Marx, Karl
Filosofo ed economista tedesco (Treviri 1818 - Londra 1883). Vissuto in un’epoca di grandi trasformazioni strutturali dell’economia europea, fu un profondo studioso dei complessi effetti della rivoluzione industriale. Attraverso l’analisi dei sistemi produttivi del suo tempo, elaborò una teoria politica economica e sociale rivoluzionaria, ispirata ai principi dell’Illuminismo radicale e basato sulla critica dell’economia classica, con particolare riferimento ad A. Smith e D. Ricardo. M. individuò la contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive e il processo di alienazione del lavoro umano causato dal sistema capitalistico.
Nella sua analisi critica, interpretò il capitalismo come una moderna formazione economico-sociale, che trasforma la ricchezza in ‘un’immane raccolta di merci’, generando una continua evoluzione dei metodi di produzione, ma distruggendo al tempo stesso le fonti della ricchezza: la natura e la capacità lavorativa e creativa dei lavoratori. La produzione di beni esercita sugli uomini un potere crescente, che M. definì feticismo delle merci, proponendo come alternativa un mondo opposto al capitalismo in cui non ci fosse più lo sfruttamento e l’alienazione e i lavoratori si riappropriassero della loro umanità. M. fu inoltre critico del socialismo utopistico. Propose un’analisi scientifica del modo di produzione capitalistico nel quale la forza lavoro viene comprata come una merce e impiegata nella produzione per valorizzare il capitale. La sua teoria del valore lavoro (➔ valore lavoro, teoria del) spiegava lo sfruttamento del lavoratore, cioè la produzione di un plusvalore da cui scaturiscono la rendita fondiaria, il profitto e l’accumulazione stessa del capitale (➔ anche marxista, teoria; marxismo).
Nel 1848 M. e il suo amico F. Engels scrissero il Manifest der kommunistischen Partei. Nel 1867 uscì il I libro dell’opera principale di M., Das Kapital (il II e il III libro furono pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel 1894). Come organizzatore della prima Associazione internazionale dei lavoratori (1864-76), M. individuò nella lotta per la riduzione dell’orario di lavoro e nella sperimentazione di nuove forme associative di produzione e di distribuzione gli obiettivi strategici del movimento operaio. In polemica con la socialdemocrazia tedesca, sottolineò la complessità del passaggio dallo Stato e dal diritto borghese a una società comunista, in cui lo Stato perderebbe le sue funzioni e il principio «a ciascuno secondo le sue prestazioni» si trasformerebbe in un altro diritto: «da ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni». Il presupposto di questo salto è «lo sviluppo onnilaterale degli individui» con il superamento della divisione del lavoro e la trasformazione del lavoro in attività sociale vissuta come primo bisogno umano. Tra le opere: Ökonomisch-philosophische Manuskripte (1844, incompiuto e pubblicato postumo nel 1932); Theorien über den Mehrwert (1861-63).