KORE (Κόρη, letteralmente: la figlia; altro nome, del quale si conoscono numerose varianti, Persefone [Περσεϕόνη]; in età romana: Proserpina)
La tradizione più comune considera K. come figlia di Zeus e di Demetra; un'altra tradizione vuole che costei l'abbia generata in seguito alla violenza subita da parte di Posidone; una terza tradizione, assai poco attestata per la verità, la dice figlia di Stige.
La personalità di K. si manifesta nel mito con due caratteri fondamentali: come fanciulla, partecipe con la madre dei riti agricoli e dei misteri eleusini; come regina, in qualità di consorte di Ade. Nella doppia vita di K. è adombrata la realtà stessa della natura per cui ogni cosa che ha vita, nasce dalle viscere della terra e - dopo aver compiuto un ciclo determinato - ritorna alla terra. Nella mitologia classica, la figura di K. è messa in relazione con il volgere delle stagioni e con l'alternarsi dei cicli vegetativi. K. si manifesta chiaramente come una divinità ctonia, e questo carattere essa manterrà anche come regina dell'Oltretomba. Lo stesso Ade, in un momento anteriore del mito, ebbe il carattere di divinità della vegetazione.
La religione di K., per essere collegata ai culti agricoli della semina e della raccolta, ebbe maggior sviluppo nelle zone agricole della Messenia, della Laconia, dell'Arcadia, della Tessaglia, ad Eleusi, alle porte d'Atene, ma - soprattutto - nelle ubertose contrade dell'Occidente ellenico: in Magna Grecia e Sicilia. A quest'ultima terra, poi, K. è legata da culti antichissimi e vive tradizioni; si pensi che in Sicilia si suole porre il ratto di K. e che questa terra sarebbe stata donata da Zeus a K., in occasione delle sue nozze con Ade.
Di un mito così suggestivo, assai numerose furono le rappresentazioni figurate. Esse ritrassero, sostanzialmente, quattro momenti. Un primo gruppo di rappresentazioni è relativo al culto eleusino della dea, un secondo riguarda il ratto e la successiva hierogamìa. Il soggiorno di K. nell'Oltretomba in qualità di regina è oggetto di un terzo gruppo; un quarto tratta, infine, del ritorno di K. sulla terra (ἄνοδος) o della sua discesa negli Inferi, dopo la semestrale permanenza presso la madre Demetra (καϑοδος). Vi è poi un gruppo di monumenti (statue isolate, per lo più, o terrecotte) che non si riferiscono direttamente ad alcun ciclo determinato.
1. Figurazioni relative al mito eleusino. - Nei monumenti relativi a tale ciclo, K. appare generalmente in compagnia della madre Demetra e di Trittolemo nella cerimonia riguardante la consegna delle spighe a questo personaggio; si tratta di un episodio importante del mito poiché da esso trarrà origine la religione eleusina delle due dee.
Nelle più antiche figurazioni su vasi a figure nere, Trittolemo è concepito, sovente, come un uomo barbato e di non giovane età, mentre Demetra e K. sono prive di elementi di reciproca differenziazione. Partecipano, talvolta, della raffigurazione due personaggi virili: Keleos ed Hippothoos, probabilmente. In un vaso del Museo Gregoriano al Vaticano, è possibile riconoscere K. poiché, come unico elemento di distinzione dalla madre, reca in mano un fiore.
Pressoché medesima è la concezione del mito nella ceramica a figure rosse; si vanno, tuttavia, meglio definendo i caratteri iconografici dei personaggi per cui Trittolemo è ora concepito come delicato adolescente, mentre Demetra e K. recano attributi diversi. Sulla costante associazione di questi attributi con la medesima divinità non si può, comunque, fare affidamento; si mettano per esempio a confronto un'anfora (E. 281) ed una kotỳle (E. 140) del British Museum. Fra gli attributi più comuni ricordiamo: lo scettro, le fiaccole, la oinochòe, la corona. Più costante elemento di differenziazione si ha, invece, nell'abito e nell'acconciatura delle dee: Demetra suole vestire il peplo dorico, o, comunque, un abito più severo e grave, e portare i capelli tagliati corti e lisci; K., invece, indossa comunemente un leggero himàtion, morbidamente drappeggiato e porta i capelli raccolti a nodo sulla nuca.
Per la composizione della scena, osserviamo che Trittolemo è, in genere, ritratto al centro, assiso sul cocchio alato e con le dee ai due lati. Interessante un cratere a colonnette di Würzburg con K., Trittolemo, Demetra ed una servente. Non mancano, tuttavia, esempî in cui tale concezione simmetrica è rotta per una esigenza di maggior libertà compositiva. È il caso, per esempio, di un vaso (di cui si ignora il luogo di conservazione) nel quale Trittolemo è raffigurato all'estremità della scena in atto di porre il piede sul carro; presso di lui stanno K. con una fiaccola e Demetra appoggiata all'aratro. Sovente intervengono nella scena altri personaggi, tra i quali Ade, Hermes, Dioniso, Ecate, Rhea, una Hora.
In alcuni vasi è presente anche la personificazione della città di Eleusi. Ricordiamo, fra gli esempi più illustri, la citata kotỳle del British Museum (E. 140), opera di Hieron; in essa sono rappresentati Trittolemo sul cocchio, con spighe e patera; Demetra alla sua destra, con spighe e fiaccola; alla sinistra K. con spighe ed oinochòe e, presso di questa, Eleusi in atto di sollevare elegantemente con la mano l'estremità dello himàtion.
In molti esemplari ci è conservata la rappresentazione di una processione con fiaccole (δαδουχὶα), cui partecipa, sovente, la stessa Kore. Un esemplare notevole è in uno stàmnos polignoteo del museo di Eleusi.
Nella tarda ceramica attica, e - più ancora - nella ceramica italiota del IV sec. a. C., la composizione della scena muta sensibilmente e si arricchisce di elementi nuovi: compaiono le prime notazioni paesistiche, Pan ed eroti. In relazione con l'evoluzione stilistica del disegno nella pittura vascolare, le figure sono trattate più liberamente e si pongono su varî piani, mentre aumenta il numero dei personaggi che affollano la scena. Interessante la rappresentazione di un cratere a volute del Pittore di Licurgo nei Musei Vaticani: Trittolemo è ritratto, di tre quarti, sul cocchio di pieno prospetto; Demetra gli sta al fianco con le spighe; su un altro piano è K. e, poco discosta dal cocchio, una Hora porge del cibo in una patera ad uno dei mostri anguiformi aggiogati.
Fra i monumenti di scultura con soggetti relativi al mito eleusino, ricordiamo un rilievo arcaico del museo di Eleusi nel quale sono rappresentate Demetra assisa in trono e K. stante accanto a lei con una fiaccola.
Demetra, K. e Trittolemo sono raffigurati in un celebre rilievo da Eleusi nel Museo Nazionale di Atene, opera di ambiente postfidiaco: Trittolemo, fanciullo, sta ritto fra le due dee, anch'esse stanti e protese amorevolmente verso di lui. Nel Metropolitan Museum di New York sono conservati due rilievi frammentari, copie romane, uno dei quali è una replica del rilievo di Eleusi e l'altro chiaramente ispirato a questo per la tipologia, anche se fra le due dee al posto del fanciullo, sta un sacro fuoco sul quale esse sono intente a versare incenso.
Il mito eleusino è oggetto anche della rappresentazione di un rilievo di Eleusi, dedicato da Lakrateides, come pure di una lastra Campana nel Museo del Louvre a Parigi.
Un notevole gruppo di monumenti pertinenti a questo ciclo va collegato all'attività di Prassitele. Le fonti stesse ci danno notizia di un gruppo statuario con Demetra, K. e Iakkos nel tempio di Demetra nell'agorà ateniese (Paus., i, 2, 4) e di un gruppo con Cerere (Demetra), Trittolemo e Flora (Kore?) esistente a Roma negli Horti Serviliani (Plin., Nat. hist., xxxvi, 23).
Sono, inoltre, giunti fino a noi un certo numero di rilievi stilisticamente collegati all'ambiente prassitelico. Un interesse particolare riveste una lastra del museo di Eleusi per la tipologia delle figure che ricorre in numerose statuè isolate conservateci in varie repliche. Nel rilievo si vede Trittolemo assiso su un trono adorno di grandi ali, nella tipica posizione delle statue di culto; alla sua sinistra è K;, con due fiaccole nelle mani; alla destra, al centro della composizione, Demetra e, presso di lei, quattro figure di ridotte dimensioni: forse gli offerenti del rilievo.
2. Figurazioni relative al ratto di Kore. - L'episodio del ratto è narrato nelle rappresentazioni figurate con una notevole varietà di motivi. Generalmente, viene preferito il momento culminante del dramma, quando Ade - che ha già trascinato la fanciulla sul carro e la trattiene con un braccio - incita i cavalli alla fuga. Presenziano, talvolta, altre divinità, ora intente a contrastare il ratto (Atena), ora inattive o favorevoli (Afrodite), ora effettive coadiutrici di esso (Hermes). In alcune figurazioni compare anche Demetra sorpresa dalla rapidità dell'atto, oppure intenta ad inseguire il rapitore. Talvolta è raffigurato il sopraggiungere di Ade mentre K., ignara, sta raccogliendo fiori con le compagne; altre volte è descritto il ratto nel suo compiersi, quando Ade solleva la fanciulla dinanzi alle compagne atterrite.
Nel complesso, tuttavia, questo episodio del mito di K. è poco rappresentato nell'arte ellenica su suolo greco. Ricordiamo, fra i monumenti più antichi, un rilievo frontonale arcaico di tempietto ad Eleusi e, nello stesso museo, una statua arcaica di fanciulla in atto di fuggire volgendosi indietro; questa statua dovette far parte di un gruppo relativo al ratto e taluno ha voluto riconoscervi la stessa Kore.
Assai più comune la rappresentazione dell'episodio su monumenti greci di ambiente italico e su monumenti etruschi e romani.
Da Locri provengono numerose tavolette fittili votive del V sec. a. C., nelle quali Ade è ritratto nell'atto di sollevare la fanciulla. Uno di questi pìnakes mostra il protagonista del ratto, imberbe e giovane; se anche in questo caso siamo di fronte alla rappresentazione del mitico avvenimento, la tavoletta locrese testimonia una davvero inconsueta iconografia di Ade.
Su una nota metopa selinuntina del museo di Palermo è ritratta una scena di hierogamia comunemente intesa come relativa a Zeus ed Hera; non è improbabile che, invece, si riferisca allo Zeus ctonio ed alla sua sposa Kore.
Le fonti ricordano, anche per questo cielo, un'opera di Prassitele: si tratta di un gruppo bronzeo (Plin., Nat. hist., xxxvi, 69) riproducente il ratto. Lo stesso episodio sarebbe stato oggetto, secondo Plinio (Nat. hist., xxxv, 108), di una pittura di Nikomachos esposta in Roma nel tempio di Minerva in Campidoglio, sopra l'edicola di Iuventas.
Il ratto compare, con evidente significazione funebre, in un gruppo di urne etrusche volterrane ed in pitture, fra le quali ricordiamo quella della Tomba dei Nasoni in Roma, ed una da Hermoupolis Ovest in Egitto.
Una iconografia inconsueta ed assai vivace ci è conservata in una pittura tombale del II sec. d. C., del Museo Profano Lateranense. In essa Ade, in piedi, ha afferrato la mano della fanciulla che tira a sé; K. si è buttata a terra per meglio resistere alla trazione e, facendo forza in senso contrario, cerca di liberare la mano; per terra, presso la dea, la melagrana, suo tipico attributo.
Notevolissime per qualità, varietà di motivi e ricchezza di particolari, le figurazioni su sarcofagi romani. In essi l'episodio è narrato in tutti i suoi momenti. Fra i più interessanti, il sarcofago detto di Carlomagno ad Aquisgrana, in cui compaiono sia il dio in atto di fuggire con la preda, sia la madre sul cocchio che insegue il rapitore.
Fra le rappresentazioni del ratto nel suo compiersi, ricordiamo un sarcofago siciliano della cattedrale di Raffadali, in cui Ade è ritratto nell'atto di sporgersi dal carro per afferrare la fanciulla che sta raccogliendo i fiori.
Citiamo, fra le rappresentazioni vascolari, un'anfora a figure rosse di Oinokles nel Museo Nazionale di Napoli (3091) con Ade che insegue K.; un'anfora àpula del British Museum (F. 277) ed uno stàmnos etrusco del Vaticano con la coppia sul carro; una coppa megarese del British Museum con Demetra che insegue il rapitore fuggente con la preda.
3. Figurazioni relative a K., regina degli Inferi. - Le rappresentazioni della dea nella sua qualità di Signora dell'Oltretomba sono assai varie e non possono essere circoscritte nell'ambito di una determinata iconografia, Le più comuni ritraggono K. in trono, assisa, con Ade, in scene cultuali, in scene di banchetto o in accolte di divinità. Essa appare riccamente ingioiellata e reca, oltre ai soliti attributi (spighe, oinochòe, fiaccole, corona), altri attributi quali la melagrana o il gallo; ha inoltre, sovente, il capo coperto dal manto regale.
Fra le numerose rappresentazioni arcaiche, nominiamo una stele laconica del museo di Sparta, da Chrysapha con K. recante in mano una melagrana ed Ade assiso con lei in trono.
Un rilievo funerario detto delle Arpie in Xantos (Licia) si riferisce certamente ad una scena di offerta cultuale a K.: da un lato è, forse, ritratta la defunta, dall'altro la dea assisa in trono con una melagrana ed un fiore nelle mani, mentre presso di lei sono tre figure femminili in atto di recare offerte. Anche sugli altri lati del monumento appaiono figurazioni che, forse, si riferiscono al culto di Kore.
I pìnakes locresi ci soccorrono anche per questo ciclo, Ricordiamo un rilievo con K., ritta, con un gallo, dinanzi al trono di Demetra, uno con Dioniso presso K. assisa, ed un terzo con la coppia infernale in trono.
Interessante il pìnax con il giudizio di Kore. Questa dea è assisa in trono e reca in mano una bilancia con la quale sta pesando l'anima di un guerriero che le sta innanzi completamente armato, ma con i piedi nudi, come era convenzione ritrarre il mortale eroizzato o, semplicemente, il defunto. In un rilievo di Tegea, K. appare fra Ade, che reca una cornucopia, e Demetra ormai pacificata con il rapitore. Per l'età ellenistica, ricordiamo un rocchio di colonna da Efeso nel British Museum, decorato con un rilievo di gusto scopadeo; in esso sono riconoscibili Ade in trono e, presso di lui, K. ed Hermes stanti.
Un'anfora a figure nere del Vaticano ci offre una delle più antiche figurazioni vascolari di K. negli Inferi. È ritratta assisa con le spighe in mano in atto di contemplare Sisifo nel compimento della sua fatica. Il medesimo episodio appare in un'anfora di Nikoxenos nel museo di Orvieto ed in una da Vulci nei Musei di Berlino. Una kỳlix del Pittore di Kodros nel British Museum (E. 82), ci mostra un simposio di divinità fra cui sono riconoscibili Ade e Kore. Una scena di banchetto è, pure, in uno stàmnos del Pittore di Providence al Louvre. In un'anfora dell'Antiquarium di Monaco è ritratto Eracle presso la casa di Ade davanti alla quale stanno K. e Cerbero.
Particolarmente numerose le rappresentazioni su vasi italioti, canosini soprattutto, fra i quali ricordiamo un cratere assai noto dell'Antiquarium di Monaco: al centro è la casa di Ade, convenzionalmente resa come una edicoletta sostenuta da sei colonnine ioniche. Sotto l'edicoletta stanno Ade assiso con scettro e K. in piedi, con alta stephàne sul capo e fiaccola. Intorno alla casa di Ade, in tre piani, sono varî personaggi più o meno collegati alla vita dell'Oltretomba.
4. Figurazioni relative al ritorno di Kore. - Il ritorno di K. presso la madre e la sua annuale partenza per l'Oltretomba - giusto l'accordo intervenuto tra Zeus ed Ade - sono oggetto di un grande numero di rappresentazioni figurate. Non è sempre possibile, tuttavia, stabilire quale dei due episodî sia narrato, data l'estrema affinità delle composizioni. In alcuni casi, non si può esser certi neppure che figurazioni ritenute pertinenti al ciclo precedente non vadano, invece, associate con questo. Si tratta di quelle rappresentazioni in cui K. appare dinanzi ad Ade con Hermes; potrebbe trattarsi di una scena di partenza o di ritorno e Hermes avrebbe qui la funzione di accompagnatore (ψυχαγογός).
Numerosi monumenti ritraggono la dea sorgente dal terreno con parte della sua persona alla presenza di Pan, satiri o di altri personaggi che, ora fuggono atterriti per la ἐπιϕάνεια, ora battono il terreno con martelli. Varî studiosi hanno contestato questa esegesi, sostenendo che la figura debba essere identificata con Gea o con Pandora o con una semplice ninfa, quando non addirittura con Afrodite nascente.
Citiamo, fra i numerosi monumenti, una lèkythos a figure nere del Pittore di Atena nella Bibliothèque Nationale di Parigi, una kotỳle del Pittore di Pentesilea a Boston, un cratere a campana del Pittore di Persefone a New York, una coppa a Lipsia del Pittore della Phiàle di Boston. Lo stesso soggetto è stato riconosciuto, dubitativamente, nel cosiddetto Trono Ludovisi del Museo Nazionale Romano.
Un altro gruppo di monumenti ci presenta K. in viaggio assieme a Hermes. La difficoltà esegetica verte, questa volta, sullo stabilire che si tratti di ànodos o di kàthodos. Ricordiamo un frammento di cratere a calice del Pittore del Deinos di Berlino, nel Fitzwilliam Museum di Cambridge, nel quale è ritratto Hermes con il caduceo e K. con il capo velato.
In altri monumenti la dea, sovente con il capo velato o con le insegne della regalità, è associata alla madre in rappresentazioni che sono state generalmente ritenute di "ricongiungimento", sebbene, anche in questo caso, non si possa essere certi dell'esattezza della lettura. Al gruppo possiamo assegnare, forse, un rilievo da Farsalo al Louvre, un rilievo del museo di Eleusi e la stele di Aristilla al Museo Nazionale di Atene.
5. Figurazioni indipendenti da cicli determinati. - Queste rappresentazioni non sono meno numerose delle precedenti. Anche per esse si presenta una notevole difficoltà di lettura a causa della carenza di elementi esterni di riconoscimento.
La più antica raffigurazione della dea si ha, probabilmente, in una terracotta corinzia del VII sec. a. C. riproducente due figure femminili assise, del tutto identiche fra loro e con alto pòlos sul capo; appare credibile che si tratti di Demetra e Kore. Sulla base, soprattutto, di confronti con le terrecotte, si è creduto di riconoscere K. in una statua dei Musei di Berlino proveniente, forse, da Taranto. In tal caso, la dea sarebbe stata rappresentata come regina degli Inferi, a giudicare dall'aspetto ieratico e dall'abbondanza di monili.
K. è presente, con la madre e con altre divinità, anche nel frontone orientale del Partenone. In età fidiaca è stato creato uno dei due principali tipi di statua isolata di Kore. Fra i migliori esemplari ricordiamo la cosiddetta Kore Albani. L'altro tipo - che ebbe particolare fortuna anche nella produzione coroplastica, - fu creato nel IV sec. a. C. in ambiente prassitelico. Una delle repliche migliori si ha nella statua di Corinto.
Pausania ricorda (viii, 37, 3) un colossale gruppo marmoreo eseguito da Damophon di Messene per il santuario di Despoina (Kore?) a Lykosoura. Del gruppo facevano parte le statue di Demetra, Despoina, Artemide, Anytos, secondo una composizione di cui abbiamo ricordo in una moneta di Lykosoura. Nel museo di Atene sono conservate le teste di Anytos, Artemide, Despoina (?) e pochi frammenti delle statue.
Particolarmente ricca la produzione coroplastica, che ha ripetuto, con infinite varianti, alcuni tipi fondamentali. Si hanno statuette ispirate prevalentemente a schemi della grande plastica per stile e composizione e piccoli busti riproducenti, per lo più, la dea con alto pòlos o kàlathos e con i capelli spartiti sulla fronte e spesso ricadenti sulle spalle.
Tutti i centri ci hanno restituito un certo numero di terrecotte riconducibili al tipo tradizionale della K., ma la produzione migliore proviene da Myrina, Tanagra e, soprattutto, dalla Magna Grecia e dalla Sicilia. Ricordiamo, un gruppo di teste fittili di notevoli proporzioni provenienti da Agrigento.
Il carattere ctonio ed agricolo del culto di K., favorì la diffusione delle rappresentazioni figurate della dea, anche al di fuori dell'ambiente ellenico. Esse vanno dalla Crimea, all'Egitto, a Cartagine, alle regioni del Gandhāra, forse. Tutte queste rappresentazioni mostrano con evidenza il contatto fra civiltà e tradizioni iconografiche diverse.
Monumenti considerati. - 1. Per il mito eleusino: P. Foucart, Les Mystères d'Eleusis, Parigi 1914. Figurazioni su vasi a figure nere: J. Overbeck, Griech. Kunstmythol., p. 530 ss., tav. xv, 1, 2, 6. Anfora E. 281 del British Museum: C. V. A., British Museum, 3, tav. xvi, 2. Kotỳle E. 140 del British Museum: C. V. A., British Museum, 4, tav. xxviii, 2. Anfora di Würzburg: E. Langlotz, Griechische Vasen in Würzburg, Monaco 1932, p. 108, tav. 194. Vaso di ignota collocazione: J. Overbeck, op. cit., tav. xv, 13. Rappresentazioni di dadouchìa: K. Kourouniotis, in ᾿Αρχ. ᾿Εϕ., 1937, p. 223 ss. Vaso tardo-attico: E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, Monaco 1923, p. 242, n. 596; pp. 771, 776. Anfora italiota del Pittore di Licurgo: A. D. Trendall, Vasi antichi dipinti del Vaticano, ii, Vasi Italioti ed etruschi a f r., Città del Vaticano 1955, p. 189, tav. li. Rilievo arcaico di Eleusi: K. Kourouniotis, Eleusis, Atene, 1937, p. 84, fig. 31. Rilievo da Eleusi al Museo Nazionale di Atene: Brunn-Bruckmann, n. 7. Rilievi di New York: G. M. A. Richter, Catalogue of Greek Sculpture in the Metropolitan Museum of Art, New York 1955, nn. 34-36, tav. xxxii, a, b. Rilievo di Lakrateides: K. Kourouniotis, op. cit., p. 8o, fig. 30. Rilievi prassitelici: G. E. Rizzo, Prassitele, Milano 1929, p. 118 ss., tav. cli-cliv; Ch. Picard, in Bull. Corr. Hell., 1931, p. 11 ss., tav. i-iii.
2. Per il ratto di K.: C. Malten, in Archiv für Religionswissenschaft, xii, 1909, p. 285 ss.; J. Toutain, in Rev. Étud. Anc., 1940, p. 345 ss. Rilievo frontonale di Eleusi: Ch. Picard, Manuel, La sculpture, Parigi 1935, vol. i, p. 324. Giovanetta fuggente di Eleusi: K. Kourouniotis, op. cit., p. 87, fig. 32. Pìnakes locresi: Q. Quagliati, in Ausonia, 1908, p. 136 ss.; A. Levi, Le terracotte figurate del Museo Nazionale di Napoli, Firenze 1926; R. A. Higins, Catalogue of Terracottas in the British Museum, Londra 1954, nn. 1216-1218; P. Zancani-Montuoro, in Rend. Acc. Lett. e Belle Arti di Napol, 1954, p. 79 ss. Metopa selinuntina del museo di Palermo: Brunn-Bruckmann, n. 290 a. Urne volterrane: G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, Berlino 1916, iii, p. 1 ss., tav. 1. Dipinto della Tomba dei Nasoni: R. P. Hinks, Greek, Etruscan and Roman Paintings and Mosaic in the British Museum, Londra 1933, p. 48, n. 72 a, tav. xix. Dipinto da Hermoupolis Ovest: S. Gabra, in Annales du Service des Antiquités d'Égypte, xxxii, 1932, p. 71. Dipinto del Museo Profano Lateranense: N. Turchi, Le religioni misteriosofiche, Roma 1923, p. 72. Figurazioni su sarcofagi in generale: C. Robert, Die antiken Sarcophagreliefs, Berlino 1919, iii, tavv. cxix-cxxxi. Sarcofago della cattedrale di Raffadali: V. Tusa, Sarcofagi romani in Sicilia, Palermo 1957, p. 162 s., figg. 190-1, tavv. ci-cii. Anfora di Oinokles: J. D. Beazley, Red-fig., p. 438, n. 19. Anfora àpula del British Museum: H. B. Walters, Catalogue of Greek and Etruscan Vases in the British Museum, Londra 1896, vol. iv, p. 132. Stàmnos etrusco del Vaticano: A. D. Trendall, op. cit., p. 170, n. 4. Coppa megarese del British Museum: Q. B. van Ufford, in Bulletin Antike Besch., ii, p. 395, tav. 5; K. Parlasca, in Jahrbuch, lxx, 1955, p. 152.
3. Per K. regina: F. Winkler, Darstellung des Unterwelt auf Unteritalische Vasen, Breslavia 1888. Rilievo da Chrysapha: L. H. Farnell, The Cults of Greek States, Oxford 1907, p. 225, tav. v. Monumento delle Arpie in Xantos: Brunn-Bruckmann, n. 146 b e ss. Pìnax locrese con giudizio di Kore: P. Zancani-Montuoro, in Miscellanea Paolo Orsi, 1935, p. 195 ss. Colonna da Efeso: M. Bieber, The Sculpture of the Hellenistic Age, New York 1955, p. 28, fig. 67. Anfora a figure rosse del Vaticano: E. Gerhard, Auserlesene griechische Vasenbilder, Berlino 1843, p. 22 s., tav. lxxxvii. Anfora di Nikoxenos: J. D. Beazley, op. cit., n. 149, n. 27. Kỳlix di Kodros al British Museum: J. D. Beazley, op. cit., p. 739, n. 3. Stàmnos del Pittore di Providence: C. V. A., Louvre, 3, tav. x, n. 6. Anfora dell'Antiquarium di Monaco: C. V. A., Monaco, 4, tavv. 182 ss. Cratere dell'Antiquarium di Monaco: P. Ducati, Storia della Ceramica Greca, Firenze 1926, p. 457 s.
4. Per l'ànodos e il kàthodos di K.: M. Guarducci, in Memor. Accad. Lincei, Roma 1926, p. 432 ss.; M. P. Nilsson, in Opuscula Selecta, ii, Lund 1952, p. 611 ss., (contiene un ricco elenco di vasi). Lèkythos a figure nere del Pittore di Atena: C. V. A., Bibl. Nat., 2, tav. 84, n. 10; C. H. E. Haspels, Attic Black-figured Lekythoi, Parigi 1936, p. 258, n. 87. Kotỳle del Pittore di Pentesilea: J. D. Beazley, Red-fig. in Am. Mus., p. 130, fig. 81. Cratere del Pittore di Persefone a New York: G. M. A. Richter, Attic Red-figured Vases, New Haven 1946, p. 123 s., fig. 92. Coppa di Lipsia: J. D. Beazley, Greek Vases in Poland, Oxford 1928, p. 51, nota 5. Trono Ludovisi: E. Paribeni, Il Museo Nazionale Romano, Sculture Greche del V secolo, Roma 1953, p. 12, n. 3. Frammento del Pittore del Dèinos di Berlino, a Oxford: J. D. Beazley, op. cit., p. 69, nota 2. Rilievo da Farsalo al Louvre: Ch. Picard, in Bull. Corr. Hell., 1931, p. 41. Rilievo di Eleusi: A. Furtwängler, in Ath. Mitt., 1895, p. 357 s., tav. v. Stele di Aristilla: H. Diepolder, Die attischen Grabreliefs des V und IV Jahrhunderts vor Christ, Berlino 1921, p. 8, tav. ii b.
5. Figurazioni indipendenti da cicli: terracotta corinzia del VII sec.: R. A. Higgins, op. cit., p. 243, tav. 130, n. 897. Dea seduta di Berlino: P. Zancani-Montuoro, in Atti e Memorie della Società Magna Grecia, 1931, p. 159 ss.; K. Albani: H. Schrader, in Oesterr. Jahresh., 1911, p. 42 s., fig. 44. Statua di Corinto: E. Paribeni, in Boll. d'Arte, 1955, p. 97 ss., fig. 5. Per le opere di Damophon di Messene: G. Becatti, Attikà, in Riv. Ist. Arch. e Storia dell'Arte, vii, 1940, p. 40 ss.; M. Bieber, op. cit., p. 158, figg. 665-670. Moneta riproducente il gruppo di Lykosoura: M. Bieber, op. cit., p. 158, fig. 668. Produzione coroplastica: E. Pottier-S. Reinach, La Necropole de Myrina, Parigi 1887; G. Kleiner, Tanagra-figuren, in XV Ergänzungsheft des Jahrbuch, Berlino 1942; E. Gabrici, in Mon. Ant. Lincei, xxxii, 1932; P. Marconi, Agrigento, Firenze 1929, p. 175 ss. Diffusione del tipo di K.: M. Rostovtzev, Pittura decorativa della Russia meridionale, Pietroburgo 1914, tavv. vii, 2; viii; ix; lviii (in russo con didascalie in francese); P. Cintas, Céramique Punique, Parigi 1950, index s. v. Persephone.
Bibl.: J. Overbeck, Griechische Kunstmythologie, Lipsia 1883-8, II, IV, p. 499 ss.; A. Baumeister, Denkmäler des klassischen Altertums, Monaco-Lipsia 1889, I, p. 411 ss., s. v. Demetra und Kore; L. Bloch, in Roscher, II, p. 283 ss.; L. R. Farnell, The Cults of Greek States, Oxford 1807, III, II, p. 283 ss.; L. R. Farnell, The Cults of Greek States, Oxford 1907, III, index s. v. Demetra and Kore; N. Turchi, Le religioni misteriosofiche del mondo antico, Roma 1923; G. Bendinelli, in Enc. It., Roma 1935, XXVI, p. 799 ss., s. v. Persefone; F. Brauningen, in Pauly-Wissowa, XIX, i, p. 914 ss., s. v. Persephone; M. P. Nilsson, in handbuch der klassischen Altertumswissenschaft, Monaco 1950, vol. V, 2, 2, s. v. Persephone. Per la bibliografia specifica, si vedrà più sopra.