SCHÜCK, Johan Henrik Emil
Umanista e storico della letteratura, nato a Stoccolma il 2 novembre 1855. Professore di estetica e letteratura prima a Lund, fino al 1898, poi a Upsala, dal 1918, presidente della Fondazione Nobel, ha esercitato una vasta e profonda influenza su tutta la cultura svedese.
Spirito caldo e vivo, sensibile alla realtà del suo tempo (v. le raccolte Ur gamla papper, voll. 8, 1892-1908 e Ur en resandes anteckningar, voll. 3, 1900-09), ma educato alla severa ricerca storica (v. l'ediz. degli Svenska Memoarer och bref, in collaborazione con O. Levertin, voll. 10, 1900-06; le edizioni delle Memorie di A. F. Skjöldebrand, 1903-04; lo studio critico Gustav III, 1904; e la Svenska folkets historia, 1913-15), portò tali complesse esigenze anche nell'indagine letteraria. Tanto le monografie su Wivallius (1893-95; nuova ediz. col titolo En äfventyrare, 1918), sulla letteratura svedese antica (1904), sul Beowulf (1909) sulla storia dell'editoria svedese (1900), quanto la monumentale Svensk Literaturhistoria (incominciata prima da solo, 1890; ripresa poi in collaborazione con K. Warburg, 1895-97; rielaborata infine nuovamente, voll. 7, 1923-33) sono il risultato di una ricerca condotta con acutezza di coordinazione e con sicurezza di metodo. Nella partecipazione commossa al problema preso in esame, nell'equilibrio dei giudizî, nella spiritualità serena si avverte sempre il succo vivo di quella cultura classica che gli dettò i due volumi sulle letterature antiche (cfr. Världs litterat. historia, 1898-1906). Della vagheggiata storia della letteratura universale uscirono soltanto questi due volumi e il ciclo delle lezioni tenute a Upsala, Allmän litterat. historia, 1919-1926. Ma, se pur fu curioso di ogni moderna letteratura (cfr. Shakespeare och hans tid, 2ª ediz., 1916), in realtà è il mondo dell'antichità classica che - accanto a quello della sua patria - fu più vicino al suo spirito. E da questa vissuta e pensosa adesione spirituale sono scaturite anche le pagine che in diversi tempi ha dedicato a Roma (Rom, En vandring genom seklerna, 1913-14; Campagna, 1932).
O. Sylwan, H. Sch. in Ord och Bild, 1921.