kiwi e moa
Uccelli che non volano
I kiwi e i moa sono uccelli esclusivi della Nuova Zelanda. I primi sono grandi come galline e popolano le foreste: minacciati di estinzione, sopravvivono nelle aree protette. I moa, invece, si sono estinti verso la fine del 18° secolo a causa della caccia spietata dei Maori: erano gli uccelli più grandi della nostra era, simili a giganteschi struzzi, e vivevano in praterie e boscaglie
Diverse specie di uccelli della Nuova Zelanda hanno perso la capacità di volare. Tale peculiarità, che si osserva in vari ordini di uccelli di questa regione, è dovuta alla posizione geografica remota che caratterizza quella terra, isolata dai continenti. Nessun mammifero (a parte i pipistrelli) è riuscito a colonizzare queste isole, se non portato dall’uomo. Ciò ha permesso agli uccelli di intraprendere percorsi evolutivi particolari, rinunciando alle ali come mezzo di fuga per evitare i predatori. I kiwi e i moa sono uccelli assai antichi, appartenenti a due ordini con una lunga storia evolutiva comune, Apterigiformi e Dinornitiformi. Tuttavia, la forma e lo stile di vita di questi due gruppi sono assai diversi. I kiwi sono notturni e piuttosto piccoli, con un becco allungato e ricurvo verso il basso; i moa, invece, erano diurni e giganteschi, con un becco corto e robusto. Nonostante la loro piccola taglia, i kiwi sono riusciti a sopravvivere fino ai giorni nostri, mentre i moa si sono estinti in tempi storici.
Fra gli uccelli esclusivi delle foreste neozelandesi figurano tre diverse specie di kiwi (Apteryx). Contrariamente alla maggior parte degli uccelli, i kiwi si affidano più all’olfatto che alla vista per la ricerca del cibo. Le narici si trovano all’apice del becco invece che alla base, e ciò consente ai kiwi di scovare insetti e vermi nel suolo. L’ecologia di questi uccelli ricorda molto quella della beccaccia, adattata a nutrirsi di lombrichi nei boschi europei. Come la beccaccia, i kiwi scavano nel suolo con le zampe per cercare le loro prede. Anche i comportamenti riproduttivi sono particolari: i maschi sono più piccoli delle femmine, covano le uova e accudiscono i piccoli (ciò avviene tra pochissime altre specie). Le grandi dimensioni delle femmine si spiegano con il fatto che le uova da esse prodotte sono enormi (circa 1/4 del volume corporeo). Un tempo, i kiwi erano diffusi in tutta la Nuova Zelanda: oggi sono diventati rari e localizzati a causa della deforestazione e per la presenza di predatori introdotti dall’uomo, in particolare volpi, ermellini, cani e gatti inselvatichiti, che hanno portato all’estinzione diversi uccelli di queste isole. Anche per questo i kiwi sono diventati uno dei simboli della Nuova Zelanda; la loro immagine figura in gioielli, soprammobili, magliette e perfino nei monumenti cittadini.
Nella lingua dei Maori, i primi colonizzatori polinesiani della Nuova Zelanda, il nome moa indicava genericamente tutte le 11 specie di uccelli noti ai paleontologi come Dinornitiformi, termine scientifico formato dalla parola di derivazione greca dino («terribile»), la stessa usata per i Dinosauri. La specie di maggiori dimensioni era Dinornis giganteus, che raggiungeva 3 m di altezza e 270 kg di peso. La forma del corpo era simile a quella degli struzzi, con zampe poderose e un lungo collo. Questi grandi uccelli avevano un’alimentazione prevalentemente vegetariana e popolavano praterie e boscaglie. Con l’insediamento stabile dei Maori, intorno al 14° secolo, iniziò il declino dei moa. Gli indigeni li uccidevano per nutrirsene e soprattutto raccoglievano le loro uova, finché tutte le specie si estinsero nel giro di quattro secoli.
Si chiama B.C. (da Before Christ «avanti Cristo») il fumetto ideato da Johnny Hart nel 1958, che riscosse notevole successo anche in Italia negli anni Settanta. Protagonisti sono uomini, donne e animali della preistoria, coinvolti in vicende umoristiche assai raffinate. Uno dei personaggi è Apteryx, un uccello privo di ali e con piume lanuginose chiaramente ispirato al kiwi; Apteryx è molto loquace e sempre alla vana ricerca di qualcuno che lo ascolti.