Storico olandese (Groninga 1872 - De Steeg, Arnhem, 1945). Studioso di larga visione d' insieme e, a un tempo, di grande finezza d'analisi, ha privilegiato l'indagine dei periodi storici caratterizzati da condizioni di liminarità e transizione, interpretandoli alla luce del concetto di un agire storico in quanto gioco formale, attuato dagli attori sociali come strategia di distoglimento dal reale e riorientamento dei modelli ideativi e simbolici. Centrata su uno stretto rapporto con le acquisizioni dell'antropologia, della filosofia e della psicologia del profondo, tale metodologia ha prodotto la magistrale analisi della società del Quattrocento nel ducato di Borgogna e nella contea delle Fiandre delineata in Herfsttij der Middeleeuwen (1919; trad. it. Autunno del Medioevo, 1940) esercitandosi per altri versi su un piano di raffinata astrazione teorica nel saggio Homo ludens (1938; trad. it. 1946).
Si laureò in lettere a Groninga (avendo studiato anche a Lipsia) con una tesi sulla Vidushāka nel teatro indiano. Mostrando varietà e molteplicità d'interessi nelle più diverse discipline, dopo una prima attività nel campo della filologia comparata si interessò alla storia, che sentì sempre emergere specialmente dalle fonti letterarie e artistiche, rivolgendo l'attenzione a cogliere soprattutto la condizione umana, quale poteva esprimersi nella realtà culturale e spirituale di un'epoca. Insegnante di storia in una scuola media di Haarlem (1897-1905), fu poi libero docente di storia della civiltà e letteratura dell'Indonesia all'università di Amsterdam (1903), quindi professore ordinario di storia a Groninga (1905) e a Leida (dal 1915 al 1942). Durante la seconda guerra mondiale, per la sua opposizione al nazismo, fu imprigionato e poi confinato nei pressi di Arnhem, ove morì.
La sua notissima e già citata opera Herfsttij der Middeleeuwen dà un quadro suggestivo del trapasso delle forme di vita e dei sentimenti dal Medioevo al Rinascimento, colti nell'evolversi e nel raffinato cristallizzarsi della società borgognona, e ha notevolissima importanza per tutta la storia europea di quel periodo. Testimonianza della sua viva coscienza dei valori della civiltà europea e della crisi degli stessi, analizzata con acuta, partecipe sensibilità, sono la biografia di Erasmo (Erasmus, 1924; trad. it. 1941), il summenzionato Homo ludens, che coglie l'essenzialità perenne dell'uomo nella realizzazione di uno stile sempre rinnovantesi in una ricerca creativa che è gioco; l'amara critica della moderna civiltà di massa, In de schaduwen van morgen (1935; trad. it. La crisi della civiltà, 1937), e numerosi saggi storici e di teoria della storiografia (trad. it. La mia via alla storia, 1967), in cui le vicende del passato e le esperienze della sua vita si concretano in profili e in pensose meditazioni sul mondo contemporaneo. Fra le ultime opere, un quadro della società olandese nel secolo d'oro: Nederland's Beschaving in de Zeventiende Eeuw (1941; trad. it. La civiltà olandese del '600, 1967) e Le immagini della storia. Scritti 1905-1941 (trad. it. 1993).