Scrittore portoghese (Póvoa de Varzim, Porto, 1845 - Parigi 1900). Studiò diritto a Coimbra, dove partecipò attivamente alla vita letteraria del gruppo della Escola de Coimbra, orientato in senso realista, cui appartenevano anche J. E. T. Braga e A. T. Quental. Esercitò l'avvocatura e passò poi alla carriera diplomatica. Fu console a Cuba, in Inghilterra e a Parigi. Le sue opere giovanili, pubblicate postume con il titolo di Prosas bárbaras (1905), rivelano il forte influsso esercitato su di lui da Hoffmann, Poe e Nerval. Dal confuso atteggiamento della sua prima attività si volse al realismo di O crime do padre Amaro (1875), che ricorda situazioni di La faute de l'abbé Mouret di Zola, all'indagine psicologica di O primo Basílio (1878), che in una narrazione di costumi inquadra il ritratto di una signora Bovary lisbonese, alla poesia dell'esotismo, alternata alle pagine di vita borghese contemporanea, di O mandarim (1880). Con A relíquia (1887), dove predominano la satira e l'umorismo in vivaci note pittoresche, e con Os Maias (1888), caratterizzato da un'accurata descrizione di tipi e ambienti, Eça de Q. raggiunse l'eccellenza della sua arte, in una prosa sobria e precisa: qualità confermate nelle ultime opere, A ilustre casa de Ramires (1897), A cidade e as serras (post., 1901) e Últimas paginas (post., 1912).