scavi condotti nei cimiteri preistorici della Cina centrale e settentrionale: in Asia sud-orientale sono da considerare di ragguardevole estensione scavi come quelli condotti a Khok Phanom Di, dove è stata esposta un'area di 100 m², o gli scavi condotti nel sito di Tha Kae, dove sono stati messi in luce un totale di circa 350 m² (di cui 187 m² interessati da una necropoli), o, ancora, quelli del sito di Noen U-Loke dove si è riusciti ad indagare 210 m² dei 120.000 m² su cui si estendeva il sito.
Nonostante le difficoltà appena delineate, è comunque possibile dare alcune indicazioni circa l'organizzazione degli spazi e la relativa ricchezza delle sepolture quali indici di strutture gerarchiche all'interno degli insediamenti del Sud-Est asiatico. Il periodo compreso tra le fasi funerarie 2 e 4 di Khok Phanom Di (Prov. di Chonburi) vede le sepolture disposte in gruppi molto stretti all'interno di tombe collettive, presumibilmente realizzate con legno. Ciascuna tomba conteneva i resti di uomini, donne, bambini e infanti. La maggior parte delle sepolture sono state rinvenute intatte, consentendo di applicare metodi statistici per verificare la rete delle possibili relazioni tra i gruppi sulla base dell'età e del sesso, nonché di registrare gli eventuali mutamenti avvenuti nel corso del tempo. Le verifiche così effettuate non hanno evidenziato differenze significative ‒ soprattutto in termini di ricchezza dei corredi funerari ‒ tra i gruppi di sepolture nel periodo delle fasi funerarie 2-4. Una seconda analisi è stata portata a termine assegnando precisi valori ad ogni tipo di offerta funeraria, in modo da quantificare il livello di ricchezza associabile a ciascuna delle sepolture. Per quanto riguarda le fasi 2, 3 e 4 nel loro complesso, emergono i casi di uno o due individui: in particolare quello della sepoltura di un uomo del gruppo E, che era stato inumato con 39.000 grani discoidali di collana in conchiglia. Escludendo quest'unico caso, il livello di ricchezza tra le varie sepolture sembra essere distribuito in modo piuttosto uniforme. La fase funeraria 5 segna un notevole incremento del livello di ricchezza delle offerte e dei corredi: si può osservare come a un tale mutamento si accompagni la prassi che prevedeva per gli individui di sesso maschile, la presenza di decorazioni ricavate da carapaci di tartaruga, mentre le donne, i bambini e gli infanti venivano sepolti con incudini (anvil ) per la manifattura del vasellame.
Il cimitero dell'età del Bronzo di Ban Na Di (altopiano del Khorat, Thailandia) è stato scavato aprendo due diversi settori distanti tra loro 230 m e ciascun settore ha restituito raggruppamenti di tombe. Una serie di indagini statistiche sono state effettuate con riguardo al sesso e all'età degli individui, nonché ai corredi funerari, al fine di cogliere differenze significative circa la ricchezza e lo status sociale del defunto. Tali analisi hanno evidenziato un netto divario del livello di ricchezza tra le due aree: l'area A del cimitero appariva, infatti, più ricca dell'altra. La cluster analysis ha, inoltre, consentito di isolare le sepolture più ricche che, come già detto, appartengono per la quasi totalità all'area A. Lo stesso risultato ha fornito l'applicazione di una analisi multidimensional scaling. Questi risultati mostrano come la ricchezza degli individui sepolti nell'area A, valutabile in un arco di tempo apprezzabile, sia dovuta ad un diverso e più alto status sociale. Costoro dovevano probabilmente far parte di un gruppo familiare (clan) che deteneva una posizione di privilegio nella distribuzione di beni esotici di prestigio e che impiegava questi ultimi nei riti funerari per segnalare il proprio rango. Ai corredi di queste sepolture, inoltre, appartengono tutte le figurine d'argilla e i braccialetti di marmo o ardesia rinvenuti nello scavo, la maggior parte dei bronzi come pure buona parte delle perle ricavate da conchiglie marine. Gli scavi condotti nella necropoli dell'età del Bronzo di Non Nok Tha (altopiano del Khorat, Thailandia) hanno esposto un'area relativamente vasta; per quanto sia difficile definire una trama nelle relazioni spaziali tra sepolture, appare evidente che le tombe erano, anche in questo caso, disposte in file, ma la distribuzione spaziale dei manufatti di bronzo all'interno del cimitero non apporta elementi che consentano di circoscriverne la presenza entro un'area precisa. D.T. Bayard, che ha condotto gli scavi, ha isolato un gruppo di 15 oggetti di accompagnamento all'interno di un campione rappresentato da 61 tombe: questi sembrerebbero evidenziare una linea di demarcazione, un confine, tra "corredi ricchi" e "corredi poveri". Rientrano tra quelle considerate ricche 15 sepolture, benché non abbiano restituito un maggior numero di oggetti di bronzo o di altri manufatti "esotici" rispetto alle altre. La ricchezza relativa delle sepolture di Non Nok Tha è, infatti, espressa soprattutto dalla quantità di recipienti di ceramica ad esse associati: tra i 32 oggetti di accompagno di una ricca tomba del Primo Periodo Intermedio, 21 erano vasi, mentre era presente un solo strumento d'osso, 2 ossa di arti di una vacca, un cranio di vacca e 3 macine di pietra. Nella necropoli dell'età del Bronzo di Ban Lum Khao (alta valle del Mun, Thailandia) sono state riconosciute quattro fasi funerarie. Durante la terza, la più conosciuta e più rappresentativa, si riscontra una ben definita disposizione delle sepolture in file. Le nove tombe appartenenti alla prima fase erano orientate verso est. La seconda fase è essenzialmente di transizione verso un assetto che vede il maggior numero di sepolture disposte apparentemente in cinque file, con il capo rivolto verso sud o sud-est. Tranne che per una delle file, solo parzialmente inclusa nell'area di scavo e quindi non completamente indagata, tutte le altre contenevano i resti di uomini, donne, bambini e infanti. Durante la fase finale, quattro o forse cinque file sono nuovamente orientate con la testa rivolta verso est. Le forme ceramiche della quarta fase, inoltre, sono estremamente simili a quelle della successiva età del Ferro e possono quindi essere datate tra il VII e il VI sec. a.C. Il vasellame di ceramica rappresenta il manufatto prevalente nelle offerte funerarie. Lo scavo ha restituito molti esemplari di un contenitore ceramico che è caratteristico della produzione fittile dell'alta valle del Mun: un'olletta biconica ad ingobbio rosso lustrato con il caratteristico alto orlo/collo troncoconico fortemente estroverso ‒ anche detto "a tromba" ‒ riferibile alla terza fase funeraria; questa forma, inoltre, sembra non essere più in uso durante la quarta fase funeraria. Tra gli ornamenti personali si preferiscono, ancora, i manufatti di conchiglia: gli onnipresenti grani discoidali del Neolitico dominano infatti l'insieme dei monili ed anche la maggior parte dei 62 braccialetti rinvenuti nelle sepolture è di conchiglia. Sono state trovate, inoltre, 3 incudini per la manifattura dei vasi, 2 in tombe maschili, l'altra in una tomba femminile. D.J.W. O'Reilly ha condotto una dettagliata analisi delle dimensioni sia spaziali che sociali di questo cimitero (O'Reilly 1999) identificando cinque file di deposizioni, che rappresentano la totalità delle sepolture, orientate con la testa verso sud o sud-est. Anche se l'area esposta a Ban Lum Khao è di vaste dimensioni, l'indagine si scontra con il problema della definizione dei confini di tale zona: non è possibile, infatti, definire dove terminino le file e quante sepolture vi siano comprese. È possibile, comunque, visualizzare cinque file parziali di tombe, con resti maschili, femminili e infantili. Sembra che vi sia una forma di struttura spaziale che prevede che le tombe infantili siano disposte soprattutto ai piedi di quelle femminili; le sepolture femminili e quelle maschili inoltre non sono raggruppate, ma distribuite in ciascuna fila. Il tentativo di valutare i vari tipi di offerte funerarie in rapporto al sesso, all'età del defunto e al luogo della sepoltura per far emergere eventuali relazioni tra i dati non ha dato risultati apprezzabili. Ossa di maiale sono state rinvenute in ben 13 sepolture, ma, se si trascura una regolare ricorrenza di tale tipo di rinvenimento per la fase tarda del cimitero, non si evidenziano altre occorrenze in connessione ad un gruppo specifico di individui. Grani di conchiglia sono presenti in tutte le file di sepolture e per tutte le fasi funerarie; i braccialetti di conchiglia sono stati rinvenuti in connessione con gruppi di ogni età e sesso, mentre cinque donne e due uomini indossavano bracciali di marmo. Un solo tipo di braccialetto, stilisticamente differente da tutti gli altri, compare solo in associazione con gli individui più anziani. Ci si attenderebbe inoltre di trovare le asce di pietra nelle sepolture maschili, mentre la maggior parte è stata rinvenuta in quelle femminili o infantili. Le stesse fusaiole, che ci si aspetterebbe di trovare in sepolture femminili, sono state rinvenute, invece, in relazione ad individui di ogni età e di entrambi i sessi. La valutazione degli oggetti funerari contenuti all'interno delle sepolture infantili ha rappresentato nel passato un criterio per definire lo status sociale più presunto che reale, soprattutto in base alla considerazione che il defunto non fosse vissuto abbastanza per raggiungere un significativo livello personale di ricchezza. D'altra parte ai bambini poteva, invece, essere dedicata una sepoltura relativamente opulenta come forma di esibizione della ricchezza della famiglia (clan) di appartenenza. Nel caso delle sepolture di infanti rinvenute a Ban Lum Khao è emerso che quelle della seconda fila contenevano al loro interno una media di 6 oggetti per individuo, mentre quelle della prima fila ne contenevano mediamente 1,5. Non sono però emerse differenze di questo tipo nelle 16 sepolture di bambini. Pur prendendo in considerazione l'opulenta quarta fase funeraria, nessuna fila di sepolture sembra essere più ricca di un'altra, così come non si riscontrano diversità nella prassi funeraria tra uomini e donne o tra la ricchezza della tomba e uomini di diverso status sociale. Considerando l'età dei defunti, tuttavia, emerge che gli individui compresi tra i 30 e i 39 anni mostrano un maggiore livello di ricchezza con una media di 9 oggetti di accompagnamento, mentre quelle dei defunti di età superiore ai 40 anni non raggiungono che la metà di tale quantità. Le variazioni di ricchezza, ancora una volta, sembrano legate a fattori cronologici: le sepolture della prima fase hanno restituito una media di 4,26 oggetti per individuo, 4,61 oggetti sono mediamente attestati per la terza fase, mentre per la quarta fase il numero degli oggetti risulta triplicato fino a 15 per sepoltura. Quello che si ricava nell'esame di tale insieme è che vi sia una certa uniformità nella prassi funeraria riguardo al sesso, all'età o alla collocazione dei defunti. Solo con le poche sepolture della fase finale, raggruppate presso l'angolo occidentale dell'area di scavo, si riscontra un diverso orientamento e un repentino aumento del numero degli oggetti di corredo. Anche il sito di Nong Nor (Prov. di Chonburi) sembra evidenziare un ordine nella distribuzione spaziale delle sepolture: un gruppo, infatti, era chiaramente disposto in file mentre l'altro presentava una meno chiara organizzazione areale. L'insieme delle sepolture scavate, però, era abbastanza numeroso da permettere di ipotizzare un modello di distribuzione che coinvolge la disposizione dei defunti in base al sesso, all'età o alla localizzazione all'interno del cimitero. Quello che risulta è che i resti di cane e di maiale, i bracciali di marmo, i pendenti di conchiglia, come pure le cinture e le collane di conchiglia, le macine di pietra, i bracciali di bronzo e alcune particolari tipologie di vasellame sono predominanti nei corredi funebri. Manufatti potenzialmente molto significativi, come le perle di corniola o di agata, sono talmente rari che contribuirebbero in modo del tutto trascurabile alla visione d'insieme. L'analisi dei componenti principali, applicata alle 49 sepolture intatte sulla base della presenza/assenza di un particolare manufatto, ha evidenziato che la parte più consistente delle sepolture formava un gruppo caratterizzato da poche offerte funerarie. Al contrario, nove sepolture (cinque uomini, tre donne e un bambino) erano poste in evidenza dall'analisi statistica per la presenza di bracciali di marmo ‒ quest'ultimo molto probabilmente importato dall'entroterra ‒, pendenti di conchiglie e offerte di cranio di cane. L'analisi dei componenti principali, inoltre, è stata applicata tenendo conto del numero di manufatti rinvenuti nelle sepolture; il risultato è stato che i pendenti di conchiglia, i bracciali di marmo, le macine, le conchiglie di Conus e due particolari forme ceramiche sembrano indicare cinque tombe molto ricche. Non si nota, invece, una chiara separazione nella disposizione delle tombe o nella presenza di particolari oggetti di corredo in base all'età del defunto. In due soli gruppi, appartenenti al raggruppamento orientale e, quindi, più tardi, si concentrano, infine, la maggior parte degli ornamenti di pietre alloctone: marmo, serpentino, corniola, agata, giada.
Una delle più chiare evidenze di una organizzazione spaziale all'interno di una necropoli proviene dalle sepolture della fase funeraria 4 rinvenute a Noen U-Loke (alta valle del Mun, Thailandia). Le sepolture formavano, infatti, quattro gruppi tutti orientati in direzione nord-sud, tre dei quali erano disposti sullo stesso asse est-ovest ad una distanza regolare di 3- 4 m l'uno dall'altro. Il rituale funerario di questi gruppi, inoltre, appare piuttosto elaborato, con fosse di sepoltura riempite di riso bruciato e sigillate da un pavimento di argilla; anche l'insieme degli oggetti di corredo risulta più ampio e più ricco rispetto alle fasi precedenti. Più a sud, nella necropoli dell'età del Ferro rinvenuta a Tha Kae (Prov. di Lopburi, Thailandia), le sepolture messe in luce nel quadrato principale di scavo (ca. 187 m²), pur se quantitativamente limitate, evidenziano una chiara organizzazione spaziale: le fosse, infatti, erano poste su due file parallele orientate sull'asse nord-sud ‒ con la testa a nord ‒ e separate da un corridoio di circa 2 m. Per la maggior parte le sepolture contenevano i resti di un solo inumato, ma in alcuni casi le profonde fosse rettangolari contenevano i resti di più individui sovrapposti, permettendo di ipotizzare ‒ grazie alla osservazione delle relazioni stratigrafiche tra un individuo e l'altro ‒ la presenza di vere e proprie tombe a carattere familiare. Esemplare è il caso della sepoltura U.S. 739, in cui un primo individuo era stato sepolto all'interno di una profonda fossa rettangolare ad angoli arrotondati; in seguito, per l'inumazione di un secondo individuo la fossa era stata allungata e la tibia destra del primo occupante spostata sul piano di deposizione del secondo. Per la deposizione di un terzo occupante, la fossa sembra essere stata allungata soltanto nella porzione dell'apice settentrionale, in cui trovava anche posto parte del corredo (grosse giare globulari con acuta carenatura) e il cranio di un quarto individuo di cui, però, non è stato rinvenuto il resto dello scheletro. Infine, in una piccola fossa, nel cui riempimento ‒ sotto una pila di giarette e ciotole ‒ era presente la metà destra del bacino dell'individuo sottostante, furono deposti due infanti accompagnati dallo scheletro di un cane, in modo da essere perfettamente adagiati sul petto del sottostante adulto. Le necropoli dell'età del Ferro appartenenti alla cultura di Dian (Prov. di Yunnan, Cina) rivelano una marcata organizzazione spaziale: i due cimiteri di Shizhaishan e Lijiashan, ad esempio, erano chiaramente riservati a sepolture dell'aristocrazia. Le 22 tombe della necropoli di Lijiashan, inoltre, sono state sottoposte ad analisi statistica condotta sulla base delle offerte funerarie. I risultati hanno evidenziato due gruppi principali di sepolture, uno dei quali può essere ulteriormente suddiviso in due sottogruppi: il gruppo di sepolture più ricco era associato a contenitori di bronzo per conchiglie Cyprea, tamburi, poggiatesta di bronzo, faretre, asce ricurve, "stecche" di zanna di lupo e scettri e poteva verosimilmente rappresentare la frangia più alta dell'élite locale. Il secondo gruppo è stato suddiviso in base al sesso degli occupanti: le tombe maschili contenevano infatti armi e borchie da cintura di bronzo, mentre quelle femminili contenevano utensili di bronzo per la tessitura. La necropoli di Tianzimao, circa 30 km a nord di Shizhaishan, presentava una differente distribuzione delle tombe; le 44 sepolture formavano un gruppo molto serrato attorno ad una sepoltura centrale (M41) molto più grande (6,3 × 4 m, prof. 4 m) delle altre. Una piattaforma perimetrale (ercengtai) alla base della fossa evidenziava lo spazio occupato dal sarcofago e sorreggeva una fila di travi di legno; la camera sepolcrale era foderata di legno e conteneva un sarcofago lungo 2 m con i resti di un adulto e di un bambino accompagnati da un ricco corredo: vasi di bronzo riccamente decorati, tamburi, armi e un gruppo di punte di lancia nell'angolo orientale insieme con numerose placche in bronzo; erano presenti anche involti di stoffa e scatole contenenti spade, lance, parti di armature, borchie da cintura e gioielli di giada e agata. Nella sepoltura, inoltre, furono rinvenuti più di 10.000 elementi di collana di malachite. Le altre tombe erano, invece, molto più povere e l'unico segno di distinzione era rappresentato dalla presenza di armi nelle sepolture maschili e di utensili per la tessitura in quelle femminili. In generale, quindi, è possibile asserire che la necropoli appartenesse ad una comunità periferica il cui capo era, verosimilmente, vassallo dei ricchi signori sepolti a Shizhaishan. Sempre nella provincia cinese dello Yunnan, ma più ad ovest, la necropoli di Wanjiaba rappresenta una differente compagine tribale e un differente assetto cimiteriale. Le 79 sepolture scavate a Wanjiaba sono uniformemente distribuite ‒ con rarissimi casi di sovrapposizione ‒ e, come per la necropoli di Tianzimao, è presente una grande sepoltura centrale (5,6 × 2 m, prof. 6,7 m) accompagnata da un ricco corredo: sebbene parzialmente depredata, la sepoltura conteneva 352 lance di bronzo, 4 tamburi e 4 campane, 14 zappe, 79 bracciali di bronzo e stagno e monili di agata e turchese. Nessuna delle altre sepolture della necropoli presentava un simile corredo, certamente indicativo della presenza di un "grande capo", un "sovrano", della comunità. La possibilità di indagare la distribuzione delle sepolture all'interno di specifiche aree funerarie diminuisce drasticamente quando ci si addentra nel periodo storico: con la trasformazione del rituale funerario dall'inumazione alla cremazione, intorno alla metà del I millennio d.C., non è possibile distinguere alcun modello. Per l'élite il rituale appare incentrato sul tempio-mausoleo, mentre per la maggior parte della popolazione i rituali funerari non sono stati oggetto di analisi accurate anche per l'estrema elusività dei dati archeologici ad essi relativi.
D.T. Bayard, Non Nok Tha. The 1968 Excavation: Procedure, Stratigraphy and a Summary of the Evidence, Dunedin 1971; C.F.W. Higham - A. Kijngam (edd.), Prehistoric Investigations in Northeast Thailand, I-III, Oxford 1984; Wang Dadao, A Reconsideration of the Wanjiaba Tombs in the Light of Dating and Periodization, in BAncOrMus, 7 (1985), pp. 113- 33; C.F.W. Higham - R. Thosarat (edd.), The Excavation of Nong Nor, a Prehistoric Site in Central Thailand, Dunedin 1998; D.J.W. O'Reilly, A Diachronic Analysis of Social Organisation in the Mun River Valley (PhD Diss.), University of Otago 1999.
In Asia sud-orientale i rituali funerari presentano sensibili variazioni a livello regionale e, soprattutto, furono soggetti a profondi cambiamenti tra il III millennio a.C. e il periodo di formazione e stabilizzazione di entità politiche regionali di tipo statale (I millennio d.C.). Possono essere individuate differenti fasi culturali, a cominciare dal periodo caratterizzato dalla presenza di società di cacciatori-raccoglitori, classificabili in due distinti insiemi: i gruppi con occupazione in grotta e i gruppi che si adattarono all'ambiente marino. Intorno al 3000 a.C., le comunità neolitiche si stabilirono in Asia sud-orientale e gli insediamenti sono preferibilmente dislocati nelle valli fluviali che, numerose, sono presenti dalla regione del Lingnan (Prov. di Guangxi e Guangdong, Cina) alla Penisola Malese e dalla costa del Vietnam alla Thailandia centrale. Questi gruppi portarono con sé rituali funerari caratterizzati da una generale uniformità, mentre, allo stesso tempo, differiscono dai comportamenti funerari riscontrabili nei gruppi di cacciatoriraccoglitori con in quali interagirono. L'età del Bronzo ebbe inizio intorno al 1500 a.C. seguita, un millennio più tardi, dall'età del Ferro; dalla prima metà del I millennio d.C., infine, il processo di formazione degli Stati si evidenziò nelle valli fluviali del Mekong e del Chao Phraya: in quelle aree le comunità locali vennero sempre più in contatto con l'India, soprattutto attraverso un vasto fenomeno di interazione commerciale, mentre, più a nord, le comunità del delta del Fiume Rosso e dell'ampia regione del Lingnan si trovarono sempre più coinvolte nelle mire espansionistiche dell'impero Han.
Vietnam - A giudicare dallo spessore dei livelli archeologici rinvenuti all'interno dei siti in grotta, i gruppi di cacciatori- raccoglitori che si adattarono alle foreste pluviali canopie occuparono quei siti per periodi relativamente molto brevi e in modo non stanziale. Un solo caso eccezionale è rappresentato dal sito di Lang Ca (Vietnam settentrionale), dove furono rinvenuti circa 200 teschi, in un'area di soli 25 m², posti sopra ad alcune pietre e associati a pochi arti, ma non è stata trovata alcuna evidenza di corredo funerario. I corpi, invece, erano stati sepolti qualche tempo dopo il decesso in un'area separata: se il gruppo sociale responsabile di quelle sepolture era di tipo mobile, la grotta potrebbe essere verosimilmente interpretata come un luogo sacro, unanimemente riconosciuto dal gruppo, dove i resti dei defunti venivano comunque riportati. Nei siti in grotta di Hang Dang e Moc Long (Cordillera di Truong Son) era in uso, invece, un differente rituale funerario: i defunti erano sepolti in posizione accovacciata, coperti di ocra rossa e accompagnati da strumenti litici. Vi è una lunga tradizione di archeologia delle regioni costiere nella Cina meridionale (Lingnan) e in Vietnam; proprio in quest'ultima area Ha Van Tan ha riconosciuto numerosi gruppi di siti che definisce "culture". Le differenze fra i gruppi di siti si basano sostanzialmente sulla loro distribuzione regionale e sulla tipologia della ceramica e degli strumenti litici, caratterizzanti, questi ultimi, un'economia orientata verso lo sfruttamento delle risorse marine. Nelle sepolture i defunti sono deposti in posizione flessa o seduti, accompagnati dal corredo funerario: la possibilità di avere accesso alle ricche risorse marine può senz'altro aver facilitato una maggiore sedentarietà e molti di quei siti hanno restituito piccoli cimiteri. Il conchigliaio di Da But copre un'area di circa 1500 m² e ha il considerevole spessore di circa 5 m; i resti faunistici indicano che l'insediamento era situato nelle vicinanze di una palude salmastra estuarina. Nelle sepolture i defunti erano posti in posizione flessa e accompagnati da corredi formati da contenitori ceramici a fondo arrotondato, accette di pietra polita, monili di conchiglia, pesi da rete di pietra, fusaiole e offerte di ocra rossa.L ungo la costa vietnamita, nelle provincie di Nghe An e Ha Thinh, sono stati identificati circa 20 siti facenti parte della cultura di Quynh Van. Le date al ¹⁴C suggeriscono che l'occupazione più tarda può essere datata intorno al III millennio a.C. e, dato che il sito eponimo ha un deposito archeologico spesso circa 6 m, l'iniziale occupazione dell'area deve essere avvenuta in un periodo considerevolmente più antico. Anche in questo caso sono state rinvenute 31 sepolture in fossa con il defunto posto in posizione flessa.
Cina sud-occidentale - Nella regione del Lingnan (Prov. di Guangxi e Guangdong) sono, invece, attestati insiemi necropolari più ricchi, situati nel delta del Fiume delle Perle; a Hedang sono state scavate 77 sepolture, databili al III millennio a.C., nelle quali gli individui di sesso maschile erano stati sepolti con accette di pietra polita, mentre quelli di sesso femminile erano accompagnati da fusaiole; nei corredi compaiono anche alcuni ornamenti d'avorio e monili di pietra verosimilmente non locale.
Thailandia - Una simile occupazione sulle coste è identificabile anche nel Golfo di Thailandia. Il conchigliaio di Nong Nor fu occupato per poco più di una stagione intorno al 2450 a.C.; l'unica sepoltura rinvenuta era di un individuo di sesso femminile posto nella fossa in posizione accovacciata e accompagnato da un solo oggetto: un ciottolo utilizzato come lisciatoio per brunire la superficie dei contenitori ceramici. Khok Phanom Di (Prov. di Chonburi) è un esteso conchigliaio di circa 5 ha, oggi situato a 22 km dalla costa, che fu occupato per circa 500 anni tra il 2000 e il 1500 a.C. L'estesa necropoli ha permesso di identificare sette successive fasi funerarie (MP 1- 7) distinte da percettibili cambiamenti nel rituale e nei corredi di accompagnamento e accomunate dalla ricorrente posizione del defunto supina e con la testa orientata verso est. La fase funeraria 1 (MP 1) è rappresentata da sole sei sepolture e i corredi sono tutti formati da monili di conchiglia in forma di sottili elementi di collana discoidali. Con la fase funeraria 2 (MP 2), le sepolture iniziano ad essere distribuite in gruppi il cui perimetro appare contrassegnato da buchi di palo. Ogni gruppo, inoltre, conteneva i resti di un uomo e di una donna adulti e di alcuni bambini. Il rituale funerario di questa fase denuncia un gran dispendio di energie da parte del gruppo: i corpi, infatti, erano stati coperti di ocra rossa e avvolti in sudari di amianto naturale, quindi posti in rudimentali bare di legno. I contenitori di ceramica posti a corredo del defunto mostrano forme elaborate e un'accurata brunitura. Una notevole varietà di manufatti, inoltre, appare dall'analisi dei corredi: elementi di collana discoidali, a barile o a imbuto di conchiglia, conchiglie cauri (Cyprea spp.), bracciali di vertebra di pesce, denti di rinoceronte o di muntjak (un piccolo daino asiatico), accette in pietra polita, ami e lisciatoi per la brunitura dei contenitori ceramici; non è stata riscontrata, però, alcuna differenza tra i corredi che accompagnavano gli individui di sesso maschile e i corredi posti accanto ad individui di sesso femminile. La fase funeraria 3 (MP 3) sembra continuare la precedente senza sostanziali cambiamenti; verso la metà del periodo, tuttavia, si verificò un radicale cambiamento nell'habitat con il conseguente sfruttamento di risorse d'acqua dolce e non più marine. Più della metà delle sepolture, inoltre, contenevano resti di bambini. I corredi funerari sono, ancora, estremamente ricchi e variati: elementi di collana discoidali di conchiglia, contenitori ceramici decorati da bande di decorazioni incise e impresse a sottolineare orli, colli o pance, lisciatoi per la brunitura dei vasi e bracciali in vertebra di pesce. Con questo periodo e con il successivo (MP 4) inizia ad essere percepibile una differenza fra oggetti d'accompagnamento posti nelle sepolture maschili e quelli nelle sepolture femminili: gli uomini erano sepolti con grandi ornamenti ricavati da carapace di tartaruga, le donne con incudini (dette in ingl. anvil ) per la manifattura dei vasi di ceramica. È interessante notare, inoltre, che con il diminuire dello sfruttamento delle risorse marine si nota un'eguale diminuzione nella presenza degli elementi di collana discoidali in conchiglia. Un ulteriore cambiamento ambientale sembra verificarsi con l'avvento della fase funeraria 5 (MP 5): si nota, infatti, un'inversione nello sfruttamento delle risorse a favore delle aree costiere a mangroveto mentre, contemporaneamente, le sepolture in gruppi, o file, di tombe sembrano cessare. Una donna e due bambini vennero sepolti in un'area mai, fino a quel momento, utilizzata per scopi funerari; le fosse si presentano molto più grandi rispetto alle precedenti fasi e la donna era stata sepolta con un corredo straordinariamente ricco: un abito ‒ o forse un telo, un sudario ‒ decorato da più di 120.000 elementi di collana discoidali di conchiglia, due grandi dischi realizzati dalla conchiglia di Tridacna sulle spalle, bracciali e, ancora, più di 1000 elementi di collana ad I anch'essi ottenuti lavorando la spessa valva di una tridacna, mentre accanto alla caviglia era stata posta un'incudine per la manifattura dei vasi. La successiva fase funeraria 6 (MP 6) vede un sostanziale cambiamento nella ritualità: i defunti, infatti, sono sepolti su ampie piattaforme di terra e ricoperti da pavimenti di stucco, un rituale, questo, che presuppone un grande investimento di forze da parte della comunità e ci informa, ancora una volta, sulla esponenziale crescita della ritualità indirizzata al culto dei morti.
Cina sud-occidentale - Uno dei più antichi siti neolitici del Sud-Est asiatico settentrionale è quello di Shixia (Prov. di Guangdong), nel Lingnan, databile tra il 2850-2500 a.C. Si tratta di un insediamento di circa 3 ha con una necropoli che sembrerebbe riflettere la rapida espansione delle comunità di risicoltori, originari della valle dello Yangtze, nel Sud-Est asiatico. Il rito funerario prevedeva la deposizione dell'inumato in fosse le cui pareti erano state precedentemente indurite con il fuoco; il corpo era posto in posizione supina, con la testa rivolta ad est; gli oggetti di accompagnamento comprendevano cong di giada (parallelepipedi con foro centrale cilindrico) di grande importanza rituale, bracciali, pendenti, spilloni per capelli, orecchini e vasi di ceramica. Con l'inizio della cultura tardoneolitica di Fubin (Prov. di Guangdong) si nota un generale incremento nella composizione dei corredi funerari: ceramica invetriata, ornamenti e armi rituali di pietra tra le quali le alabarde (o asce-pugnale) ge; la tomba più importante, rinvenuta a Tazaijinshan, consiste di una fossa (4,2 × 2,9 m, prof. 3,6 m) fornita di piattaforma perimetrale ercengtai con corredo composto da vasi di ceramica e tre alabarde ge.
Vietnam - L'espansione delle comunità di risicoltori nella valle del Fiume Rosso è rappresentata, in Vietnam, dalla cultura di Phung Nguyen databile al tardo III millennio a.C. Non sono state rinvenute molte sepolture appartenenti a questa cultura, ma le fosse delle 12 sepolture trovate a Lung Hoa, scavate ad una profondità di 5,2 m, presentavano anch'esse la piattaforma perimetrale alla base della fossa, mentre i corredi erano composti da bracciali, elementi di collana, orecchini e accette di pietra; nel sito di Xom Ren una sepoltura era accompagnata da una lama rituale di giada del tipo yazhang noto nei siti della età del Bronzo quali Erlitou (Prov. di Henan) e Sanxingdui (Prov. di Sichuan).
Thailandia - La maggior parte dei siti neolitici fino ad oggi scavati in Thailandia sono stati rinvenuti nel bacino del Chao Phraya e nella regione dove il Mekong raggiunge l'altopiano del Khorat. Il sito di Ban Kao (Prov. di Kanchanaburi) fu uno dei primi ad essere identificato e scavato nel 1961. Le 42 sepolture messe in luce sono state suddivise ‒ sia in base alla loro profondità rispetto alla superficie, sia con l'ausilio della tipologia ceramica ‒ in due gruppi, antico e tardo Neolitico, e datate tra il 2300 e il 1500 a.C. Gli uomini e le donne erano stati sepolti in coppia con i corpi orientati nelle direzioni opposte: con la testa verso sud-est gli uomini e con la testa verso nord-ovest le donne. I corredi della fase più antica erano composti da sola ceramica e accette di pietra polita, mentre la fase più tarda prevedeva un più ricco insieme di oggetti d'accompagnamento: ceramica e accette come nella fase precedente, ma anche resti di collana, costituiti da elementi discoidali di conchiglia, lo scheletro di un giovane maiale, due valve di conchiglia d'acqua dolce ed elementi di collana in pietra. Nella valle del Khao Wong Prachan, nel sito di Non Pa Wai (Prov. di Lopburi), è stata messa in luce una necropoli (2200- 1800 a.C.) caratterizzata da tombe a fossa in cui gli inumati erano sepolti con corredi composti da accette di pietra polita, monili di conchiglia, ceramica caratterizzata da bande di decorazioni incise e impresse ‒ solitamente spirali o meandri ‒, grandi giare carenate costruite entro grossolani cesti e, spesso, una conchiglia bivalve d'acqua dolce posta sul volto o accanto al defunto. Ancora nella Provincia di Lopburi, il sito di Ban Tha Kae presenta uno strato appartenente al Neolitico (ca. 2000-1800 a.C.) caratterizzato, anch'esso, dalla presenza di sepolture in fossa i cui corredi ‒ fatta eccezione per la ceramica costruita all'interno dei cesti ‒ non presentano differenze con quanto è già stato osservato a Non Pa Wai.
Cina sud-occidentale - Numerose sono le necropoli riferibili all'età del Bronzo (ca. 1500-500 a.C.) rinvenute in Asia sud-orientale. Solo nel sito di Yuanlongpo, nel Lingnan, sono state scavate circa 350 sepolture molte delle quali attestano il perdurare dell'uso della piattaforma ercengtai alla base della fossa di sepoltura. Purtroppo, non si hanno precise indicazioni riguardanti i corredi di ciascuna delle tombe, ma sappiamo che questi erano composti da una gran varietà di oggetti di cui il 10% era di bronzo: punte di lancia, asce, spade corte e punte di freccia. Sono state rinvenute, inoltre, le matrici per la fusione dei manufatti di metallo ad indicare la locale manifattura del bronzo.
Thailandia - Nelle necropoli dell'età del Bronzo in Thailandia si osserva, in generale, il perdurare dei rituali già descritti per il Neolitico, ovvero uomini, donne, bambini e infanti sepolti in file o gruppi e, spesso, sovrapposti alle sepolture dei presunti antenati. Si nota, inoltre, una maggiore disparità in termini di ricchezza del corredo, ma non così evidente da suggerire una marcata gerarchia sociale all'interno delle comunità. La necropoli di Ban Na Di (altopiano del Khorat) presenta tre successive fasi di utilizzo databili al periodo 900-400 a.C. Anche in questo caso, le sepolture sono in gruppi ‒ gli uomini con la testa orientata verso nord, le donne verso sud ‒ inequivocabilmente posti sopra le sepolture degli antenati, tanto che è stato possibile dividere la sequenza in più fasi. Nella fase 1A nessun oggetto di bronzo compare a corredo delle sepolture: il solo manufatto fuso in questo metallo è un sottile filo utilizzato per riparare i bracciali di pietra. Dominano, invece, le offerte di ceramica insieme con ossa di arti di bestiame, bracciali di pietra alloctona, elementi di collana di conchiglia e figurine di ceramica di bovini, cervidi, elefanti e uomini. Con la fase 1C si assiste ad una crescita nel numero degli oggetti di accompagnamento, mentre il rituale rimane sostanzialmente lo stesso. Il bronzo è presente in quantità leggermente superiore rispetto alle fasi precedenti e, nella maggior parte dei casi, i manufatti sono bracciali da polso. Conchiglie cauri, elementi discoidali di conchiglia, relativi a una collana, e bracciali, anch'essi di cochiglia, forse Tridacna, attestano il commercio con la zona costiera da cui proveniva la materia prima o l'oggetto finito. Arti anteriori di bovini e di suini come pure lo scheletro intero di un gallinaceo erano spesso posti all'interno delle sepolture e potrebbero indicare, forse, l'uso di pratiche rituali che prevedevano sacrifici animali o banchetti funebri. Anche nella fase finale del cimitero il bronzo è raro: solo tre sepolture contenevano bracciali e un bambino era stato sepolto con due cavigliere. Più comuni sono, invece, le offerte animali, mentre ancora più circoscritte sono le sepolture che avevano come corredo monili di conchiglia. L'analisi statistica di ordinamento multidimensionale ha messo in evidenza la presenza di un gruppo di tombe ‒ due uomini, una donna e un bambino ‒ particolarmente ricco in termini di corredo funerario: la quasi totalità del bronzo rinvenuto nello scavo e di oggetti esotici appartiene a questo gruppo. Questa disparità, inoltre, è presente in tutte e tre le fasi funerarie, ma non è sufficiente a mascherare un'evidente similarità: è come se quel gruppo, sebbene più ricco, continuasse ad appartenere allo stesso strato sociale. Nella Thailandia centrale il sito di Phu Noi (Prov. di Lopburi) ha restituito una densa concentrazione di sepolture: 32 riconosciute in un quadrato di soli 5 × 3 m. Le sepolture sono state suddivise in tre fasi funerarie, anche se la stretta sovrapposizione e la totale mancanza di cambiamenti nel rituale suggeriscono un uso continuativo del cimitero. Le tre sepolture della prima fase, la più antica, erano particolarmente ricche: la tomba 26 era accompagnata da sei vasi di ceramica dipinti su ingobbio rosso, un'accetta di pietra polita, un amo d'osso posto sul petto dell'inumato, conchiglie, bracciali di carapace di tartaruga e d'avorio, elementi di collana di corna di cervo e di conchiglia e le zampe anteriori di un maiale poste tra i piedi dell'inumato. Le sepolture delle successive fasi 2 e 3 erano particolarmente ammassate le une alle altre nei 15 m² scavati e solo poche di esse sono state rinvenute intatte. I corredi continuano ad essere composti principalmente da contenitori ceramici tra i quali una nuova forma ‒ il piatto su alto piedistallo cilindrico o troncoconico ‒, monili di conchiglia marina, di clorite e di una locale varietà di marmo; bracciali di pietra, conchiglie bivalvi, zampe anteriori di maiale e un grande disco perforato ottenuto da carapace di tartaruga che può trovare confronto con oggetti simili rinvenuti nella necropoli di Khok Phanom Di (Prov. di Chonburi). Poco più a sud di Phu Noi, il sito di Non Pa Wai (Prov. di Lopburi) ha restituito uno spesso deposito di scarti di fusione del rame; le poche tombe associabili a quel deposito sono quelle cosiddette "dei metallurghi": un uomo era stato sepolto con una matrice bivalve di ceramica per la fusione di una grande ascia ad immanicatura cava; in un'altra sepoltura era presente ancora una matrice a due valve e un amo da pesca di rame; in una terza il corredo era composto da un'ascia ad immanicatura cava di rame e un vaso e, infine, in una quarta sepoltura il defunto era accompagnato da tre vasi di ceramica, due bracciali, uno di pietra e l'altro di conchiglia, nonché da una masserella di rame. Restando nella regione centrale della Thailandia, ma più ad est, il sito di Ban Lum Khao, nell'alta valle del Mun, ha restituito un'estesa necropoli databile tra il 1400 e il 500 a.C. le cui sepolture sono state divise in quattro fasi funerarie. È interessante notare che, nonostante il cimitero sia inequivocabilmente datato all'età del Bronzo, manufatti di lega non sono stati rinvenuti in alcuna delle sepolture messe in luce; la presenza, però, di crogioli e frammenti di matrici indica che il metallo veniva fuso localmente. Alla fase 3 appartiene la peculiare tipologia delle ollette biconiche di ceramica ad ingobbio rosso lustrato con il caratteristico alto orlo troncoconico fortemente estroverso "a tromba", che contraddistingue la produzione ceramica dell'alta valle del Mun. Gli ornamenti di conchiglia sembrano essere favoriti rispetto a quelli di bronzo; continuano ad essere presenti gli elementi discoidali per collana e la maggior parte dei 62 monili, tra bracciali e cavigliere, rinvenuti nell'intera necropoli è di conchiglia. Sono inoltre presenti anche incudini per la manifattura della ceramica, accette di pietra polita, fusaiole, lisciatoi e masserelle di ocra rossa. Le offerte animali, comunque, sono le più comuni, insieme con la ceramica; il maiale è tra tutti il più utilizzato, ma sono presenti, anche, un cranio di cane e le corna di un cervo sambar. L'impressione generale è, dunque, quella di una dominante uniformità; soltanto con la fase finale del cimitero è possibile ravvisare un differente orientamento delle sepolture e una repentina crescita nella quantità, come pure nella qualità, dei manufatti facenti parte dei corredi funerari. Verso sud, nel Golfo di Thailandia, il sito di Nong Nor ha restituito ben 166 sepolture suddivise in un gruppo orientale e un gruppo occidentale. La ceramica domina ancora nella composizione dei corredi, ma sono presenti anche bracciali di marmo, ossa di zampa di maiale, perline discoidali di conchiglia, bracciali e pendenti di conchiglia che non trovano confronto altrove. I bambini erano solitamente sepolti all'interno di giare di ceramica preferibilmente interrate ai piedi delle sepolture femminili. Il bronzo è rappresentato quasi esclusivamente, ancora una volta, da bracciali, mentre compaiono ornamenti di stagno: orecchini e bracciali spiraliformi. Sono presenti, ad accompagnare il defunto, anche molti manufatti in materiali esotici: corniola, talco, giada e serpentino e, praticamente in tutte le sepolture, era presente un cranio di cane.
Durante l'età del Ferro si può notare una marcata differenziazione regionale nei rituali funerari legata ad un generale incremento della ricchezza.
Cina sud-occidentale - Al di là della regione del Lingnan, l'evoluzione dei chiefdoms, legata alla crescita dell'imperialismo delle dinastie Qin (221-206 a.C.) e Han (206 a.C. - 220 d.C.), è visibile nelle estremamente ricche sepolture delle necropoli di Shizhaishan e Lijiashan (Prov. di Yunnan), che contenevano i resti dell'élite del regno di Dian. Le sepolture scavate contenevano, infatti, corredi funebri di incredibile ricchezza: manufatti di bronzo, oro, ferro e turchese associati a sarcofagi di legno decorato e laccato. Una delle sepolture, inoltre, ha restituito un sigillo d'oro, recante quattro ideogrammi cinesi "Sigillo del re di Dian", del tipo di quelli concessi dall'imperatore Han ai capi dei regni o chiefdoms conquistati nelle regioni periferiche dell'impero.
Vietnam - Nel delta del Fiume Rosso, le sepolture dell'élite erano spesso in sarcofagi ricavati da tronchi d'albero entro i quali, con le due metà cave del tronco, veniva racchiuso il defunto. L'ambiente anaerobico delle argille del delta ha permesso la conservazione di una consistente varietà di offerte organiche, tra le quali impugnature in legno di asce e aste di lance, scale e tessuti. I gruppi di manufatti forse più impressionanti provengono dagli scavi di Viet Khe, presso Haiphong, dove un sarcofago ricavato da un tronco d'albero era lungo circa 4,5 m e conteneva oltre 100 artefatti tra i quali armi, contenitori, utensili, campane e piccoli tamburi di bronzo, e scatole di legno dipinto. Probabilmente l'usanza di seppellire i defunti in giare e il rito della cremazione, attestati nei siti costieri del Vietnam centrale e meridionale, sono stati introdotti da gruppi di popolazioni di lingua austronesiana. Il sito maggiormente investigato è Giong Co Va, nelle vicinanze della città di Ho Chi Minh, dove sono state scavate 339 sepolture in giara e 10 sepolture in fossa. I defunti erano deposti seduti all'interno di giare poste verticalmente nel terreno; tra quelle in cui lo stato di conservazione del defunto ha permesso ulteriori analisi, 14 erano individui di sesso maschile, 12 di sesso femminile; molte le giare contenenti resti di bambini. Le sepolture erano accompagnate da una grande varietà di manufatti: 21 ornamenti per orecchio di giada e di vetro decorati da 2 teste aggettanti, perline e bracciali di conchiglia, pietra e vetro e alcuni rari ornamenti d'oro. Lo studio dettagliato dei monili rinvenuti nella necropoli di Giong Co Va e in quella, coeva, di Giong Phet, ha permesso di identificare gran parte del materiale litico utilizzato, di ricostruire i sistemi di manifattura dei monili e di mettere in evidenza la qualità di quei gioielli: tutto concorre a concludere che i defunti appartenevano ad una ricca società che partecipava attivamente ad un mercato di scambi piuttosto vasto. Sono stati rinvenuti, infatti, 883 perle di corniola, in una grande varietà di forme, 242 perle di giada, 125 di agata, poche perle di granato e di cristallo di rocca e 3 ornamenti per orecchio discoidali con decorazioni aggettanti (ling-ling-o) di cui uno di corniola. La ceramica presenta una notevole varietà di forme e appare decorata da riquadri campiti da intricati disegni incisi; uno dei contenitori, poi, era decorato da quattro teste applicate molto simili a quelle rinvenute negli orecchini di Giong Co Va.
Laos - È probabile che il rito della cremazione presente in Vietnam sia legato, in qualche modo, al nascere dei grandi cimiteri della Piana delle Giare in Laos. Il sito di Phon Savanh è, tra tutti, il meglio conservato; si trova ad una altitudine di oltre 1000 m s.l.m. e il gruppo di giare circonda una collina che conteneva un crematorio preistorico. Nelle sue vicinanze, inoltre, sono stati identificati due gruppi di giare "megalitiche", di cui uno posto su un'area sopraelevata e, per questo, attribuito all'élite. Le grandi giare di questo gruppo erano state scavate in una roccia con numerose intrusioni di ferro estratta localmente e si presentavano alte fino a 3 m; inoltre, i grandi dischi di pietra rinvenuti nelle vicinanze sono verosimilmente da interpretare come i coperchi di tali manufatti. Associati a quelle sepolture erano i più ricchi corredi funerari che sono stati rinvenuti nell'area: elementi di collana di vetro e corniola, campanelle (sonagli), bracciali e coltelli di bronzo, punte di freccia e di lancia di ferro.
Thailandia - Nel sito di Ban Don Ta Phet, nella parte occidentale della Thailandia centrale, ad est del Passo delle Tre Pagode è stata rinvenuta una necropoli, unica nel suo genere, con le sepolture disposte in file e orientate sull'asse estovest. L'ipotesi che possa trattarsi di una necropoli esclusivamente utilizzata da membri dell'élite sembrerebbe essere avvalorata dal rinvenimento di un fossato e di un terrapieno che circondano l'area delle sepolture. I corredi funerari rinvenuti sono di eccezionale ricchezza, soprattutto se comparati a quelli dell'età del Bronzo: alcune sepolture erano accompagnate da ben 20 vasi di ceramica, strumenti e armi di ferro talvolta piegate o, meglio, "ritualmente uccise", elementi di collana di pietra, pietre semipreziose quali agata e corniola ‒ molte di queste ultime incise all'acquaforte ‒ e vetro, ma l'elemento forse più importante è la presenza nei corredi di numerosi oggetti d'importazione o d'imitazione che attestano una vasta rete di scambi e commerci. Un secchiello di bronzo molto simile a quelli rinvenuti nelle necropoli riferibili alla cultura Dong Son (Vietnam) potrebbe essere d'importazione, come pure doveva provenire dal Vietnam il caratteristico ornamento per orecchio di nefrite decorato da due teste aggettanti; la piccola statuina di corniola rappresentante un leone nell'atto di spiccare un balzo è d'indubbia origine indiana, come pure d'ispirazione indiana sono le decorazioni figurate delle numerose ciotole di bronzo ad alto contenuto di stagno rinvenute nella necropoli. Verso ovest, nella valle del Mun, la necropoli di Noen ULoke copre pressoché l'intera durata dell'età del Ferro, dal 500 a.C. al 300 d.C. circa, ed è stata suddivisa in cinque fasi funerarie. La fase 3 rappresenta un importante momento di cambiamento nel rituale funerario: le fosse di sepoltura, infatti, erano riempite di riso bruciato e sigillate da un pavimento di argilla. I corredi erano composti, soprattutto, da ornamenti di bronzo, tra i quali campanelle (sonagli) e grandi spirali, e da elementi di collana di corniola. Con la fase funeraria 4 si assiste ad un altro significativo cambiamento in termini di rituale e di ricchezza dei corredi: perdura l'uso di seppellire i defunti in giacigli di riso e, in alcuni casi, in casse di argilla; gli oggetti di accompagnamento sono rappresentati da ornamenti per orecchio e cinte maschili multiple di bronzo, monili d'oro e d'argento, vetro e agata e vasi di sottilissima ceramica "a guscio d'uovo".
Con la formazione degli Stati ha inizio la significativa trasformazione del rituale funerario dall'inumazione alla cremazione. Nella regione del delta del Mekong si assiste alla crescita di uno dei primi Stati dell'intera Asia sud-orientale, quello cosiddetto di Funan, e nel sito di Nen Chuan gli scavi hanno messo in luce la piattaforma di un tempio di pietra e mattoni, databile tra il 450-650 d.C., sulla quale era posto il liṅgam, simbolo fallico di Shiva, e alcuni ornamenti d'oro. Il monumento comprendeva una piccola cella di mattoni per i resti cremati di un individuo associati a foglie d'oro decorate da immagini di divinità, una delle quali rappresenta, probabilmente, Shiva e Vishnu. A Go Thap, in un'estesa collina artificiale adibita a necropoli (400-600 d.C.) che copre un insediamento preistorico, sono stati messi in luce pozzi foderati di mattoni contenenti resti di cremazioni accompagnati da perle di vetro o in pietre semipreziose e foglie d'oro decorate da immagini di divinità Hindu, tra le quali Vishnu rappresentato come tartaruga. Nei seguenti periodi di Chenla e Angkor (Cambogia), come pure per gli Stati di Champa (Vietnam) e Dvaravati (Thailandia), le indicazioni di sepolture sono praticamente assenti. È, invece, comunemente accettato l'assunto che i maggiori templi siano da considerare templi-mausoleo per contenere le ceneri dei re: Angkor Vat, ad esempio, deve essere stato utilizzato per contenere le ceneri di Suryavarman II (1113 - ca. 1150), mentre il Bayon conteneva probabilmente le ceneri di Jayavarman VII (1181 - ca. 1220). Il rinvenimento di un piccolo sarcofago di pietra con coperchio rafforza quest'ipotesi, ma è bene aggiungere che nessun sarcofago o resti di cremazione sono stati rinvenuti in associazione primaria con il tempio. Le poche conoscenze sulle pratiche funerarie ad Angkor mutarono con la scoperta fortuita di un gruppo di tre giare contenenti resti umani cremati e associate a immagini bronzee del Buddha, rinvenute nell'angolo nord-occidentale del santuario di Srah Srang (Cambogia). Gli scavi estensivi (1600 m²), iniziati sotto la direzione dell'archeologo francese B.-P. Groslier, portarono al rinvenimento di una necropoli caratterizzata da giare contenenti resti umani cremati. Le giare erano raggruppate insieme con altri contenitori ceramici di manifattura locale e contenevano corredi funerari composti da una incredibile varietà di oggetti: vasi cinesi di ceramica, figurine fittili, specchi di bronzo, tra cui uno con i resti del manico d'avorio, armi di ferro e lingotti di piombo, uno spillone per capelli lungo 30 cm, ganci di ferro, catene, asce e coltelli e, infine, immagini del Buddha e di Vishnu sul Garuda, la sua cavalcatura sacra.
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