Durham, Jimmie
Durham, Jimmie. – Artista, poeta e saggista statunitense (n. Washington, AR, 1940). Di origine cherokee, negli anni Sessanta e Settanta del 20° sec. è stato attivo nei movimenti per i diritti umani e nell’American indian movement (AIM), dirigendo dal 1974 l’International indian treaty council. Le origini e la formazione multiculturale di D. – ha studiato all’École des beaux-arts di Ginevra (1968-73), ha vissuto a Cuernavaca in Messico (1987-94 ) e dal 1997 a Berlino, continuando sempre a muoversi tra Europa e Stati Uniti, soprattutto New York – si riflettono nella sua opera: assemblando i materiali più vari e spesso di recupero (ossa e scheletri nei primi lavori, come Tlunh datsi, del 1985, e poi specchi, pietre, pellicce, metalli, legni, plastica ecc.), ha composto sculture e istallazioni architettoniche che si richiamano alla cultura dei nativi americani ma soprattutto, e non senza ironia, agli stereotipi in cui tale cultura è costretta dai pregiudizi, dal consumismo, dalla struttura coloniale occidentali. Sono invece meno orientate in senso etnologico rispetto alle prime le opere realizzate a partire dalla fine del Novecento: St. Frigo (1996, Kunstverein München); l’istallazione Elsa a Colle Val d’Elsa (2003), dove ha anche creato in una cartiera abbandonata un museo della carta; Still life with stone and car (2004, Sidney biennial); Something (perhaps a fugue or an elegy), presentata nel 2005 alla Biennale di Venezia, dove aveva già esposto anche nel 1999, 2001, 2003; Emergency ornamentation (2008); Encore tranquillité (2008, Musée d’art moderne de la Ville de Paris).