Menzel, Jiří
Regista cinematografico e teatrale, attore e sceneggiatore ceco, nato a Praga il 23 febbraio 1938. Esponente di punta della Nová Vlna, ha messo in scena una Boemia perduta, il gusto della vita degli abitanti di piccoli villaggi che poco si curano delle grandi pianificazioni e del fragore della storia che passa loro accanto, in film esemplari per la perfezione e la classicità del racconto cinematografico. Ha vinto nel 1967 un Oscar con Ostře sledované vlaky (1966; Treni strettamente sorvegliati) e nel 1990 l'Orso d'oro al Festival di Berlino per Skřivánci na niti (Allodole sul filo), oltre a ottenere numerosi altri riconoscimenti a livello internazionale.
Diplomato nel 1962 alla FAMU, la scuola di cinema di Praga, si mise in luce con un cortometraggio, Smrt pana Baltazara (1965, La morte del signor Baltazar) contenuto in Perličky na dně (Perline sul fondo), manifesto nella Nová Vlna realizzato da un gruppo di giovani registi appena usciti dalla scuola (con M. c'erano Jaromil Jireš, Věra Chytilová, Jan Němec, Ewald Schorm) a partire da alcuni racconti di Bohumil Hrabal. Di Hrabal, cui era accomunato da un deciso gusto surreale e da uno humour fulminante, M. divenne così amico e stretto collaboratore, portando sullo schermo film spesso ispirati alle sue opere che lo scrittore firmò in quanto sceneggiatore. Partecipò attivamente come regista e come attore alla vita teatrale della Praga degli anni Sessanta e continuò a recitare anche nel cinema, interpretando circa quaranta film, tra cui Strop (1961, Il soffitto) della Chytilová. È stato poi protagonista di La petite apocalypse (1993; La piccola apocalisse) di Constantin Costa-Gavras e del thriller croato Potonulo groblje (2002; Il cimitero inabissato) di Mladen Juran. M. arrivò al successo internazionale con Ostře sledované vlaky: ambientato al tempo dell'occupazione nazista, è il racconto dell'infatuazione per un'attricetta da parte di un giovane ferroviere che resta ucciso mentre cerca di far saltare un treno tedesco; introducendo il tema del sesso e passando dalla commedia alla tragedia con grande talento e perizia tecnica, il film sovverte gli stereotipi fino ad allora codificati nel cinema sulla Resistenza. Nel 1967 M. ricevette il primo premio al Festival di Karlovy Vary con Rozmarné léto (Un'estate capricciosa); nel 1968 girò Zločin v šantánu (Delitto in un night), tratto dal romanzo dello scrittore ceco J. Škvorecký, e nel 1969 Skřivánci na niti, terza collaborazione con Hrabal, sugli operai di Kladno durante lo stalinismo: ma il film fu bloccato ed è stato distribuito solo nel 1990, quando si sono allargate le maglie della censura che aveva colpito tutta la produzione della Nová Vlna. Infatti, dopo l'ingresso dei carri armati a Praga e la conseguente 'normalizzazione', il regista, già attaccato dalla rivista russa "Sovetskaja kul′tura" (Cultura sovietica), si trovò nella 'lista nera' e non poté più lavorare per alcuni anni. Per poter riprendere l'attività dovette rinnegare il passato (ma si rifiutò di restituire l'Oscar) e realizzò così film che con sottile ironia esageravano il tono delle tematiche socialiste, come Kdo hledá zlaté dno (1975, Chi cerca il profitto), Na samotě u lesa (1976, In solitudine nel bosco), Báječní muži s klikou (1978, I leggendari uomini della manovella). In Postřižiny (1981, La tonsura), che lo ha riportato alla ribalta internazionale, restano il gusto del gioco sessuale e della provocazione, alleggeriti però di valenza politica e di ogni sberleffo al potere. Ancora con Hrabal M. ha realizzato poi Slavnosti sněženek (1984, La festa dei bucaneve), ambientato nei sobborghi con le piccole case di vacanza della borghesia socialista, e Vesničko má středisková (1985, Il mio piccolo dolce villaggio: nomination all'Oscar nel 1986), in cui due paesani sono costretti ad andare ad abitare nei casermoni della città, ma non per questo perdono buonumore e saggezza. Konec starých časů (1989, La fine dei vecchi tempi) è stato premiato come il precedente al Festival di Montréal. Ha sancito la fine di un'epoca The life and extraordinary adventures of private Ivan Chonkin (1994; Il soldato molto semplice Ivan Chonkin), coproduzione internazionale parlata in ceco e in russo, che denuncia l'ottusità dei burocrati e la follia della guerra.
P. Hames, The Czechoslovak new wave, Berkeley 1985, pp. 170-76.
F. Joannucci, S. Silvestri, Cecoslovacchia Polonia Ungheria: immagini di una cinematografia, Roma 1985, pp. 29-33.
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