OLDENBARNEVELDT, Jan van
Signore del Tempel, Berkel, Rodenrijs, ecc., avvocato e guardasigilli di Olanda e Frisia occidentale, nacque il 14 settembre 1547 ad Amersfoort (Utrecht). Nominato nel 1569 avvocato alla corte d'Olanda, nel 1572 non rimase, come i suoi colleghi, fedele a Filippo II, ma prese le parti di Guglielmo I d'Orange. Già inclinava verso il protestantesimo al quale però non passò apertamente che qualche anno più tardi. Prese parte da volontario ai tentativi per liberare Haarlem dall'assedio (1573). Nominato a Delft, dagli Stati, avvocato alla nuova corte d'Olanda, ebbe tra i suoi clienti gli stessi Stati, molte città e specialmente i consigli di molti polders. Alla fine del 1576 gli fu offerta la carica di pensionario di Rotterdam. Come rappresentante di Rotterdam agli Stati d'Olanda fu assai apprezzato da questi, che spesso si servirono di lui per missioni delicate. Importante fu la sua parte nella preparazione dell'Unione di Utrecht; in tale occasione egli agì a favore della più larga libertà religiosa. Dopo l'assassinio di Guglielmo I, fu nominato membro del consiglio che, insieme con Maurizio di Nassau, doveva costituire il governo provvisorio (1584). In tale qualità redasse la proposta per offrire la sovranità a Enrico III di Francia e, fallito questo tentativo, fu inviato con altri ambasciatori in Inghilterra per offrire la sovranità a Elisabetta. Infine, il 16 maggio 1586, accettò la carica di "avvocato del paese". Spetta a O. il merito di avere dato a quel posto grandissima importanza. Egli seppe impedire che venisse affidato lo statolderato di Olanda e Zelanda a R. Dudley, conte di Leicester e riuscì a far nominare statolder il giovane Maurizio di Nassau. Avvertito poi che il conte di Leicester intendeva aprire negoziati con la Spagna a danno della causa degl'insorti, egli rafforzò la propria politica antileicesteriana, e riuscì a far diminuire l'influenza del Consiglio di stato, del quale erano membri due Inglesi, a vantaggio degli Stati Generali (1590). Dopo la partenza di Leicester, O. fu la vera anima del governo. Per lui l'interesse del proprio partito coincideva con quello della provincia d'Olanda e l'interesse di quella regione con quello dello stato intero delle Sette Provincie Unite. È innegabile che sia stato lui a stabilire la preponderanza dei magistrati cittadini nel governo della repubblica e che inoltre da lui sia stata rafforzata la tendenza all'autonomia provinciale. Sostenne inoltre l'influenza delle Provincie sopra la Chiesa.
Ebbe influenza non piccola sulle decisioni di Enrico IV di Francia. L'alleanza del 1596 tra la repubblica, la Francia e l'Inghilterra contro la Spagna, coronò la sua attività in tale campo. Nella primavera del 1598 egli insieme con Justinus van Nassau si recò in Francia, ma non riuscì a impedire la pace di Vervins; ottenne però per il suo paese sussidî dal re francese. Alla sua iniziativa si deve l'impresa contro Dunkerque che finì con la battaglia di Nieuwpoort (1600). Nel 1602 riuscì a riunire le numerose "compagnie di lontano" nella potente "Compagnia olandese delle Indie Orientali", ma rifiutò l'aiuto a una compagnia mista franco-olandese (la Compagnia francese delle Indie) progettata da Balthasar de Moucheron (1604-1606).
La pace tra l'Inghilterra e la Spagna, l'esito poco felice delle campagne di Maurizio dopo il 1602, e la cattiva situazione finanziaria dell'Olanda fecero sì che O. inclinasse a una pace onorevole con la Spagna o almeno a una lunga tregua. I suoi nemici l'accusarono allora di volere, per godere meglio le grandi ricchezze ottenute, porre fine alla guerra e così tradire la patria. Persino Maurizio si schierò con i suoi nemici. O. offrì le sue dimissioni, respinte dagli Stati d' Olanda. Rappacificatosi con Maurizio, egli impose la sua volontà e nel 1609 fu conchiusa la tregua dei dodici anni. Nel 1616 riuscì a riscattare, a un prezzo assai vantaggioso, le due città di Brielle e di Flessinga dal re d'Inghilterra.
Nei gravi dissidî religiosi di quegli anni (v. arminianismo) inclinò verso i "rimostranti" e il famoso trattato di Uyttenbogaert sull'autorità del governo cristiano a regolare fino a un certo punto le cose ecclesiastiche è parzialmente scritto da lui ed esprime bene le sue idee. Anche la "rimostranza" (giugno 1610) fu scritta dopo avere ascoltato il suo parere. Egli si oppose alla convocazione di un sinodo nazionale e perciò fu considerato dai "gomaristi" il loro nemico più potente. Le vroedschappen (magistrature) delle città olandesi (a eccezione di Amsterdam, Dordrecht, Enkhuizen, Edam, Purmerend e Schiedam) erano rimostranti, come pure quelle di Utrecht. Il conflitto, anche per l'intervento di Giacomo I d'Inghilterra a favore dei gomaristi, prese un aspetto politico. Spinto dalla maggioranza negli Stati d'Olanda, O. prese la "Risoluzione pungente" (1617), con la quale gli Stati d'Olanda si attribuirono il diritto di frenare i tumulti religiosi, e diedero alle città il diritto di prendere al loro servizio delle truppe (waardgelders) sotto il diretto comando delle vroedschappen e non sotto quello del capitano generale dell'Unione, Maurizio. A tale risoluzione, attacco diretto al legame che univa le Sette Provincie, gli Stati Generali risposero decidendo la convocazione di un sinodo nazionale (giugno 1618) e diedero ordine a Maurizio di fare sciogliere i waardgelders. O. si appoggiava oramai soltanto su otto città in Olanda. Il 29 agosto 1618 Maurizio fece arrestare O., Grozio e Hogerbeets a L'Aia, Ledenberg a Utrecht. Il tribunale che doveva giudicare O. era composto, in parte, dei suoi peggiori nemici. Egli fu condannato alla decapitazione e il 13 maggio 1619, a L'Aia, salì il patibolo. I posteri hanno potuto stabilire la rettitudine del patriota. L'urto fra lui e Maurizio fu più il cozzo di due sistemi che non di due uomini.
Bibl.: Le lettere di O., che scrisse personalmente tutta la corrispondenza con altri stati durante l'epoca 1586-1618, si trovano in molti archivî europei e finora non sono state pubblicate tutte. Se ne trovano molte in C. M. van der Kemp,Maurits van Nassau, voll. 4, Rotterdam 1843; in G. Groen Van Prinsterer, Archives de la Maison d'Orange-Nassau, s. 2a, I e II; in M. L. van Deventer, Gedenkstukken van J. van O. (1577-1609), voll. 3, L'Aia 1860-65. - A. Oudemans, Leven en lotgevallen van J. van O., Amsterdam 1826; J. L. Motley, Life and Death of John of Barneveldt, voll. 2, L'Aia 1874; G. Groen van Prinsterer, Maurice et Barneveldt, Utrecht 1875; W. G. Brill, De Heer van Oldenbarneveldt en Prins Maurits van Nassau, Leida 1876; O. Nutting, The days of Prince Maurice, Boston e Chicago 1894; R. Fruin, Tien jaren mit uen tachtigjarigen oorlog, 8a ed., L'Aia 1924.