Koch, Joseph Anton
Pittore (Obergibeln, Tirolo, 1768 - Roma 1839); visse l'infanzia tra i pastori, poi lavorò come apprendista presso un mediocre scultore di Augusta, dalla cui casa fuggì. Ripreso, entrò nella scuola militare di Stoccarda, ma ne evase vagabondando per la Svizzera e per l'Alsazia e guadagnandosi da vivere con la vendita di quadretti e acquarelli, finché un inglese lo portò con sé in Italia. Arrivò a Roma nel 1795, e qui fu attratto dalla singolare personalità del danese Jacob Asmus Carstens, da cui ereditò l'interesse primario per Michelangelo (e per Luca Signorelli), e fu avviato alla lettura dei poemi omerici e ossianici, di Platone e dei tragici greci, di D., dell'Ariosto, di Shakespeare, di Goethe. Dopo un soggiorno (1812-15) a Vienna, dove esercitò un'influenza notevolissima sui giovani artisti, si stabilì definitivamente a Roma e ivi morì.
Eseguì un gran numero di composizioni dantesche. Di tali composizioni 56, di cui 51 per l'Inferno, si trovano nella biblioteca dell'Accademia di Belle Arti di Vienna; 40 disegni a seppia, raccolti in un grande album, nel Gabinetto delle Stampe di Dresda. Un terzo gruppo di disegni è menzionato dal Volkmann come già appartenente alla collezione Marschall di Karlsruhe e descritto nel catalogo di vendita all'asta di quella collezione nel 1879. Sono nel Ferdinandeum di Innsbruck 12 fogli contenenti 14 abbozzi, parte a matita e parte a pennello (pubblicati tutti a Monaco nel 1865), cui si collegano quattro incisioni in rame di mano del K. medesimo; due disegni nel museo di Stoccarda e altri altrove, tra cui sei schizzi per gli affreschi della Stanza di D. nella Villa Massimo a Roma. È quasi unicamente l'Inferno il tema tante volte ripreso dal K.: pochi i disegni per il Purgatorio, e dei meno felici, come quelli che han ceduto le doti spontanee di violenza e di dramma alla compostezza un po' dolciastra del gusto nazareno; nessuno per il Paradiso. Quanto alla menzionata Stanza di D., fu un'impresa della maturità (tra il 1826 e il 1829), e fu l'unico lavoro di dimensioni monumentali, nonché la prima prova del K. nella tecnica dell'affresco. Il K. successe nella decorazione della Villa Massimo a Peter Cornelius che, richiamato a Monaco per decorare la gliptoteca, lasciò l'incarico della saletta dantesca quando aveva preparato alcuni disegni per il soffitto, che fu invece realizzato più tardi con un gelido Empireo da Philip Veit. Il K., elusi ancora una volta i soggetti della terza cantica, a lui meno congeniali, affrescò sulla parete d'ingresso D. addormentato nella selva, la minaccia delle tre fiere, l'incontro con Virgilio; in quella di destra Minosse tra alcune principali figure dell'Inferno: Cerbero, Gerione, Caronte, Agnolo Brunelleschi, Paolo e Francesca, il conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggieri; sulla parete di fronte all'ingresso la navicella delle anime, la porta del Purgatorio guardata dall'angelo e ai lati della porta stessa due episodi: il serpente messo in fuga dagli astori celestiali nella valletta dei principi, e la contesa per l'anima di Buonconte. Con questa figurazione il K. ritornava su un tema caro alla sua fantasia: si veda il quadro a olio, nel Ferdinandeum di Innsbruck, con la disputa tra s. Francesco e il diavolo per l'anima di Guido da Montefeltro. Infine, sulla parete nella quale si aprono le finestre, la montagna del Purgatorio con i penitenti dei sette peccati mortali. Domina in questi affreschi la poetica nazarena cui il K. era venuto accostandosi, e vi si riscontrano interi brani desunti dallo studio della pittura gotica italiana. Il capolavoro del K. nella Villa Massimo è indubbiamente il riquadro col sonno di D. in un paesaggio aspro di rocce e di tronchi folgorati: un ritratto ‛ signorelliano ' di grande perspicuità, tra i pochi veramente felici del Romanticismo.
Bibl.-A. Raczynski, Histoire de l'art moderne en Allemagne, Parigi 1836-41; H. Riegel, D. und die neuere deutsche Malerei, Hannover 1868; D.F. Strauss, Joseph Koch's Gedanken über altere und neuere Malerei, supplem. al vol. II dei Kleinen Schriften; L. Volkmann, Iconografia Dantesca, ediz. ital. a c. di G. Locella, Firenze 1898; A.F. Heine, Die Fresken der Villa Massimo in Rom, in Italienische Studien Lipsia 1929; K. Gerstenberg-P.O. Rave, Die Waldgemälde der deutschen Romantiker in Casino Massimo zu Rom, Berlino 1934 (con bibl.); E. Schilling, Deutsche Romantiker. Zeichnungen, Francoforte 1935; W.R. Deusch, Malerei der deutschen Romantiker und ihrer Zeitgenossen, Berlino 1937 (con bibl.); A. Muñoz, Gli artisti tedeschi a Roma, Roma 1938; R. Benz-A. Schneider, Die Kunst der deutsches Romantik, Monaco 1939; O.R. von Lutterotti, J.A.K., Berlino 1940; Deutsche Romantiker in Italien: Catalogo della Mostra nella Städtische Galeria, Monaco 1950; C. Maltese, Storia dell'arte in Italia 1785-1943, Torino 1960; H. Geller, Deutsche Künstler in Rom von Mengs bis Marées, Roma 1961; K. Andrews, The Nazarenes, A Brotherhood of German Painters in Rome, Oxford 1964; D., a c. di U. Parricchi, Roma 1965; M. Brion, Peinture romantique, Parigi 1967; K. Andrews, I Nazareni, Milano 1967.