Costner, Kevin
Attore, regista e produttore cinematografico statunitense, nato a Lynwood (Los Angeles) il 18 gennaio 1955. Quasi una reincarnazione del divo hollywoodiano degli anni Quaranta, è stato spesso paragonato a Gary Cooper e James Stewart per il modo in cui ha portato in scena personaggi eticamente integri, e per come si è imposto sullo schermo come figura di seduzione. Al contempo si è caratterizzato per una recitazione 'in assenza', lontana dai modelli di immedesimazione tipici dell'Actors Studio. Ha diretto due film, anomali western dall'ampio respiro epico. Con il primo di questi, Dance with wolves (1990; Balla coi lupi) ha vinto nel 1991 l'Oscar per il miglior film e la miglior regia.
Dopo aver conseguito, alla fine degli anni Settanta, una laurea in scienze del marketing alla California State University, si è avvicinato al cinema con Sizzle beach U.S.A. (1979) di Richard Brander e Shadows run black (1979) di Howard Heard, opere mai uscite in sala. All'inizio degli anni Ottanta è apparso fugacemente in Night shift (1982; Turno di notte) di Ron Howard e Testament (1983) di Lynne Litman e ha poi ottenuto il primo ruolo da protagonista in Stacy's knights (1983; Amore e morte al tavolo da gioco) di Jim Wilson. I suoi personaggi in One from the heart (1982; Un sogno lungo un giorno) di Francis Ford Coppola, Frances (1982) di Graeme Clifford e The big chill (1983; Il grande freddo) di Lawrence Kasdan sono stati invece totalmente tagliati in sede di montaggio; in quest'ultimo film si vedono infatti soltanto dettagli del suo corpo durante i titoli di testa. Con Fandango (1985) di Kevin Reynolds è riuscito a farsi notare dal grande pubblico, grazie al malinconico personaggio di Gardner Barnes. Nello stesso anno ha interpretato il ciclista gravemente malato in American flyers (Il vincitore) di John Badham e uno sfrontato cowboy in Silverado di Kasdan. Ma la sua consacrazione è avvenuta con i ruoli di Elliot Ness (in lotta contro Al Capone) in The untouchables (1987; The untouchables ‒ Gli intoccabili) di Brian De Palma e del capitano della marina Farrell in No way out (1987; Senza via di scampo) di Roger Donaldson, personaggi 'invisibili' che sullo schermo acquistano uno strano fascino mediante una recitazione sobria, sempre estremamente controllata. I modelli di divi hollywoodiani come Gary Cooper e James Stewart (ma anche Henry Fonda) sono presenti anche nei ruoli 'sportivi' di Bull Durham (1988; Bull Durham ‒ Un gioco a tre mani) di Ron Shelton e Field of dreams (1989; L'uomo dei sogni) di Phil Alden Robinson, film in cui ha esibito nella recitazione una coinvolgente vena di malinconia interpretando personaggi dal passato difficile.Dopo la sfortunata parentesi rappresentata da Revenge (1990; Revenge ‒ Vendetta) di Tony Scott, C. ha fondato con J. Wilson la casa di produzione Tig Productions. In quello stesso anno ha realizzato la sua opera prima, Dance with wolves, caratterizzata da un innovativo realismo visivo e da un impianto ideologico democratico che gli ha consentito una rilettura molto attuale di un genere consolidato come il western (per es., i Sioux parlano nella loro lingua). Successivamente ha interpretato Robin Hood in Robin Hood: prince of thieves (1991; Robin Hood principe dei ladri) di Reynolds e il procuratore Jim Garrison in JFK (1991; JFK ‒ Un caso ancora aperto) di Oliver Stone, personaggio assai simile ai 'testardi onesti' del cinema di Frank Capra. Dopo The bodyguard (1992; Guardia del corpo) di Mick Jackson, in cui compare al fianco della popolare cantante Whitney Houston, è avvenuto l'incontro con Clint Eastwood che ha determinato una svolta nella sua carriera: in A perfect world (1993; Un mondo perfetto) ha infatti portato sullo schermo per la prima volta un personaggio negativo, quello dell'evaso Butch Haynes. In questa interpretazione (forse la migliore della sua carriera) ha delineato una figura dai tratti caratteriali sfumati, in bilico tra il bene e il male.
Nei ruoli successivi, il famoso sceriffo Wyatt Earp nell'omonimo film (1994) di Kasdan e soprattutto il navigatore solitario in Waterworld (1995) di Reynolds, è apparsa evidente una profonda trasformazione, anche del fisico: l'attore esibisce quasi narcisisticamente l'aumento di peso e una crescente incomunicabilità dei suoi personaggi che sfiorano comportamenti misogini. È stato ancora un eroe sportivo in Tin cup (1996) di Shelton, prima di dirigere il suo secondo lungometraggio, The postman (1997; L'uomo del giorno dopo), un western ambientato nel futuro, in cui ha confermato la predilezione per gli ampi spazi abitati da personaggi che cercano una via di riscatto morale. I pesanti insuccessi di Waterworld e The postman hanno offuscato notevolmente la sua immagine; ma negli anni seguenti C. si è in parte ripreso con il successo commerciale di Message in a bottle (1999; Le parole che non ti ho detto) di Luis Mandoki, dove ripropone la figura dell'eroe chiuso, destinato alla morte, recuperando i personaggi portati sullo schermo tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta. Successivamente è stato un campione di baseball in declino nello struggente mélo di Sam Raimi For love of the game (1999; Gioco d'amore) e un consigliere dei fratelli Kennedy in Thirteen days (2000) di Donaldson.
A. Wright, Kevin Costner: a biography, London 1992.
R. Fournier, Kevin Costner, Monaco 1995.
Kevin Costner ‒ I mondi imperfetti di un eroe per caso, a cura di S. Emiliani, Roma 1997.
S. Silvestri, Kevin Costner, Roma 1998.