Hunt, James Henry Leigh
Poeta e saggista inglese (Southgate, Middlesex, 1784 - Putney 1859), direttore ed editore di vari periodici, fra i quali The Examiner.
Lo H. fu al centro della vita letteraria inglese per molti anni e fu l'amico dei poeti Byron, Keats, Shelley, Lamb e altri. Fu a Pisa col Byron e Shelley nel 1822, ma dopo la morte di questo si recò a Genova e poi a Firenze dove dimorò fino al 1825, quando tornò in Inghilterra.
Lo H. ebbe una buona conoscenza della lingua e della letteratura italiana e fu assiduo lettore di D.; cita spesso dalle opere nei suoi saggi e ne traduce lunghi brani. Il poema The Story of Rimini (1816; più di 1700 versi distribuiti in quattro canti) si basa sull'episodio di Paolo e Francesca e in parte consiste in versi danteschi liberamente tradotti. Nelle pagine dell'Indicator e altrove si riferisce spesso alla Commedia per illustrare le sue idee critiche, per esempio, sull'uso poetico delle nebbie (num. XV), sull'Ulisse (numi XVII) sull'Omero (num. LXIII). Ciò che lo H. ammirò in D. fu " a certain primaeval intensity ", ma solo in questa forza primitiva lo considerò superiore allo Shakespeare.
Nelle Stories from the Italian Poets (1846) e soprattutto in Dante's Divine Comedy, the Book and its Story, lo H. mostra di utilizzare alcuni testi critici (dal Ginguené all'Ozanam, dalla Vita di D. di Cesare Balbo agli studi danteschi del Foscolo). Nella seconda di queste opere fa una critica delle opere di D. con lungo compendio della Commedia. Benché riconosca la grandezza di D., lo H. fu critico poco benevolo, trova lo schema delle pene dell'Inferno e la fusione di elementi cristiani e pagani " ridicoli ", il Purgatorio " superstizioso " e il Paradiso " no heaven at all ".
Bibl. - W.P. Friederich, Dante's Fame abroad, Roma 1950, 270-274.