Binoche ⟨binòš⟩, Juliette. - Attrice francese (n. Parigi 1964), ha iniziato a lavorare giovanissima in televisione nei primi anni Ottanta. È stata scelta per un ruolo secondario da J.-L. Godard in Je vous salue Marie (1985) e, successivamente, da A. Téchiné (Rendez-vous, 1985) e L. Carax (Mauvais sang, 1986; Les amants du Pont-Neuf, 1991). Generalmente predisposta per ruoli drammatici, ha spesso portato sullo schermo eroine in crisi d'identità. Si è fatta soprattutto notare in The unbearable lightness of being (1988) e in Damage (1992) prima di interpretare un personaggio pieno di sfumature in Trois couleurs: bleu (1993). È stata protagonista di Le hussard sur le toit (1995), The English patient (1996, premio Oscar come migliore attrice), Alice et Martin (1998), La veuve de Saint-Pierre (L'amore che non muore, 2000), Code inconnu (2000), Chocolat (2000), Caché (2005), Mary (2005), Quelques jours en septembre (2006), Dan in real life (2007), Paris (2008), L'heure d'été (Summer hours, 2008), Shirin (2008), Copie conforme (2010, premio come migliore attrice al Festival di Cannes), Elles (2012), Cosmopolis (2012), Camille Claudel, 1915 (2013), entrambe del 2014 Clouds of Sils Maria e Words and pictures, entrambe del 2015 The 33 e L'attesa (Nastro d'argento europeo 2016 per la sua interpretazione), nel 2016, Ma loute e Polina, danser sa vie, entrambe del 2017 Ghost in the Shell e Un beau soleil intérieur, nel 2018 Vision, Doubles vies e High life, nel 2019 La vérité e Celle que vous croyez (Il mio profilo migliore), nel 2020 La bonne épouse, entrambe del 2021, Ouistreham (Tra due mondi, 2022) e Avec amour et acharnement, e La Passion de Dodin Bouffant (2023). Nel 2019 è stata Presidente di giuria del Festival di Berlino.