KECSKEMÉT (A. T., 59-60)
Importante città dell'Ungheria, capoluogo d'un vastissimo comune (939 km., di cui il 70% coltivato in modo intensivo, per la massima parte a cereali), posta a egual distanza da Budapest e da Szeged (80 km.), tra Danubio e Tibisco, 122 m. s. m., in regione arida e sabbiosa, recentemente messa a coltura con l'irrigazione (pozzi artesiani), centro importante per la coltura delle frutta (specie albicocche e pesche), di ortaggi e di tabacco. La città, che è stata spesso danneggiata da terremoti (ultimo quello del 1911), ha sviluppo concentrico, con strade regolari che si dipartono dal centro, dove si trovano i principali edifici pubblici (tra cui il municipio in stile ungherese) e anche il caratteristico mercato (Fotér), formato da quattro piazze minori, tagliate dalla via Rákóczi; ivi i prodotti agricoli sono portati direttamente dai contadini con i tipici carri. Alla periferia invece Kecskemét ha l'aspetto di un grosso villaggio (case basse di paglia o di argilla seccata al sole, con orti e giardini a colture varie). Nel contado sono numerose le abitazioni temporanee e le dimore isolate (circa 8500), costruite in questi ultimi decennî. Annualmente vengono esportati da 4000 a 5000 vagoni di frutta; esistono anche fabbriche di marmellata. La città ha cominciato ad avere una certa importanza dopo che vi si rifugiò la popolazione dei vicini villaggi al tempo dell'invasione turca; contava già 22.626 ab. nel 1787, 35.568 nel 1830, 48.493 nel 1890, aumentati (in gran parte per immigrazione, a 66.834 nel 1910, 73.109 nel 1920 e 79.505 nel 1930; di essi circa 40 mila vivono nel centro, gli altri nel contado. Il 99% sono ungheresi e i tre quarti cattolici. La tipica vita della puszta (allevamento del bestiame) è ancora diffusa nelle vicinanze; presso il Tibisco è stato creato un bellissimo vigneto.