Matematico (Ashford 1616 - Oxford, Inghilterra, 1703). Personalità poliedrica, W. fu insegnante, teologo, e uomo politico, ma la sua impronta maggiore resta per i suoi studi matematici. Si occupò di quadratura delle curve, di coniche, di logica e teoria della definizione. Tra i risultati ottenuti da W. è notevole la determinazione dell'integrale definito tra 0 e a della funzione y=xn (con n razionale, ≠−1) che risulta pari ad an+1/(n+1).
Presi gli ordini religiosi (1640), fu prof. nell'univ. di Oxford (1649), dottore in teologia (1654), cappellano di corte (1661), autore di una grammatica della lingua inglese (1667), divenuta molto popolare, e influente uomo politico di parte monarchica. Fra le numerose sue opere matematiche, la più famosa è l'Arithmetica infinitorum (1655), che rivela, anche nel titolo, l'influenza della geometria degli indivisibili di B. Cavalieri e di E. Torricelli. Vi si trattano principalmente problemi di quadratura delle curve, con procedimenti ammirevoli per le loro geniali intuizioni. I nuovi metodi geometrici adoperati da W., che preludevano al calcolo infinitesimale, furono criticati da Th. Hobbes e ne seguì un'aspra polemica. Nello stesso anno 1655 W. pubblicò un'opera sulle coniche, in cui sono applicate sistematicamente le coordinate cartesiane. Il Commercium epistolicum (1658) raccoglie la corrispondenza e le polemiche con i maggiori scienziati inglesi e francesi, in particolare con B. Pascal e P. Fermat. Il De algebra tractatus (1685), un'ampia esposizione storica dell'algebra, contiene la prima idea interpretativa delle quantità immaginarie. Pregevole anche, insieme con le indagini sulla cicloide e la cissoide, un lavoro critico su gli Elementi di Euclide, nel quale W. propone di sostituire al postulato delle parallele il seguente, ritenuto più intuitivo: ogni figura piana ammette sempre un'altra di eguale forma, ma di grandezza diversa. Nella Mechanica, sive de motu (1669-71), ispirata a una concezione scolastica-cartesiana, è esposta una teoria sull'urto dei corpi, già esposta, nella parte relativa ai corpi anelastici, in una memoria presentata (1669) a un concorso bandito dalla Royal Society, di cui fu uno dei fondatori. Si occupò anche di logica e di teoria della definizione (Institutio logicae, 1687). W. curò, infine, un'edizione completa (1695-99) delle proprie opere, nella quale inserì due lettere inviategli qualche tempo prima da I. Newton sul calcolo delle flussioni: sono lettere d'importanza storica, perché costituiscono la prima pubblicazione newtoniana sul fondamentale argomento.