MENDIZABAL, Juan Alvarez
Di famiglia ebraica - il suo vero nome era Méndez y Ålvarez - nacque a Cadice il 25 febbraio 1790 e morì a Madrid il 3 novembre 1853. Commerciante nato, di grande audacia, seppe formarsi una notevole fortuna e assicurarsi la fama di grande finanziere, che confermò con la memoria pu̇bblicata nel 1837 sulle finanze spagnole. Ma, come la sua scarsa prudenza più volte lo rovinò, così, alla prova dei fatti, rivelò di non essere accorto politico e non andò esente da gravi accuse di concussioni. Liberale nel 1820, diede grande aiuto all'armata rivoluzionaria procurandole il denaro necessario. Alla restaurazione, fuggito in Inghilterra, aprì in Londra una casa di commercio, che presto fiorì; e acquistò universale riputazione di abilissimo finanziere in patria quando riuscì a far concedere un prestito a don Pedro di Portogallo. Sicché, quando nel 1835, nel pieno fervore della guerra carlista, si cominciò a perdere la fiducia nella causa di Maria Cristina, si pensò a lui come a salvatore. Il primo ministro conte J. M. de Toreno lo nominò ministro delle finanze: ma egli, che aveva stipulato in Londra un prestito in favore della regina e si vantava di essere capace di porre termine alla guerra civile in un mese, non si contentò e volle la presidenza del consiglio dei ministri (14 settembre). Con grande abilità sul principio seppe destreggiarsi fra i varî partiti; dalle Cortes ottenne l'approvazione dei suoi provvedimenti finanziarî e una leva di centomila uomini; soppresse i monasteri. Ma la politica dei mezzi termini da lui seguita non poteva durare a lungo; d'altro canto, non ostante le sue reiterate promesse, la lotta civile non terminava e, venuto in urto anche con Maria Cristina, fu da lei sostituito con F. J. de Istúriz (15 maggio 1836). Ritornò al potere, come ministro delle finanze, con R. M. Calatrava e con B. Espartero, ma ormai aveva perduto l'antico credito. Tuttavia tenne fede sempre alle sue idee per le quali dovette recarsi di nuovo in esilio, soltanto dopo il 1848 riacquistò notevole ascendente come uno dei capi del partito liberale.