ESQUIROL, Jean-Étienne-Dominique
Alienista, nato a Tolosa il 3 febbraio 1772, morto a Parigi il 12 dicembre 1840. Destinato dal padre alla carriera ecclesiastica, dovette lasciarla in seguito alla Rivoluzione. Studiò a Tolosa, a Narbona, a Montpellier e quindi a Parigi, dove divenne allievo prediletto di Ph. Pinel. Fondò, a 27 anni, un istituto destinato agli alienati di classe ricca. Nel 1805 pubblicò a Parigi la sua prima tesi: Les passions considérées comme causes, symptômes et moyens curatifs de l'aliénation mentale. Nel 1810 prese il posto del Pinel alla direzione degli ospizî per alienati; nel 1817 inaugurò le proprie lezioni di psichiatria; nel 1823 fu nominato ispettore generale dell'università; nel 1825 fu chiamato al posto di medico capo della casa per alienati di Charenton, che fece ricostruire e nella quale introdusse un numero notevolissimo di riforme che per lungo tempo fecero testo in Francia e in altre nazioni. Viaggiò infatti moltissimo in Francia, in Olanda, in Germania, in Svizzera e in Italia, visitando i manicomî e cercando di far introdurre in essi le riforme che giudicava indispensabili. L'opera fondamentale di questo autore è il trattato Des maladies mentales (Pariqi 1838) nel quale sono raccolti i frutti della sua grande esperienza personale e delle sue originalissime osservazioni.
Secondo l'Esquirol la follia è "un'affezione cerebrale ordinariamente cronica, senza febbre, caratterizzata dal disordine della sensibilità, dell'intelligenza e della volontà". Della follia egli fu il primo a tentare una classificazione ragionata distinguendo cinque forme principali: la lipemania ("melanconia" degli antichi), la monomania, la mania, la demenza, l'idiozia. In questa classificazione, l'E. coniò tre parole nuove: lipemania (λύπη "tristezza" e μανία "follia"), monomania (μόνος "solo"), e idiozia, invece d'idiotismo; termine adoperato fino allora anche nel significato medico. Soprattutto importante è la differenziazione fra le ultime due affezioni, non bene distinte neanche dallo stesso Pinel. "L'idiota non ha mai avuto comprensione e sensibilità sufficientemente sviluppate; il demente invece ha perso una gran parte delle sue facoltà: il primo non vive né nel passato né nell'avvenire; il secondo ha invece dei ricordi e delle reminiscenze". Profondissimo - data l'epoca in cui fu pubblicato il libro - è lo studio sulle cause delle malattie mentali; clima, età, sesso, razza, costumi, malattie fisiche, urti emozionali. Quanto alla sintomatologia, è dell'E. una frase che, per alcune malattie mentali, può oggi essere ripetuta con piena verità: "Le trouble de la parole est un signe mortel". Ogni alienista, infatti, conosce quale enorme importanza sintomatologica abbia la disartria per la diagnosi di demenza paralitica. Grandissimo merito è poi quello dell'E., d'aver cercato con tutte le sue forze di far cessare i barbari trattamenti a cui erano sottoposti i malati mentali.
Sono da ricordarsi inoltre di lui una memoria sull'epilessia e il rapporto consegnato nel 1819 (Parigi) al ministro dell'Interno sugli stabilimenti degli alienati in Francia e sui mezzi di migliorarne le condizioni, nel quale si riassumono le sue scientifiche e umanitarie vedute sull'assistenza ai malati di mente.