ELSTER, Julius
Fisico, nato a Blankenburg nel Harz il 24 dicembre 1854, morto a Wolfenbüttel l'8 aprile 1920. Nominato insegnante nel ginnasio di Wolfenbüttel, si dedicò, in collaborazione con il suo collega Hans Geitel, a vaste ricerche di elettricità atmosferica, le quali aprirono nuovi orizzonti in questo campo di studî. I suoi meriti scientifici gli valsero la nomina di ingegnere honoris causa. Gli furono in seguito offerte varie cattedre universitarie che egli non accettò.
Le prime indagini di E. e Geitel ebbero per oggetto l'elettrizzazione delle gocce di pioggia, la caduta di potenziale nel campo elettrico normale e le relazioni fra la caduta di potenziale e la radiazione ultravioletta del sole. Ma ben presto essi rivolsero la loro attenzione al fenomeno della dispersione dell'elettricità nell'aria, scoprendone la vera causa nei corpuscoli elettrizzati, taluni positivamente e altri negativamente, i quali si trovano nell'atmosfera, e che essi chiamarono ioni (J. Elster e H. Geitel, Über die Existenz elektrischer Ionen in der Atmosphäre, in Terr. Magn. Atm. Electr., IV, 1899). In questa memoria è anche enunciata con precisione l'ipotesi che la persistente carica negativa del suolo sia dovuta all'adsorbimento degli ioni negativi dell'aria sulla superficie terrestre, per effetto della loro maggiore mobilità. Dalla conducibilità, generalmente assai elevata, che acquista l'aria quando rimane più o meno a lungo rinchiusa entro grotte naturali o entro cantine, E. e Geitel furono indotti ad ammettere che nei materiali costituenti la superficie terrestre siano largamente diffuse le sostanze radioattive, le quali costituiscono la causa principale della ionizzazione dell'aria.
E. e Geitel applicarono le proprietà fotoelettriche dello zinco amalgamato alla costruzione di uno speciale fotometro per le radiazioni che si estendono dall'ultravioletto all'azzurro; e, successivamente, costruirono apparecchi sensibilissimi per la misura delle radiazioni visibili dello spettro, e fotometri per l'ultravioletto. Nel 1912 ripresero in esame l'azione induttiva del campo elettrico terrestre sulle gocce di pioggia, e formularono una nuova ipotesi, detta dell'influenza, per spiegare l'elettricità delle precipitazioni atmosferiche e i campi elettrici che le accompagnano.
Bibl.: K. Bergwitz, in Met. Zeitschr., XXXVII (1920).