Poeta spagnolo (Orense 1929 - Ginevra 2000). Prof. di lingua e letteratura spagnola, funzionario all'ONU e all'UNESCO, affiancò a queste l'attività letteraria, come saggista, critico e soprattutto come poeta, che gli fruttò premi e consenso di pubblico. Tra le numerose opere postume La experiencia abisal (2004) raccoglie la sua "estrema sintesi tra pensiero critico ed espressione poetica".
Si laureò a Madrid in filologia romanza nel 1954. Insegnò poi lingua e letteratura spagnola a Oxford; dal 1958 prese residenza a Ginevra ove lavorò come funzionario dell'ONU. Tra il 1982 e il 1985 diresse il servizio spagnolo di traduzione all'UNESCO a Parigi. Nel 1986 rientrò in Spagna ad Almería, dividendo tempo e insegnamento tra Parigi e Ginevra e - invitato come visiting professor - Irvine (California). Nel 1984 ricevette il premio della Fondazione Pablo Iglesias, nel 1998 il prestigioso premio Reina Sofía di poesia.
Il suo primo libro fu A modo de esperanza (1955), cui seguì, nel 1960, Poemas a Lázaro; la sua poesia si affermò con La memoria y los signos (1966); Siete representaciones (1967); Breve son (1968); Presentación y memorial para un monumento (1970); El inocente (1970); Treinta y siete fragmentos (1972); El fin de la edad de plata (1973); Interior con figuras (1976); Material memoria, 1979; Tres lecciones de tinieblas, 1980; Mandorla (1982); El fulgor (1984); Al dios del lugar (1989); No amanece el cantor (1992); postumi apparvero i Fragmentos de un libro futuro (2000). L'opera critica e saggistica di V. è altrettanto ricca e profonda; si ricordino in particolare Las palabras de la tribu (1971); Ensayo sobre Miguel de Molinos (1974); La piedra y el centro (1983); Variaciones sobre el pájaro y la red (1991); e, postumo, Elogio del calígrafo (2002). Si vedano ora le sue Obras completas (edizione e introduzione di Andrés Sánchez Robayna, 2006).